Nel bosco c’era fermento. Ogni essere,
animale e vegetale, vibrava d’eccitazione. Il giorno tanto atteso si stava
avvicinando, quello del risveglio. Che gran festa si preannunciava! Fanciulla
Primavera desiderava offrire il meglio di se stessa per far felici tutti.
All’ interno della sua dimora l’ordine aveva fatto spazio ad una caotica quanto
abbondante riserva d’ogni elemento potesse servire a rendere grandioso e
spettacolare lo scenario della foresta. Ma d’un tratto fu presa da una crisi di
panico:“Non posso fare tutto da sola” – esclamò la fanciulla, sommersa da
petali e colori e profumi, disordinatamente sparpagliati ovunque – “Sono così
stanca quest’anno! Ho bisogno di un aiutante e devo trovarlo in fretta. È tempo
di agire o qualcosa di terribile accadrà! Oh povera me … temo sia già troppo
tardi”! Il suo sesto senso, infallibile come sempre, le fece intuire ciò che in
breve si verificò.
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Gli esseri del bosco si zittirono
improvvisamente. L’acqua smise di scorrere nel torrente, i rami degli alberi di
danzare al vento e il vento di soffiare. Perplesso, il ghiro, da poco sveglio e
ancora assonnato, si stropicciò gli occhi e chiese “Che succede, è tornato
l’inverno ?”. Un brivido percorse le schiene pelose degli animali col pelo,
quelle piumate dei volatili, i tronchi degli alberi e ogni tenero filo d’erba.
I fiori si richiusero timorosi, le essenze profumate si riassorbirono e
il sole impallidì. “Cioè, voglio dire” - si corresse Fanciulla Primavera -
“Insomma, non spaventatevi!”. Si sedette sul manto erboso non più fresco né
profumato. “La preparazione della festa richiede tempo ed energie, e io sono
esausta !”. Gli esseri tutti si incupirono ancora di più. La stessa Fanciulla
si incupì. Timidamente il cardellino cinguettò: “Ma noi abbiamo bisogno del
risveglio”. “ E io ho bisogno di riposo ! Non c’è stato inverno quest’anno e
non ho potuto recuperare energie ! Ho lavorato senza sosta ! Come pensate che
possa preparare la festa in queste condizioni ?” “Forse possiamo fare qualcosa
anche noi”- propose il gambero di fiume.“Sì, sì !” Commentarono entusiasti la
beccaccia, il cervo e la volpe. Ma Fanciulla Primavera si chiuse in se stessa e
non rispose. Cosa stava succedendo ? Fanciulla Primavera non era mai stata
così; non aveva mai messo in discussione niente, tanto meno la festa del
risveglio; non aveva mai litigato, mai tenuto il muso. Ed ora ? Ora tutto
rischiava di essere rivoluzionato, scomparire.
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La situazione era davvero delicata. Ogni
essere vivente del bosco, animale e vegetale, non sapeva in quale modo agire
per indurre Fanciulla Primavera ad assolvere al suo compito. Che tragedia
altrimenti! “ Mia dolce Primavera, – cinguettò con delicatezza e tatto
l’usignolo – non chiuderti in questo mutismo … non privarci del risveglio della
Natura”. “Sappiamo che sei stanca, ma ogni promessa è debito. Noi ti aiuteremo
e vedrai che non dovrai lavorare troppo. Tu ci dirai cosa fare … e noi lo
faremo. Promesso”! – aggiunse con toni suadenti la volpe. “Più che promesso”! –
esclamò con veemenza il castoro – Faremo un giuramento”! “Giusto! È un formale
giuramento che faremo, tutti quanti. – sentenziò il saggio gufo lanciando
un’occhiata eloquente ai presenti – Io lo formulerò e voi direte, impegnandovi
a rispettare ciò che abbiamo deciso, LO GIURO”! “Oh sì, e chiunque facesse “il
lavativo” dovrà vedersela con me”! – concluse il possente orso bruno con un
vocione che incuteva paura e non ammetteva repliche o opposizioni. Fu così che
il gufo pronunciò la formula di rito e il giuramento fu reso ufficiale. Nessuno
si tirò indietro, anche perché era in gioco la sopravvivenza di animali e
piante, messa in serio pericolo se non si fosse proceduto col normale
avvicendamento stagionale. La Natura non poteva rimanere nel torpore invernale …
il risveglio voleva dire nuova vita. Durante il dibattito Fanciulla Primavera
aveva alzato appena il capo, volgendolo di volta in volta verso l’interlocutore
di turno, ma non aveva commentato. D’un tratto, mentre tutti erano in attesa di
conoscere la sua decisione, ella si alzò di scatto. “Parlate bene cari miei, ma
la maggior parte di voi non ha fatto che dormire, mangiare e dormire, mentre io
ho dovuto compiere gli straordinari in quest’inverno che mi ha “messo i bastoni
tra le ruote”, chiedendomi giorni miti, una fioritura più lunga, per non
parlare dell’alleanza col sole e le nubi: il primo si è offerto di riscaldare
la Terra anche a Natale e le seconde hanno risparmiato la neve e la pioggia
agli umani, per consentire ai bimbi di giocare all’aperto il più possibile.
L’ho detto e lo ripeto … HO BISOGNO DI RIPOSARE! Ne riparleremo tra un mese.
Vado a dormire”! – e Primavera si allontanò senza voltarsi indietro. “È
terribile! – esclamarono in coro tutti gli astanti – Un mese? Non possiamo
aspettare così tanto! Qui ci vuole un piano alternativo!
-Sì,sì - risposero in coro gli
animali-pensiamo subito a qualcosa di efficace che possa risolvere questa
triste vicenda senza mandare in crisi Fanciulla Primavera. Intervenne Orso
bruno che ,abbassando il tono del suo vocione,disse :amici, la cosa non è
facile;bisogna pensare bene, valutare con criteri giusti ciò che dovremo fare. Ebbene
ognuno di noi faccia la sua proposta e valuteremo poi, la giusta soluzione.
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Una delle prime proposte arrivate fu
quella della volpe che, quasi a voler dimostrare il senso tipico “dell’essere
una volpe”, quello di astuzia e capacità, confessò che seguiva da anni, nel suo
lavoro, la Fanciulla Primavera, di cui era segretamente innamorata; la volpe,
nel tempo, aveva annotato su un taccuino tutto quello che lei, durante il
rinascere della natura, organizzava e creava per realizzare la Festa del
Risveglio. La volpe, avrebbe voluto utilizzare gli appunti solo per “diventare
interessante” agli occhi di lei e per dimostrarle che il suo sentimento era
forte e pieno di attenzioni... ma ora c’era un’emergenza. La volpe allora
decise di leggere gli appunti insieme agli altri; in questo modo avrebbero
appreso qualcosa in più ed avrebbero potuto sostituirsi alla Fanciulla
Primavera, facendola riposare, almeno solo per questa volta, cercando di
colmare, con l’impegno e con la loro presenza numerosa, le sue enormi capacità.
Tra le tante proposte arrivate, e se ne attendevano altre, sembrava per il
momento quella migliore anche perché il taccuino era pienissimo di dettagli,
spiegazioni ed idee varie. Ricordarle a memoria sarebbe stato impossibile ma,
dovendo solo leggerle ma, ahimè, realizzarle, avvalersene sembrava
rappresentare la soluzione ottimale. E poi erano in tanti e tutti desideravano
che la Festa si realizzasse, che la Primavera prendesse forza, e che la sua
creatrice, riposasse. L’orso, il più rapido a reagire alla novità, pensò e
spiegò il suo parere e disse:” Potremmo svegliarla tra un mese quando lei,
riposata, potrà regalarci quel tocco finale che solo lei è in grado di dare”.
“Ottima idea, amico orso”! – commentò il
Gufo. “Bene! Occorre dunque che tu, volpe, ci metta al corrente delle
operazioni necessarie per la festa del risveglio. Ci riuniremo nella vicina
radura domani all’alba. Ci rimane ancora qualche ora di luce prima che il sole
tramonti, ed impiegheremo questo tempo cercando tutti gli altri abitanti del
bosco: scoiattoli, tassi, lupi, volatili di ogni specie … Insomma, quanti più
animali riusciremo a trovare. Io mi occuperò dei ghiri. Quei dormiglioni hanno
bisogno di un incentivo potente affinchè si destino e siano operativi, e vi
assicuro che il mio richiamo sarà efficace. Nessuno può resistere al mio verso,
quando sono in forma e determinato. Gli farò fare un tale salto sul loro
giaciglio! Eh eh ! – sogghignò l’orso, pregustando i suoi “effetti speciali”.
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Dunque il piano era in fase di
attuazione. Ciascuno avrebbe avuto il proprio compito e non restava che darsi
da fare. Non c’era tempo da perdere. L’indomani mattina all’alba, nella radura
si ritrovarono quasi tutti gli abitanti del bosco. La volpe salì sopra un
voluminoso ed alto masso di pietra per essere visibile a tutti gli altri ed
esporre quanto appreso dopo la consultazione del Taccuino di Primavera.
Sbadigliando, l’animale dal fulvo pelame si rivolse agli astanti:- Scusate
amici, ma ho trascorso tutta la notte a leggere. Non avete la minima idea di
quante siano le cose da fare. Non le avrei mai ricordate a mente. Ho pensato di
prendere appunti, ma poi ho deciso che la miglior soluzione fosse che …
prendessi in prestito il libricino di Primavera! – e lo mostrò a tutti. La
prima reazione fu di protesta. In particolare si oppose strenuamente l’animale
più onesto del gruppo, fidato collaboratore della Fanciulla: l’orso. Era lui
che aveva preso in mano la situazione quando tutto sembrava compromesso. Mai
avrebbe accettato un furto, sia pur a fin di bene:- Come hai osato appropriarti
del Taccuino di Primavera? Sai quanto lei ne sia gelosa. Contiene tutti i suoi
segreti per risvegliare la natura. Avresti dovuto solo dare una sbirciatina per
riferirci come agire! Tu …tu … sei un ladro! Tutti sanno che di te non c’è da
fidarsi. Non posso credere di averlo fatto io. Andrai immediatamente a
restituire il maltolto! - Quante storie! Volete capire o no, branco di testoni,
che se non ci rimbocchiamo le maniche, si fa per dire, quest’anno avremo un
inverno interminabile? Volete saltare il periodo più bello dell’anno? Come
ripeto è solo un prestito e metterò il libretto al suo posto prima che la
Fanciulla si accorga che manca. A quel punto, se ognuno farà il suo lavoro con
responsabilità, potremo chiamare Primavera per il tocco finale, quel magico
tocco che solo lei sa dare. Che ne dite?
Agli uccelli, quelli più grandi, fu
affidato il compito di spostare le nuvole mentre a quelli più piccoli, con i
loro cinguettii, di creare l’atmosfera giusta in tutto il mondo vivente; alle
marmotte, agli scoiattoli e a tutti i piccoli animali della foresta quello di
parlare con gli alberi e con tutta la natura affinchè si svegliassero dal loro
torpore e si liberassero dalle loro maglie protettive invernali, a tutti i
felini ed in particolari ai leoni e alle tigri fu chiesto di far muovere gli
animali per le migrazioni mentre i pesci furono incaricati di fare altrettanto
nel mondo del mare. Tutti dovevano essere avvisati che non si sarebbe dovuto
attendere nessun segnale particolare ma che tutti, con il proprio impegno,
avrebbero dovuto contribuire a costruire la “nuova primavera”.
La volpe leggeva e leggeva … e più
leggeva e più si rendeva conto di quale lavoro la Fanciulla avesse fatto per
anni, per secoli, per millenni. Un senso di gratitudine e di profonda
considerazione cresceva nei suoi confronti ora che lei, Volpe innamorata, era
impegnata a fare la primavera e non solo ad attenderla.
Non ricordava tutti gli appunti ma
ricordava delle sensazioni che le fornivano, sensazioni appaganti.
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Ad un certo punto pensò … ora ci vuole
il tepore, quello che fa capire che la stagione sta cambiando e quello che crea
la voglia di rifiorire. Sfogliò gli appunti ma non trovò nulla di utile e cercò
di riprendere i suoi ricordi di quando seguiva, passo dopo passo, la Fanciulla primavera.
Ad un certo punto ebbe un’idea, un’idea degna del suo essere volpe. Chiamò
tutti al raduno ed ordinò, sembrandole il modo più rapido per ottenere dei
risultati, che tutti, tra esseri viventi e natura, si abbracciassero in un abbraccio
forte e caloroso, pieno di amore e di affetto, un abbraccio capace di accendere
la miccia, quella della temperatura sufficiente a far ripartire il
risveglio definitivamente. E così accadde …
Che l’aria da fredda si fece tiepida; la
rugiada sostituì la brina e la nebbia, quella delle pianure, lasciò pian piano
il posto al sole che completò il lavoro illuminando e riscaldando la terra.
Fu così che tutto ciò che doveva
germogliare germogliò; ad ogni albero si aprirono le gemme e ogni fiore
prese a profumare l’aria stimolando il prezioso lavoro di impollinazione delle
api.
A fine giornata, al calare del sole,
l’aria tornò fresca, ma non così tanto come prima e fu così che apparvero le
lucciole, puntini luminosi che come occhi bonari guardano la notte.
Ormai il procedimento era avviato; tutto
era pronto per la festa: non restava che svegliare dal suo riposo Fanciulla
Primavera.
“La risveglierò io con un bacio sulla
fronte !” si offrì la volpe sempre più innamorata.
“No, spetta a me, quale suo braccio
destro !” asserì l’orso.
Insomma, ogni animale, ogni genere di
creatura si offriva con proposte per svegliare la fanciulla e in questo fervore
nessuno si accorse che ….
Fanciulla Primavera era fra di loro e li
ascoltava, e li osservava con interesse ed infinita tenerezza. Il suo
cuore era colmo di gioia e di dolore allo stesso tempo, ma un dolore dolce e
una tenerezza soffusa tanto che le sfuggì una lacrima. Dagli occhi ormai umidi
e luccicanti scese pian piano quella goccia (preziosa) rigandole la guancia di
un brillante verde smeraldo; poi sul collo e attraversandole l’intero
corpo, indifferente alle severe leggi della gravità, si depositò ai suoi piedi.
Nel generale frastuono di chiacchiere e
proposte degli animali, un brivido di indescrivibile emozione attraversò ogni
essere vivente.
Silenzio per pochi istanti ….
… Poi fu subito festa !
(Daniela Bonifazi, Cecilia Bonazzi, Maria Laura Celli, Umberto Flauto)