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"SUL FILO DEL RASOIO" di Stefania Galleschi - Serenella Menichetti - Cecilia Bonazzi - Milvia Di Michele


    SUL FILO DEL RASOIO


Disegno di Azione Creativa
                 

-Sai … quel litigio che ti raccontavo … quello che abbiamo visto io e Francesca?
Mi ha detto improvvisamente Moreno, mentre sparecchiavo il tavolo.
-Oggi  hanno ammazzato uno di loro, anzi, si sono sbagliati, hanno ammazzato il fratello gemello di chi stava litigando!
Io dico –Viviamo sul filo del rasoio!
Mio marito si volta, lui ha capito cosa intendo. Non si tratta solo di un errore che ha visto vittima chi non doveva esserlo … è tutto!
Basta poco, pochissimo per farci sprofondare nella tragedia, o impazzire, o diventare malvagi.
E non è solo questione di impegno nostro, o di valori, o di povertà o che …
Siamo tutti precari dentro la normalità, e proprio perché “ è normalità” … non ne godiamo, ma la diamo per scontata.
Sul filo del rasoio …
In carcere, nei manicomi, a vivere sotto i ponti ci sono persone come noi, ci potremmo essere tranquillamente anche noi, magari soltanto tra poco tempo, o più in là, ma potrebbe comunque accadere.
C’è sempre questa possibilità, ci accompagna come ombra, si muove, si allunga, si accorcia, scompare con il buio, ma poi riappare.
Allora: cosa fare?
Però oggi c’è il sole, e io andrò fuori a passeggiare.
Cammino ricordando momenti pesanti. Poteva accadere … sì, un attimo di disperazione e potevo cercare di morire, un attimo di rabbia e avrei potuto diventare aggressiva.
Ma oggi c’è il sole …
E’ questo che aiuta, lasciar scorrere le ore e aspettare il sole.
 C'è il sole ma, mentre cammino, il mio pensiero, continua a vedere la lama lucente del rasoio che mi consente di continuare una vita, magari dura talvolta, anche tragica ma che mi dà ancora un appiglio per essere vissuta.
Non è stato così per mio cugino. Lui felice forse non lo è mai stato nemmeno da ragazzo, quando un pauroso incidente lo tenne per lungo tempo fra la vita e la morte. La sofferenza per quella gamba più corta che lo costringeva a zoppicare, ma poi l'incontro con una ragazza bella che lo amava e la nascita del figlio adorato. La vita ha saputo dargli solo 20 anni di normalità perchè quell'unico figlio, proprio a 20 anni se ne è andato in una notte di pioggia quando tutti festeggiavano l'epifania. E mio cugino, non ha saputo più cosa fare della sua vita. La lama del rasoio ha reciso pian piano i fili che lo legavano all'esistenza. Ha continuato a far finta di sorridere, a mangiare... male, a bere talvolta un bicchiere di troppo, a stare sveglio ogni notte, a camminare, guidare, correre perché andava fatto ma l'ombra della morte, desiderata, ha pian piano steso il suo velo e se ne è andata via la voglia di vivere. E finalmente quel rasoio ha reciso anche l'ultimo filo che lo legava a un'esistenza ormai ripudiata, odiata.
Sì camminiamo tutti sul filo del rasoio, ma voglio accelerare il passo, c'è il sole!
E' possibile sfuggire alla lama del rasoio?
 Oggi più di ieri sfioriamo troppo spesso il filo del rasoio: lo sfioriamo talmente tanto da tenerlo sempre affilato. Ci sono persone che lo sfuggono costantemente. Purtroppo talvolta accade che sia lui a cercare loro, magari in maniera fortuita.
Il filo del rasoio, sfodera le sue armi seducenti perché ama essere avvicinato, dalla gente.
Sa essere abbagliante, come una moneta. Sinuoso e accattivante come una bella donna. Attraente come una calamita e, comunque sempre allettante e pieno di promesse.
Come si fa in queste circostanze a sfuggirlo?
Basterebbe pensare che i suoi bagliori siano dei miraggi e che il suo scopo sia  esclusivamente quello di ferire, annientare, uccidere.
Ci sono persone a cui piace vivere stabilmente sul quel filo tagliente. Altre, ci giocano, si divertono a sfidarlo, proprio come  i bambini al mare quando giocano con l'onda. Qualcuno addirittura ci cammina sopra come quel filo fosse l'unica strada degna di essere percorsa.
“ Non si può camminare  sempre sul filo del rasoio!” Diceva la mamma !
Un filo pericoloso, che invece sembra apparire a molti come “il percorso  dell'arcobaleno”  un percorso magico da fare  in tutti i modi per poter raggiungere al traguardo: la grossa  pentola panciuta, colma di monete d'oro, presente nell'immaginario collettivo di ognuno di noi.
Forse lo vedevano così, anche quei giovani delinquenti, autori, di una rapina in villa, commessa a pochi metri da casa mia.
In questo caso  però la lama del rasoio è partita come un boomerang, andando a colpire, a caso.
Sfortunatamente ad esserne colpita a morte, è stata la vittima del furto.
Ne è purtroppo rimasto  affascinato, anche quel giovane padre, che ha voluto percorrerlo, per conoscere l'ebbrezza della velocità: in una corsa clandestina, insieme ad amici, schiantandosi poi, contro un muro.
Oppure  Claudia, che ha voluto sfidarlo, vincendo la paura ,( altrimenti il gruppo l'avrebbe derisa) : ingerendo più volte quella sostanza ambrata, così ammaliante, dal sapore esotico. insieme alla quale ha buttato giù anche quella pillola, dal nome accattivante, rimanendo sconfitta.
 Vivere sul filo del rasoio certo non conviene. Non è sicuro.

Eppure Leonardo, il figlio di mio cugino, aveva provato a sfuggire a quel filo. Lui che amava spasmodicamente le moto che, fin da giovanissimo, aveva cavalcato incurante del pericolo, un giorno, non ancora ventenne, aveva detto: -Basta!- Aveva venduto l'ultima sua moto, la più bella, quella che aveva tanto desiderato... per vivere. Pochi mesi dopo, in una serata di pioggia, sopra un'auto ferma sulla corsia di emergenza per un guasto, con alla guida un ragazzo come lui... un boato, un camion a tutta velocità ha spazzato via quelle due giovanissime vite.
Lui aveva provato a non incrociare quel rasoio, aveva cercato di sfuggire alla sua lama, il suo sacrificio non è servito.
 Pensando che la vita sia paragonabile a un'altalena, con i suoi alti ed i suoi bassi, come dice una nota canzone, credo sia certamente più sicuro salire sull'altalena la cui tavoletta sia fissata a catene robuste, e non su quella appesa  ai fili del rasoio. Ma alcune volte non basta!
 E penso a te, mia cara Franci, immaginando il tuo percorso:
Silenzio … silenzio soprattutto dentro di me … e vuoto … un vuoto esplosivo … lascio scorrere … tutto scorre … lascio perdere … tutto … le parole, le frasi … mi rimbombano nella testa … non sento niente … non percepisco niente … non ho sensazioni, né sentimenti … sento solo lo stomaco chiuso … che mi si chiude sempre più … e buio, come in uno stretto corridoio … non vedo l’uscita … non c’è uscita … lo sguardo si ferma…anche il fiato si ferma…
 Aspetto che finiamo la colazione, poi … è tutto pronto…                                                                                        
 Non ne posso più! Non ce la faccio più!  Com’è stato possibile ? Vorrei urlare il mio dolore ! … ma non ho più nemmeno la forza di sorridere.                        
Ma loro non ne hanno colpa … li farei solo soffrire … loro mi amano … faccio finta di niente … come in tutti questi mesi … non devo pesare su di loro … non ho mai pianto… piango dentro … per non farli soffrire …  sorrido, rido, sdrammatizzo … forse sono solo smorfie, ma più di così non riesco. Abbozzo un altro sorriso e un saluto quando escono …                                                                                     
Ora sento le lacrime: silenziosamente, scendono … ma dentro … una voragine … un pozzo senza fine … sabbie mobili che mi tirano giù …
Mi si affollano immagini e parole … è sempre più buio … mi sembra di avere un paraocchi … e il petto che mi esplode … la testa mi esplode … Non ho più fiato … non so più respirare … non so più amare … nemmeno mio marito … nemmeno i miei bimbi … Ma che esempio sono per loro?                                                                             Che esempio sono per i miei figli ? Che esempio  posso dare ?
Mi sento risucchiare … non sto quasi più in piedi … passo davanti allo specchio … No ! Non voglio guardare ! … Non voglio vedere …                                                         
Sono mesi che la vista mi si è abbassata  sono sempre più stanca ho male ovunque non ascolto più musica non canto  … e tutto questo per ?
La mia vita mi passa davanti … come una corda tesa … che si flette tra le mie mani … si piega … si annoda …
Mi fermo: cosa sto facendo ? Che esempio sono per la mia famiglia ? Che cosa lascio ?
Guardo la corda che tengo tra le mani … senza accorgermene …

Silenzio … silenzio  dentro di me … e vuoto … lascio scorrere … tutto scorre … lascio perdere … tutto … le parole, le frasi … mi rimbombano nella testa: no, non più … non sento niente … non percepisco niente … non ho sensazioni, né sentimenti … sento solo lo stomaco chiuso … e buio, come in uno stretto corridoio … non c’è più uscita … lo sguardo si ferma … anche il fiato si ferma … ma non dimentico …
Dissociazione … col senno di poi.


Foto tratta dal Web

Bene, Franci,
alla fine hai deciso di partire
più leggera e diversa
più sollevata spero …
Il tuo viso è scavato
e contorto di sofferenza,
i tuoi capelli sciupati …
Certo famiglia e amici
non la pensano come te
ma, capisci,
il vuoto che lasci in loro
è troppo profondo
per accettare la tua scelta …
Avevi preparato tutto:
ti avevano invitata
il giorno prima
ma tu declinasti l’invito:
“Ho un impegno domani
non posso venire”
Spesso è la vita a decidere per noi
ma tu sei sempre stata la più forte
e hai voluto decidere tu.
Mi ricordo quella sera
che ci eravamo accordate per uscire
noi amiche delle medie:
eravamo venute a casa tua
e c’era quel disco che si sentiva per tutta la casa
e tua madre che ti urlava qualcosa
e tu le rispondevi con lo stesso tono ….
e i migliori successi di Rod Stewart come sottofondo.
Ora tua madre è seduta su una sedia
di fianco a te che parla con una tua amica:
non si danno pace, non capiscono
come puoi aver fatto un gesto simile
come puoi aver lasciato i tuoi bambini
di cinque e tre anni che pure
amavi tanto ….
Ma io ti capisco, vedo nel tuo volto
e nei tuoi capelli il motivo della tua scelta:
una diagnosi sbagliata, la cura sbagliata
e invece di aiutarti …
Vai a capire tu di chi ci si può fidare !
Sai, questa notte il vento ha soffiato rabbioso
e mi è parso di sentire un tuo ultimo sfogo;
un ultimo impeto verso una vita
che non ha saputo accoglierti così come sei.
Io l’accetto Franci …
Buon viaggio.

 Camminiamo sul filo di lama ,ferendoci e sanguinando. E tuttavia procediamo .
A volte crediamo d’essere intoccabili, che il dolore non ci raggiungerà:  sciocchi!
Da cosa vogliamo salvarci? Come possiamo pensare di essere felici quando c’è intorno a noi chi è disperato?
Noi siamo gli altri, noi siamo Leonardo, mio cugino, Franci, noi siamo i bimbi feriti dalle guerre, i suicidi, le stuprate, i vecchi dimenticati, i giovani disperati e incattiviti dalle delusioni, noi siamo i matti che si fanno la pipì addosso, nostre sono tutte le ferite dei corpi e delle anime del mondo!
Come faremo a trovare la felicità, senza farci attraversare dalla sofferenza dell’umanità,
senza la …compassione?
La compassione! L’abbraccio che unisce le creature …
Con questo senso di appartenenza e di fusione noi risaliremo dall’inferno di questo soffrire, saliremo la china, guarderemo il cielo, il misterioso, bellissimo cielo, con la luna bianca e pieno di stelle nelle notti serene, e con il sole quando il giorno è bello.
E oggi c’è il sole ed è Primavera … e io passeggio sui sentieri erbosi di questo posto che è un qualsiasi  punto del nostro mondo.

Foto di Azione Creativa
                                                                                          


Stefania Galleschi - Serenella Menichetti - Cecilia Bonazzi - Milvia Di Michele

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