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PRIMAVERA....CRISI DI MEZZA ETA' ? di Daniela Bonifazi, Cecilia Bonazzi, Maria Laura Celli, Umberto Flauto

Nel bosco c’era fermento. Ogni essere, animale e vegetale, vibrava d’eccitazione. Il giorno tanto atteso si stava avvicinando, quello del risveglio. Che gran festa si preannunciava! Fanciulla Primavera desiderava offrire il meglio di se stessa per far felici tutti. All’ interno della sua dimora l’ordine aveva fatto spazio ad una caotica quanto abbondante riserva d’ogni elemento potesse servire a rendere grandioso e spettacolare lo scenario della foresta. Ma d’un tratto fu presa da una crisi di panico:“Non posso fare tutto da sola” – esclamò la fanciulla, sommersa da petali e colori e profumi, disordinatamente sparpagliati ovunque – “Sono così stanca quest’anno! Ho bisogno di un aiutante e devo trovarlo in fretta. È tempo di agire o qualcosa di terribile accadrà! Oh povera me … temo sia già troppo tardi”! Il suo sesto senso, infallibile come sempre, le fece intuire ciò che in breve si verificò. 
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Gli esseri del bosco si zittirono improvvisamente. L’acqua smise di scorrere nel torrente, i rami degli alberi di danzare al vento e il vento di soffiare. Perplesso, il ghiro, da poco sveglio e ancora assonnato, si stropicciò gli occhi e chiese “Che succede, è tornato l’inverno ?”. Un brivido percorse le schiene pelose degli animali col pelo, quelle piumate dei volatili, i tronchi degli alberi e ogni tenero filo d’erba. I fiori si richiusero timorosi, le essenze profumate si riassorbirono  e il sole impallidì. “Cioè, voglio dire” - si corresse Fanciulla Primavera - “Insomma, non spaventatevi!”. Si sedette sul manto erboso non più fresco né profumato. “La preparazione della festa richiede tempo ed energie, e io sono esausta !”. Gli esseri tutti si incupirono ancora di più. La stessa Fanciulla si incupì. Timidamente il cardellino cinguettò: “Ma noi abbiamo bisogno del risveglio”. “ E io ho bisogno di riposo ! Non c’è stato inverno quest’anno e non ho potuto recuperare energie ! Ho lavorato senza sosta ! Come pensate che possa preparare la festa in queste condizioni ?” “Forse possiamo fare qualcosa anche noi”- propose il gambero di fiume.“Sì, sì !” Commentarono entusiasti la beccaccia, il cervo e la volpe. Ma Fanciulla Primavera si chiuse in se stessa e non rispose. Cosa stava succedendo ? Fanciulla Primavera non era mai stata così; non aveva mai messo in discussione niente, tanto meno la festa del risveglio; non aveva mai litigato, mai tenuto il muso. Ed ora ? Ora tutto rischiava di essere rivoluzionato, scomparire.
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La situazione era davvero delicata. Ogni essere vivente del bosco, animale e vegetale, non sapeva in quale modo agire per indurre Fanciulla Primavera ad assolvere al suo compito. Che tragedia altrimenti! “ Mia dolce Primavera, – cinguettò con delicatezza e tatto l’usignolo – non chiuderti in questo mutismo … non privarci del risveglio della Natura”. “Sappiamo che sei stanca, ma ogni promessa è debito. Noi ti aiuteremo e vedrai che non dovrai lavorare troppo. Tu ci dirai cosa fare … e noi lo faremo. Promesso”! – aggiunse con toni suadenti la volpe. “Più che promesso”! – esclamò con veemenza il castoro – Faremo un giuramento”! “Giusto! È un formale giuramento che faremo, tutti quanti. – sentenziò il saggio gufo lanciando un’occhiata eloquente ai presenti – Io lo formulerò e voi direte, impegnandovi a rispettare ciò che abbiamo deciso, LO GIURO”! “Oh sì, e chiunque facesse “il lavativo” dovrà vedersela con me”! – concluse il possente orso bruno con un vocione che incuteva paura e non ammetteva repliche o opposizioni. Fu così che il gufo pronunciò la formula di rito e il giuramento fu reso ufficiale. Nessuno si tirò indietro, anche perché era in gioco la sopravvivenza di animali e piante, messa in serio pericolo se non si fosse proceduto col normale avvicendamento stagionale. La Natura non poteva rimanere nel torpore invernale … il risveglio voleva dire nuova vita. Durante il dibattito Fanciulla Primavera aveva alzato appena il capo, volgendolo di volta in volta verso l’interlocutore di turno, ma non aveva commentato. D’un tratto, mentre tutti erano in attesa di conoscere la sua decisione, ella si alzò di scatto. “Parlate bene cari miei, ma la maggior parte di voi non ha fatto che dormire, mangiare e dormire, mentre io ho dovuto compiere gli straordinari in quest’inverno che mi ha “messo i bastoni tra le ruote”, chiedendomi giorni miti, una fioritura più lunga, per non parlare dell’alleanza col sole e le nubi: il primo si è offerto di riscaldare la Terra anche a Natale e le seconde hanno risparmiato la neve e la pioggia agli umani, per consentire ai bimbi di giocare all’aperto il più possibile. L’ho detto e lo ripeto … HO BISOGNO DI RIPOSARE! Ne riparleremo tra un mese. Vado a dormire”! – e Primavera si allontanò senza voltarsi indietro. “È terribile! – esclamarono in coro tutti gli astanti – Un mese? Non possiamo aspettare così tanto! Qui ci vuole un piano alternativo!   
-Sì,sì - risposero in coro gli animali-pensiamo subito a qualcosa di efficace che possa risolvere questa triste vicenda senza mandare in crisi Fanciulla Primavera. Intervenne Orso bruno che ,abbassando il tono del suo vocione,disse :amici, la cosa non è facile;bisogna pensare bene, valutare con criteri giusti ciò che dovremo fare. Ebbene ognuno di noi faccia la sua proposta e valuteremo poi, la giusta soluzione.  
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Una delle prime proposte arrivate fu quella della volpe che, quasi a voler dimostrare il senso tipico “dell’essere una volpe”, quello di astuzia e capacità, confessò che seguiva da anni, nel suo lavoro, la Fanciulla Primavera, di cui era segretamente innamorata; la volpe, nel tempo, aveva annotato su un taccuino tutto quello che lei, durante il rinascere della natura, organizzava e creava per realizzare la Festa del Risveglio. La volpe, avrebbe voluto utilizzare gli appunti solo per “diventare interessante” agli occhi di lei e per dimostrarle che il suo sentimento era forte e pieno di attenzioni... ma ora c’era un’emergenza. La volpe allora decise di leggere gli appunti insieme agli altri; in questo modo avrebbero appreso qualcosa in più ed avrebbero potuto sostituirsi alla Fanciulla Primavera, facendola riposare,  almeno solo per questa volta, cercando di colmare, con l’impegno e con la loro presenza numerosa, le sue enormi capacità. Tra le tante proposte arrivate, e se ne attendevano altre, sembrava per il momento quella migliore anche perché il taccuino era pienissimo di dettagli, spiegazioni ed idee varie. Ricordarle a memoria sarebbe stato impossibile ma, dovendo solo leggerle ma, ahimè, realizzarle, avvalersene sembrava rappresentare la soluzione ottimale. E poi erano in tanti e tutti desideravano che la Festa si realizzasse, che la Primavera prendesse forza, e che la sua creatrice, riposasse. L’orso, il più rapido a reagire alla novità, pensò e spiegò il suo parere e disse:” Potremmo svegliarla tra un mese quando lei, riposata, potrà regalarci quel tocco finale che solo lei è in grado di dare”.
“Ottima idea, amico orso”! – commentò il Gufo. “Bene! Occorre dunque che tu, volpe, ci metta al corrente delle operazioni necessarie per la festa del risveglio. Ci riuniremo nella vicina radura domani all’alba. Ci rimane ancora qualche ora di luce prima che il sole tramonti, ed impiegheremo questo tempo cercando tutti gli altri abitanti del bosco: scoiattoli, tassi, lupi, volatili di ogni specie … Insomma, quanti più animali riusciremo a trovare. Io mi occuperò dei ghiri. Quei dormiglioni hanno bisogno di un incentivo potente affinchè si destino e siano operativi, e vi assicuro che il mio richiamo sarà efficace. Nessuno può resistere al mio verso, quando sono in forma e determinato. Gli farò fare un tale salto sul loro giaciglio! Eh eh ! – sogghignò l’orso, pregustando i suoi “effetti speciali”.
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Dunque il piano era in fase di attuazione. Ciascuno avrebbe avuto il proprio compito e non restava che darsi da fare. Non c’era tempo da perdere. L’indomani mattina all’alba, nella radura si ritrovarono quasi tutti gli abitanti del bosco. La volpe salì sopra un voluminoso ed alto masso di pietra per essere visibile a tutti gli altri ed esporre quanto appreso dopo la consultazione del Taccuino di Primavera. Sbadigliando, l’animale dal fulvo pelame si rivolse agli astanti:- Scusate amici, ma ho trascorso tutta la notte a leggere. Non avete la minima idea di quante siano le cose da fare. Non le avrei mai ricordate a mente. Ho pensato di prendere appunti, ma poi ho deciso che la miglior soluzione fosse che … prendessi in prestito il libricino di Primavera! – e lo mostrò a tutti. La prima reazione fu di protesta. In particolare si oppose strenuamente l’animale più onesto del gruppo, fidato collaboratore della Fanciulla: l’orso. Era lui che aveva preso in mano la situazione quando tutto sembrava compromesso. Mai avrebbe accettato un furto, sia pur a fin di bene:- Come hai osato appropriarti del Taccuino di Primavera? Sai quanto lei ne sia gelosa. Contiene tutti i suoi segreti per risvegliare la natura. Avresti dovuto solo dare una sbirciatina per riferirci come agire! Tu …tu … sei un ladro! Tutti sanno che di te non c’è da fidarsi. Non posso credere di averlo fatto io. Andrai immediatamente a restituire il maltolto! - Quante storie! Volete capire o no, branco di testoni, che se non ci rimbocchiamo le maniche, si fa per dire, quest’anno avremo un inverno interminabile? Volete saltare il periodo più bello dell’anno? Come ripeto è solo un prestito e metterò il libretto al suo posto prima che la Fanciulla si accorga che manca. A quel punto, se ognuno farà il suo lavoro con responsabilità, potremo chiamare Primavera per il tocco finale, quel magico tocco che solo lei sa dare. Che ne dite?
Agli uccelli, quelli più grandi, fu affidato il compito di spostare le nuvole mentre a quelli più piccoli, con i loro cinguettii, di creare l’atmosfera giusta in tutto il mondo vivente; alle marmotte, agli scoiattoli e a tutti i piccoli animali della foresta quello di parlare con gli alberi e con tutta la natura affinchè si svegliassero dal loro torpore e si liberassero dalle loro maglie protettive invernali, a tutti i felini ed in particolari ai leoni e alle tigri fu chiesto di far muovere gli animali per le migrazioni mentre i pesci  furono incaricati di fare altrettanto nel mondo del mare. Tutti dovevano essere avvisati che non si sarebbe dovuto attendere nessun segnale particolare ma che tutti, con il proprio impegno, avrebbero dovuto contribuire a costruire la “nuova primavera”.
La volpe leggeva e leggeva … e più leggeva e più si rendeva conto di quale lavoro la Fanciulla avesse fatto per anni, per secoli, per millenni. Un senso di gratitudine e di profonda considerazione cresceva nei suoi confronti ora che lei, Volpe innamorata, era impegnata a fare la primavera e non solo ad attenderla.
Non ricordava tutti gli appunti ma ricordava delle sensazioni che le fornivano, sensazioni appaganti.
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Ad un certo punto pensò … ora ci vuole il tepore, quello che fa capire che la stagione sta cambiando e quello che crea la voglia di rifiorire. Sfogliò gli appunti ma non trovò nulla di utile e cercò di riprendere i suoi ricordi di quando seguiva, passo dopo passo, la Fanciulla primavera. Ad un certo punto ebbe un’idea, un’idea degna del suo essere volpe. Chiamò tutti al raduno ed ordinò, sembrandole il modo più rapido per ottenere dei risultati, che tutti, tra esseri viventi e natura, si abbracciassero in un abbraccio forte e caloroso, pieno di amore e di affetto, un abbraccio capace di accendere la miccia, quella  della temperatura sufficiente a far ripartire il risveglio definitivamente. E così accadde … 
Che l’aria da fredda si fece tiepida; la rugiada sostituì la brina e la nebbia, quella delle pianure, lasciò pian piano il posto al sole che completò il lavoro illuminando e riscaldando la terra.
Fu così che tutto ciò che doveva germogliare  germogliò; ad ogni albero si aprirono le gemme e ogni fiore prese a profumare l’aria stimolando il prezioso lavoro di impollinazione delle api.
A fine giornata, al calare del sole, l’aria tornò fresca, ma non così tanto come prima e fu così che apparvero le lucciole, puntini luminosi che come occhi bonari guardano la notte.
Ormai il procedimento era avviato; tutto era pronto per la festa: non restava che svegliare dal suo riposo Fanciulla Primavera.
“La risveglierò io con un bacio sulla fronte !” si offrì la volpe sempre più innamorata.
“No, spetta a me, quale suo braccio destro !” asserì l’orso.
“Lo faremo noi cinguettando !” proposero i merli e gli usignoli.
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Insomma, ogni animale, ogni genere di creatura si offriva con proposte per svegliare la fanciulla e in questo fervore nessuno si accorse che ….
Fanciulla Primavera era fra di loro e li ascoltava, e li osservava con  interesse ed infinita tenerezza. Il suo cuore era colmo di gioia e di dolore allo stesso tempo, ma un dolore dolce e una tenerezza soffusa tanto che le sfuggì una lacrima. Dagli occhi ormai umidi e luccicanti scese pian piano quella goccia (preziosa) rigandole la guancia di un brillante verde  smeraldo; poi sul collo e attraversandole l’intero corpo, indifferente alle severe leggi della gravità, si depositò ai suoi piedi.
Nel generale frastuono di chiacchiere e proposte degli animali, un brivido di indescrivibile emozione attraversò ogni essere vivente.
Silenzio per pochi istanti ….
… Poi fu subito festa !

(Daniela Bonifazi, Cecilia Bonazzi, Maria Laura Celli, Umberto Flauto)