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IL GOVERNO DEL BOSCO di De Gaetano Francesco, Daniela Bonifazi, Cecilia Bonazzi


(Immagine tratta dal web)

Tutti gli animali del bosco erano in fermento, dopo la morte del grande RE Leo I, erano state indette le elezioni per il nuovo governo del bosco.
Dopo la scomparsa del RE vi era stato un lungo periodo di carestia, come per magia gli alberi avevano ridotto di molto la produzione di frutti e di bacche,  l’erba non cresceva più rigogliosa e verde come prima, il torrente che attraversava il bosco e dava acqua fresca a tutti gli animali era quasi sempre asciutto.
Tutti speravano che il nuovo governo del bosco potesse risolvere questa carestia e che la vita potesse tornare alla normalità come un tempo.
Era la prima elezione libera e democratica dopo la lunga monarchia, l’organizzazione dell’evento era stata affidata al SAGGIO GUFO Giorgio che subito si era messo all’opera per preparare tutto a puntino: sezioni elettorali nelle vecchie querce, schede fatte con le foglie dello stesso albero, nomina degli scrutinatori tra gli scoiattoli, servizio di vigilanza ai seggi affidato agli orsi; insomma mille cose da preparare e predisporre per poter garantire la maggior sicurezza e trasparenza.
Il problema vero iniziò con la campagna elettorale e la presentazione dei candidati.
Si formarono fazioni e ogni fazione presentò il proprio candidato; ogni candidato era sostenuto dai supporters.
Ogni animale candidato aveva un programma, una proposta; ogni animale candidato faceva promesse, dichiarazioni e puntualmente, il giorno dopo se le rimangiava. Qualcuno si presentò con conoscenze inaspettate, con titoli, abilitazioni che ne facevano un ottimo conoscitore del problema della carestia, quindi, idoneo alla guida del bosco.
Qualcuno faceva proposte alternative.
Qualcun altro faceva proposte improbabili; qualcuno, indecenti.
Il capriolo guidava  lo schieramento degli ungulati: la sua figura fotogenica e delicata lo rendeva interessante agli occhi degli elettori.
L’orso Ben portava avanti le problematiche di tutti gli orsi, come la carenza di miele causata dalla carestia.
L’istrice Marlow faceva dichiarazioni a favore dei piccoli animali e il consenso che riceveva era abbastanza ampio.
Il gatto selvatico, sornione, osservava il tutto dall’alto di un ramo.
Ma ancora più in alto, sedeva il gufo Giorgio.
Tra tutti i candidati, l’unico a non nascondere la propria natura era il lupo Teo e ben pochi avrebbero voluto fare campagna elettorale con lui. Ma Teo sapeva bene che per uscire dalla crisi era necessario l’aiuto di tutti, la collaborazione fra tutti gli animali del bosco e non, come un vero branco di lupi; grandi, piccoli, carnivori, erbivori, ungulati, invertebrati, insetti, anfibi: difficile era trovare le parole per far comprendere questo pensiero; era quasi deciso a mettersi da parte pur di rendere la campagna elettorale più tranquilla e non sentire più i soliti discorsi lupofobi.
La biscia Vip, intanto, si aggirava sinuosa tra zampe, foglie e tronchi per raccogliere informazioni e sondaggi da trasmettere al Gazzettino del Bosco. Con la complicità di passeri, cinciarelle e capinere, pipistrelli per il notturno, le notizie, anche le più recenti, raggiungevano ogni angolo di bosco: non c’è che dire, la comunicazione era capillare !
Anche la sicurezza non lasciava spazio ad improvvisazioni di nessun tipo. Dall’alto poiana, astore, sparviere ed albanella potevano controllare l’intero territorio.
Visto il clima di tensione che si andava creando a causa di piccoli ma vecchi screzi che col tempo si erano ingigantiti a dismisura, il saggio gufo Giorgio decise di organizzare un incontro nel quale fosse data parola a tutti i candidati e al quale ogni animale del bosco potesse partecipare.
In un batter d’occhio la notizia si diffuse e al terzo tramonto tutto era pronto per la “tribuna elettorale”.
Gli animali si disposero secondo razza, famiglia, dimensioni e i candidati al centro dell’enorme cerchio. In mezzo al cerchio la raganella Rosy gestiva il dibattito.

(Immagine tratta dal web)


Non era certo facile fare da moderatrice in quella vasta assemblea. C’era grande tensione e ognuno voleva essere più che convincente, tanto da raccogliere il maggior numero di consensi. All’orso Ben fu concesso di iniziare il dibattito. Il plantigrado, figura nota nel bosco e del tutto rispettabile, prese la parola.
“Oggi siamo qui per presentare un programma, un impegno che consenta a tutta la popolazione del bosco di uscire definitivamente dalla crisi che ci ha colpiti. Non vi ingannerò con false promesse, non vi lusingherò con prospettive allettanti. Sarò sincero: la ripresa sarà graduale, occorrerà tempo, sacrifici…sì, lo so, ne avete fatti tanti e tanti ancora dovrete sostenerne, ma ascoltate il mio programma e converrete che non vi sono alternative altrettanto valide”.
“Orso Ben, devo pregarti di entrare nel vivo della questione. Il tempo scorre in fretta e questa è l’ultima Tribuna Elettorale prima del voto.”- intervenne la raganella Rosy.
“Certo, grazie Rosy. Verrò dunque al punto. Se avrò la maggioranza è mia intenzione incentivare le api affinchè lavorino con maggiori garanzie e la produzione di miele torni ad essere abbondante e ci consenta di non importarlo da altri boschi, che recentemente hanno alzato il prezzo. Ma prima di riorganizzare la forza lavoro sarà necessario bonificare il bosco, curare gli alberi, soprattutto quelli da frutto, gli arbusti produttori di bacche, intervenire sul ruscello affinchè le sue acque tornino abbondanti e possano alimentare l’intera vegetazione boschiva e dissetare tutta la popolazione. Creerò molti posti di lavoro per il mio progetto. La carestia sarà debellata e nuove risorse ci consentiranno di uscire dalla crisi”!
“Mi spiace interromperti, orso Ben, ma il tuo tempo è scaduto. Concedo la parola al capriolo Trust.”
“Ma non ho concluso…” – protestò Ben.
-Potrai intervenire di nuovo. Aspetta il secondo turno.-
Il capriolo si alzò, in tutta la sua eleganza e iniziò a parlare rivolgendosi a Ben, prima d’ogni altro:
 -Incentivare le api? Aumentare la produzione di miele? Questa tua proposta è vergognosa e non ti fa onore. La maggior parte della popolazione boschiva si trova in gravi difficoltà, e il tuo programma prevede in primis incentivare le api per produrre più miele ! Signori qui presenti, vi esorto ad opporvi a tale egoismo. Chi pensa prima a se stesso dimostra di non essere in grado di gestire i problemi della collettività. Re Leo ha saggiamente amministrato la nostra comunità. Colui che gli succederà dovrà perseguire gli stessi ideali, avvalersi della collaborazione di animali degni e onesti.-
-Capriolo Trust, ti esorto a presentare il tuo programma. Il tempo corre!-
-Il mio programma è chiaro, lo conoscono tutti ormai. Io mi candido quale nuovo re e come tale, se avrò i voti sufficienti, lavorerò senza posa per garantire una completa rinascita in tutti i settori del bosco. Ho coltivato rapporti e previsto alleanze commerciali con le popolazioni del bosco del nord e con quelle del sud. Nel mio gruppo vi sono strateghi di prim’ordine, in grado di risollevare le sorti del bosco e migliorare la qualità della vita dei suoi numerosi abitanti. Per questo vi chiedo a gran voce di votare per me. Non vi deluderò. Ho concluso!-
-Grazie, capriolo Trust. Prima di dare la parola a istrice Marlow, consento a orso Ben di replicare-.
Ben intervenne prontamente.
-Le api sono importanti perché rappresentano un indicatore sensibile della salubrità del bosco !- rispose deciso l’orso.
-E quali sarebbero i tuoi strateghi ? quali i tuoi rapporti ? Quali alleanze ? Non hai detto una parola di certezza, non una cosa chiara e definita !-
Ora l’orso Ben era vivacemente adirato e stava per perdere il controllo. Rosy la raganella gli saltò davanti e dichiarò concluso il suo intervento.
Ben cercò di protestare ma dal pubblico si levò un coro di proteste.
Così la parola passò all’istrice Marlow.
-Cari amici del bosco, per noi piccoli animali la sopravvivenza è dura. L’erba non cresce più rigogliosa come una volta, l’acqua del torrente scarseggia sempre più…-
-Lo sappiamo benissimo cosa sta succedendo ! Vogliamo risposte !- Gridò qualcuno dalla fazione opposta.
-Calma, calma, cerchiamo di mantenere la calma ! Tutti hanno diritto di parola !- Esortò Rosy.
Ma gli animi si erano ormai scaldati e il caos imperava; ognuno diceva la sua e nel marasma più totale era impossibile capirsi.
Rosy la raganella ebbe un’intuizione e con quanto fiato aveva in gola urlò:
-La parola passa a Teo il lupo !-.
La platea si zittì.
Teo il lupo era rimasto tutto il tempo ad ascoltare senza mai intervenire. Si alzò in tutta la sua maestosità per prendere parola. I presenti iniziarono a tremare; qualcuno si nascose sotto terra, qualcun altro dietro un cespuglio.
La raganella Rosy, balbettando, intervenne:
-Signori, vi prego, ascoltiamo cos’ha da dirci Teo !-
Teo si sentì mortificato, ma non lo diede a vedere e, anzi, guardò tutti negli occhi. Si rese conto che nonostante tutte le sue buone intenzioni, per i presenti lui restava il lupo del bosco.
-Nonostante tutto, qualunque cosa io vi dica, per voi resterò comunque un lupo. So che non vi farete incantare da ciò che dico e ciò fa di voi animali saggi. Non ho proposte. Non ho promesse. Come ognuno degli altri candidati penso al benessere di questa terra-.
-Il nostro più grave problema è la carestia, cari comboscaioli; e questa carestie rende le condizioni di vita difficili soprattutto per i più deboli; ma pian piano tocca tutti.
Vedete, se l’erba scarseggia, gli erbivori devono emigrare; i più deboli muoiono di stenti. Noi lupi mangiamo solo carcasse e la nostra natura, il nostro orgoglio, la nostra fierezza di essere lupi, ne risente. Alla fine moriremo anche noi di stenti-.
Un brivido unanime corse lungo il pelo e non di ogni presente.
-Ti prego di abbreviare Teo- Azzardò pentendosi immediatamente Rosy.
Teo il lupo la guardò. La raganella pietrificata inghiottì.
-Perdonami Rosy. La mia conclusione è la seguente: Questa carestia è legata a condizioni atmosferiche sfavorevoli, dovute all’aggressività dell’uomo sulla natura-.
-E allora cosa dovremmo fare, marciare in forze contro l’uomo ?- Lo interruppe qualcuno ben nascosto fra i presenti.
-No, dovremmo solo ricordare di essere animali e di non comportarci come l’uomo; dovremmo ricordarci di rispettare la nostra natura e le leggi della natura; e questo è molto più facile se ognuno di noi lo fa nel suo piccolo-.
-Certo è facile per te parlare così: tu troverai sempre da mangiare- Insinuò un’altra voce invisibile agli occhi.
-Signori, amici animali, vi prego: tutti abbiamo diritto di parola- Cercò di abbassare i toni Rosy, la raganella.
-No Rosy, chi ha parlato ha espresso il suo pensiero. Ma ora vi chiedo: credete che sia piacevole sentir dire continuamente “In bocca al lupo !” “Crepi!”. Credete sia motivo di orgoglio per noi passare come il terribile mostro delle favole che si divora nonnine e nipotine per poi essere a sua volta dilaniato dal cacciatore ? Noi siamo lupi, è vero; ma come ognuno di voi proteggiamo i nostri piccoli e li alleviamo e ci sacrifichiamo per loro. Noi restiamo fedeli alla nostra compagna fino alla morte. Noi siamo organizzati in branco per sopravvivere. Ogni candidato ha espresso il proprio punto di vista. Ecco la mia proposta è: ascoltiamo ognuno di loro e portiamo avanti, ognuno con le proprie forze e secondo le proprie capacità tutte le proposte fatte in questa seduta; non abbassiamoci al rango di umani, collaboriamo fra di noi e rendiamo questo pezzo di terra migliore. Ho finito-. E si sedette.
Ci fu un attimo di silenzio; poi mormorio ed in fine un grande applauso unanime, anche da parte degli altri candidati.
Alla raganella Rosy si gonfiò il petto.
Teo mantenne lo sguardo basso, forse per non intimorire, pensò qualcuno.
Da quel giorno il lupo venne riconosciuto come “il signore del bosco”.

(Immagine tratta dal web)

E venne il giorno delle elezioni…
Il bosco venne diviso in quattro settori; ogni settore venne suddiviso in quattro sezioni , ogni sezione in quattro seggi  e ad ogni seggio vennero  assegnati quattro scrutatori, un segretario e un presidente di seggio.
Democraticamente ogni seggio era supervisionato da un rappresentante di lista per ogni schieramento per un totale di quattro rappresentanti per seggio con la funzione di assicurare il regolare svolgimento delle votazioni.
E così fu.
Le votazioni si svolsero in due giorni ed una notte.
Gli scrutini durarono poche ore e il risultato fu un sostanziale pareggio: le preferenze furono equivalenti con una percentuale infinitesimale a favore dell’istrice Marlow. Il bosco era  ingovernabile. La preoccupazione si diffuse nel timore di dover ripetere l’intero procedimento elettorale.
Il saggio gufo Giorgio, visti i risultati delle urne, chiamò a rapporto i quattro contendenti e l’intera popolazione del bosco.
Il gatto selvatico, sornione, era su un ramo, ma sopra di lui c’era il gufo Giorgio che così parlò:
-Cari amici del bosco; compagni di mille avventure e sventure di questo momento di crisi che ci vede qui riuniti per affrontare e risolvere, in modo democratico e celere, la questione in oggetto…-
-ROOOAAAARRRRR !!!!!- Sbadigliò il gatto selvatico, scuotendo il ramo di sotto.
Gufo Giorgio, che era saggio non a caso, comprese, si schiarì la gola e concluse:
-Poiché la volontà animale è stata espressa in modo inequivocabile e che non lascia interpretazioni di sorta, la mia proposta è che si collabori tutti assieme per uscire dalla crisi che ci colpisce indistintamente. Ogni schieramento porterà avanti con dedizione e serietà le proprie proposte nel benessere della collettività. Ogni trenta tramonti ci ritroveremo per confrontarci e fare il punto della situazione. Buon lavoro a tutti-.
E così fu.
Nel giro di quindici lune la situazione catastrofica venne capovolta e il bosco, il torrente e gli animali tutti, ritrovarono la saggezza di apprezzare la natura delle cose.

(De Gaetano Francesco, Daniela Bonifazi, Cecilia Bonazzi)