Il segreto della Torre di Pisa
(storia semi fantastica del gruppo Fantasia in Rete)
Era una notte buia e tempestosa (strano questo genere di storie inizia sempre così) come raramente accadeva a Pisa dove, di solito, regnava il bel tempo e la dolce brezza marina.
Due figure, curve sotto mantelli neri con il cappuccio alzato, percorrevano silenziosamente la strada che, costeggiando la muraglia, immetteva nella piazza dei Miracoli.
La pioggia battente rendeva lucidi i mantelli delle due figure che, faticosamente avanzavano, contro il vento e la pioggia, rasente il muro, aiutate dalla luce tremolante di una torcia elettrica.
A ogni rumore, al lampeggiare dei fari di qualche rara macchina di passaggio si accostavano immediatamente al muro attaccandovisi come ragni neri, sul nero della parete.
Proprio vicino all’angolo del muro si fermarono e armeggiarono alla serratura di una porticina che a malapena si intravedeva.
Aperta con cautela e illuminandone l’ingresso, si inoltrarono repentinamente, richiudendo con cura la porta dietro di loro.
Percorsero un lungo corridoio ad arco che discendeva con degli scalini nelle fondamenta del muro; la volta era tutta in mattoni che trasudavano umidità e piena di muffa verde. Squittii di topi e fruscii sinistri si udivano davanti al loro avanzare. Si presero per mano come per darsi coraggio e continuarono a inoltrarsi imperterrite in quell’ambiente misterioso. L’esplorazione del cunicolo andò avanti per lungo tempo, sino a che giunsero di fronte a un’altra porta di foggia antica, che si apriva su un muro in granito circolare innalzato verso il soffitto senza continuità.
“Siamo arrivate finalmente” disse la prima figura richiudendo la porticina e facendo luce a una sala circolare col pavimento di pietra e le pareti costruite con grossi blocchi di marmo bianco.
“Meno male, non ne potevo proprio più Serenella. Ogni volta che veniamo sin quaggiù questo lungo percorso sotterraneo mi prende lo stomaco” disse la seconda figura.
“Stefania coraggio, lo sai che stiamo facendo la cosa giusta!”rispose Serenella, che cominciò ad azionare un generatore di corrente enorme e di foggia antiquata situato vicino alla porta.
All’improvviso tutta la stanza si illuminò di una luce vivida, che rivelò una serie di tavoli di legno massiccio sui quali erano posti in bell’ordine libri antichi, risme di carta pergamena e, al centro, un modernissimo computer.
“Sono anni che ci stiamo lavorando a questa idea Stefania e finalmente abbiamo avuto il beneplacito di tutti gli adepti al nostro Gruppo ! L’Officina della Fantasia, da questa notte, è una realtà! Basta improvvisazioni, basta arrangiamenti dell’ultima ora. D’ora in poi tutto sarà organizzato per benino e potremo, tutti insieme,creare nuove favole e racconti da poter divulgare a tutti i bambini del mondo!”
“Meraviglioso Serenella!! Non avrei mai pensato che saremmo arrivati a questo quando decidemmo insieme d' iniziare a creare storie fantastiche, filastrocche, fiabe! Quanto tempo è passato, quante esperienze, quanti amici e quante amiche si sono unite a noi in questo lungo fantastico viaggio!”
“Adesso, dobbiamo organizzare tutta l’Officina e iniziare ad attribuire i compiti a ognuno dei partecipanti: forza Stefania iniziamo!”
E così dicendo iniziarono col compilare il lungo elenco degli amici appartenenti al gruppo. Avrebbero poi dovuto, sulla base delle peculiarità e delle disponibilità indicate dai seguaci di Fantasia, passare all'assegnazione dei compiti. Era molto importante fare bene il lavoro di suddivisione delle attività da svolgere: da esso dipendevano la sopravvivenza e l'evoluzione ulteriore del gruppo.
La difficoltà del compito era smisuratamente acuita dal fatto che bisognava fare tutto di nascosto, stando attentissimi a non essere scoperti. L'Essere che, provenendo da un pianeta lontano anni luce dalla Terra, voleva assoggettare la mente degli umani, stava cercando tutti i computer, i libri, i manuali e ogni scritto esistente per distruggerli, soprattutto voleva impedire che i bambini fossero raggiunti da fiabe, racconti, filastrocche, poesie in modo da poter crescere un'umanità priva di ideali, di moralità, senso etico e soprattutto di "Fantasia".
l'Essere non sapeva che, se lo Spirito di Fantasia, custodito nel grande scrigno arcobaleno, fosse rimasto ancora visibile, il gruppo avrebbe continuato ad avere vita.
Stefania rivolse a Serenella uno sguardo triste, stringendo tra le mani lo scrigno che a turno custodivano. Aveva mille sfumature colorate, era trasparente come l'aria, ma forte come la roccia; proteggeva lo Spirito lasciandolo tuttavia visibile.
- E' sempre più fioca la sua luce, vero?- le disse Serenella, preoccupata come lei, ma piena di speranza.
E Stefania - Mi si stringe i cuore!
"Forza, dobbiamo darci da fare, non c'è più tempo da perdere, guarda!" E così dicendo Serenella indicò lo schermo del grande computer, nel frattempo acceso, che lanciava sinistri bagliori rossastri di virus che l' Essere aveva lanciato nell'etere per distruggere il Gruppo. "Presto, presto, presto!!!!"
Insieme, riposero al sicuro lo scrigno nel borsone nero. Poi, velocemente, azionarono il dispositivo che dalla sala sotterranea faceva innalzare l' Antenna di Fantasia su, su, attraverso il centro della Torre di Pisa sino al cielo per poter lanciare i messaggi di SOS a tutti i componenti del Gruppo sparsi ovunque.
Sì, perché quella sala, se non lo avete ancora capito, ma non ci credo, era stata ricavata secoli prima dai costruttori della Torre di Pisa, proprio sotto le sue fondamenta e, all'epoca, serviva agli scienziati di quel periodo, per certi loro esperimenti di astronomia e astrologia.
"Io chiamo subito Cuore Rugoso perché venga immediatamente a darci una mano a neutralizzare questi virus malefici che stanno invadendo il nostro mega computer" esclamò Stefania e subito si attaccò al telefonino componendo il numero di Roberto.
Cuore Rugoso rispose dopo un po' di tempo al cellulare, poiché impegnato nella preparazione di una nuova mistura di ponce, da far assaggiare alla prima occasione agli altri amici di Fantasia.
Era sua convinzione che quel nettare avrebbe acceso e rinvigorito la Fantasia di ognuno di loro.
"Pronto!! Che c'è Stefania? Sono occupato maremma. . . " "Abbiamo bisogno di te pigrone, dai vieni che abbiamo il computer del gruppo pieno di virus" Roberto non fece neanche finire Stefania che già aveva chiuso casa, tirato fuori dalla rimessa il camper laboratorio e, infilata una cerata giallo canarino, apriva già il cancello per precipitarsi in piazza dei Miracoli. "Mammaremma beata, ma tu pensa un povero cristo, bello, tranquillo al calduccio, indaffarato con le su cose che deve pigliare e correre da quelle due per risolvergli i problemi!!!" Pur borbottando però Roberto spingeva sempre di più sull' accelleratore. Sforzando al massimo dei giri il vecchio camper, che ruggiva come un vecchio leone ferito.
Cuore Rugoso in un baleno arrivò al parcheggio sotto le mura. Prese dal Camper una grossa valigia con tutto l'armamentario necessario e si precipitò, esaurendo ben presto tutte le Maremme del suo repertorio per il corridoio sotterraneo e per le mille volte che aveva rischiato di cadere, alla sala dove Stefania e Serenella erano disperatamente alla ricerca del modo di bloccare tutti quei virus che continuavano a pervenire nel computer di Fantasia.
"Oh bimbe, o che succede Maremma informatica?" esclamò Roberto avvicinandosi allo schermo del computer.
"Roberto presto dacci una mano a fermare quest'invasione di extra corpi!!" esclamarono all'unisono le due ormai allo stremo.
"Calme bimbe son qui apposta" e così dicendo aprì la valigia e ne estrasse degli strani marchingegni di cui solo lui conosceva l'uso. Collegò alcuni spinotti, accese dei monitor e iniziò a digitare freneticamente sulla tastiera. Passarono i minuti: 5, 10, mezz'ora, un'ora e Roberto sudava. Le gocce di sudore cadevano sulla tastiera, mentre lui continuava a immettere ordini al computer e gli strumenti rispondevano, attraverso strani suoni, ogni qualvolta lui inseriva nuovi dati nel cervellone.
"Ecco bimbe, maremma fiabesca, è stata dura ma alla fine ce l'ho fatta!!" esclamò trionfante Cuore Rugoso detergendo con un fazzolettone, il sudore che, altrimenti sarebbe sceso dalla fronte, sulla barba incolta, che Stefania più volte aveva consigliato di radere, irrorandola. Fino a cessare il suo percorso negli interstizi dei tasti della tastiera.
" Per ora è a posto, però il problema non è nel computer, quanto negli utilizzatori. Occorre che i vostri, anzi i nostri membri del gruppo, facciano azione comune a inserire ripetutamente nuove storie, nuove fiabe, nuove filastrocche per impedire al nemico di bloccare il computer e prelevare quanto vi è già registrato":
" Hai ragione Roberto" rispose Serenella "è per questo che siamo venute questa sera nonostante il maltempo. Abbiamo iniziato una nuova era di Fantasia e ora dobbiamo decidere l'attribuzione dei vari compiti tra tutti i nostri amici sparsi in tutta Italia e, insieme, iniziare una nuova campagna di racconti, di fiabe e di filastrocche in modo di sconfiggere quest'essere immondo".
Detto fatto, le due iniziarono a inviare messaggi tramite l'antennona che si ergeva dal centro della sala su su per la torre di Pisa per chiamare a raccolta tutti quanti: Daniela, Lalla, Milvia, Rossella, Maurizia, Umberto, Silvia, Gian, Maria Laura, Sergio, Wanda ecc.ecc.ecc. Son più di quattrocento, se li elenco tutti si finisce a Natale e siamo solo a maggio. . .
Piano piano tutti risposero con entusiasmo all'appello; chi da Milano, chi da Firenze, chi dalla Calabria insomma per farla breve tutta l'Italia era presente su quello schermo nonostante l'ora tarda e nonostante tutto.
"Bene son proprio contenta" disse Stefania abbracciando Serenella e dando un bacio a Cuore Rugoso. "Bravo Roberto!! Sei stato grande" e gli schioccò un secondo bacio proprio sulla gota irsuta. "Dai Stefania un fare così che mi fai ricordare i tempi, beh ! Lasciamo perdere ovvia!"
Sino all'alba si diedero da fare a lanciare messaggi a tutti i membri del gruppo, freneticamente, chiamando a raccolta per la causa comune maestre, professoresse, casalinghe, impiegati, pensionati di tutte le età e di tutt'Italia. Si accorsero che era giorno dal raggio di sole che era penetrato attraverso il foro al centro della sala dove saliva l'antenna.
"Uff ! Non ce la faccio più, sono stravolta" esclamò Stefania raddrizzando la schiena dolorante. "A chi lo dici" rispose Serenella che aveva gli occhi stralunati e stava cercando di tirare i muscoli delle gambe facendo dello stretching.
Entrambe, udendo un rumore continuo e ritmico proveniente dal fondo della sala, si allarmarono ed volgendosi nella direzione della sua fonte, si accorsero di “Cuore Rugoso” che raggomitolato sul pavimento di pietra, coperto alla meglio dalla cerata gialla, si era addormentato, russando sonoramente.
"Beato lui che ci riesce" disse Stefania.
Riuscirono a svegliarlo dopo diversi scossoni: "Dai pigrone svegliati!!! Abbiamo finito è ora di andare".
"Maremma Pisana che sonno!" esclamò Roberto stropicciandosi gli occhi e cercando di alzarsi. " E ora che si fa bimbe? Ci si va a fare un cappuccino e una brioche al bar della piazza?" Spensero il computer, raccolsero diversi documenti che nel frattempo avevano stampato e spegnendo il generatore richiusero la porta accuratamente inoltrandosi nel corridoio. Finalmente uscirono furtivamente dalla porticina sulla strada e rividero con sollievo la luce del giorno.
La luce, il sole, l’aria frizzante regalavano quell’energia utile a riprendersi da una nottata in cui gli eventi si erano susseguiti senza tregua. Serenella, Stefania e Roberto erano esausti, ma felici poiché le cose stavano accadendo molto più velocemente di quanto immaginassero e il progetto fatto di mille piccole storie, di mille piccole fiabe e filastrocche stava per diventare una incredibile realtà e tutti ne erano testimoni ed attori. Ma la cosa che adesso urgeva era quella di alimentarsi, certo una bella e sana colazione, a base di quel cappuccino e quella brioche, che aveva, in cuor loro, il sapore della favola, l’odore del sogno e il piacere del dormiveglia, ci voleva proprio. Nello stesso tempo, era un modo per progettare altre idee, per impedire che strane forze oscure si impadronissero del sistema. Ma la situazione, sembrava ora diversa, dopo che tutti avevano aderito con entusiasmo, con impegno e specialmente con l’invio di momenti di creatività conditi con un pizzico di fantasia.
Il Bar in piazza intanto era già pieno di persone, forse quella luce, quello spicchio di sole avevano “trillato” la sveglia a tutti o forse si erano alzati in massa, presto, per scrivere qualcosa da inviare all’Officina? Ahahahahah… risero di gusto tutti e tre mentre i presenti li osservavano, ignari di cosa stessero pensando e di ciò che d'importante fosse accaduto durante la notte.
Mentre ridevano e gustavano la loro meritatissima colazione ecco apparire una nuova idea: sarebbe stato bello scrivere storie e filastrocche, in cui poter insegnare ai ragazzi a riscoprire la buona alimentazione, il gusto vero del cibo e, perché no, la scoperta del piacere del sano ridere con gli amici. E poi e poi, tante altre ancora. Bastava afferrare quel filo, che la fantasia ci porgeva, per poter trovare una moltitudine di strade da percorrere e pure quella per accedere a qualsiasi labirinto.
“ La borsa, oddio la borsa!” Esclamò con voce concitata Serenella,
sbiancando come un lenzuolo in candeggina. Come solito, si era dimenticata del suo borsone nero.
“Eccolo qua “ rispose Stefania a Serenella, che tirò un sospiro di sollievo, mentre il colore del suo viso subiva un brusco passaggio dal bianco all' amaranto, tanto da rischiare un ictus.
“ E meno male che ci hai pensato tu, come al solito! Temevo fosse rimasta nei sotterranei." disse Serenella a Stefania.
Stefania, sorridendo divertita, lentamente dischiuse il borsone e, con la felicità nella voce chiamò Serenella, per rasserenarla ulteriormente e, facendola rischiare di esser appellata addirittura "Serenellissima" la invitò a guardare all'interno di esso.
SSSSSSSSSSSSSS, sussurrava la voce, ma poi la luce ha una voce? Certo, basta ascoltare! Tanto è vero che, Serenella la sentì, perché la luce attraverso la sua voce, giunse prima all'orecchio, poi l'intensità della sua immagine approdò all'occhio, invadendo la retina. Seguì un urlo.
Un urlo forte, non di dolore ma, di gioia pura, esplose dalla sua bocca, facendo voltare alcuni turisti. Ma lei era talmente raggiante che nemmeno se ne accorse. Guardò Stefania, e, si sorrisero, felicissime che lo Spirito della Fantasia fosse tornato a risplendere.
Roberto disse a Serenella:“ Maremma ciua, credevo ti avessero dato un morso in un orecchio e un altro in un occhio!" Al che un po' per la battuta, un po' per l'allentamento della tensione, il trio scoppiò in una grassa e liberatoria risata.
E fu sull'onda di questa che furono spinti a ordinare un altro vassoio colmo di brioches alla crema pasticcera.Lo Spirito della Fantasia aveva sconfitto l'Essere maligno ed ora splende ogni giorno di più e, insieme ai suoi bagliori, emana e sparge i semi della creatività in ogni animo che a lui si voglia aprire.
Ma è soprattutto quel filo, bello, colorato, splendente, prezioso e forte, non meno di quello prodotto da un baco da seta, ad unire gli amici della Fantasia.Un filo al quale tutti noi stiamo aggrappati, diventando sempre di più un gruppo coeso, forte, e fantasioso.
Le immagini sono state tratte dal web
Wery good!!
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