SUL FILO DEL RASOIO
Disegno di Azione Creativa |
-Sai … quel litigio che
ti raccontavo … quello che abbiamo visto io e Francesca?
Mi ha detto
improvvisamente Moreno, mentre sparecchiavo il tavolo.
-Oggi hanno
ammazzato uno di loro, anzi, si sono sbagliati, hanno ammazzato il fratello
gemello di chi stava litigando!
Io dico –Viviamo sul
filo del rasoio!
Mio marito si volta, lui
ha capito cosa intendo. Non si tratta solo di un errore che ha visto vittima
chi non doveva esserlo … è tutto!
Basta poco, pochissimo
per farci sprofondare nella tragedia, o impazzire, o diventare malvagi.
E non è solo questione
di impegno nostro, o di valori, o di povertà o che …
Siamo tutti precari
dentro la normalità, e proprio perché “ è normalità” … non ne godiamo, ma la
diamo per scontata.
Sul filo del rasoio …
In carcere, nei
manicomi, a vivere sotto i ponti ci sono persone come noi, ci potremmo essere
tranquillamente anche noi, magari soltanto tra poco tempo, o più in là, ma
potrebbe comunque accadere.
C’è sempre questa
possibilità, ci accompagna come ombra, si muove, si allunga, si accorcia,
scompare con il buio, ma poi riappare.
Allora: cosa fare?
Però oggi c’è il sole, e
io andrò fuori a passeggiare.
Cammino ricordando
momenti pesanti. Poteva accadere … sì, un attimo di disperazione e potevo
cercare di morire, un attimo di rabbia e avrei potuto diventare aggressiva.
Ma oggi c’è il sole …
E’ questo che aiuta,
lasciar scorrere le ore e aspettare il sole.
C'è il sole ma,
mentre cammino, il mio pensiero, continua a vedere la lama lucente del rasoio
che mi consente di continuare una vita, magari dura talvolta, anche tragica ma
che mi dà ancora un appiglio per essere vissuta.
Non è stato così per mio
cugino. Lui felice forse non lo è mai stato nemmeno da ragazzo, quando un
pauroso incidente lo tenne per lungo tempo fra la vita e la morte. La
sofferenza per quella gamba più corta che lo costringeva a zoppicare, ma poi
l'incontro con una ragazza bella che lo amava e la nascita del figlio adorato.
La vita ha saputo dargli solo 20 anni di normalità perchè quell'unico figlio,
proprio a 20 anni se ne è andato in una notte di pioggia quando tutti
festeggiavano l'epifania. E mio cugino, non ha saputo più cosa fare della sua
vita. La lama del rasoio ha reciso pian piano i fili che lo legavano
all'esistenza. Ha continuato a far finta di sorridere, a mangiare... male, a
bere talvolta un bicchiere di troppo, a stare sveglio ogni notte, a camminare,
guidare, correre perché andava fatto ma l'ombra della morte, desiderata, ha
pian piano steso il suo velo e se ne è andata via la voglia di vivere. E
finalmente quel rasoio ha reciso anche l'ultimo filo che lo legava a
un'esistenza ormai ripudiata, odiata.
Sì camminiamo tutti sul
filo del rasoio, ma voglio accelerare il passo, c'è il sole!
E' possibile sfuggire
alla lama del rasoio?
Oggi più di
ieri sfioriamo troppo spesso il filo del rasoio: lo sfioriamo talmente
tanto da tenerlo sempre affilato. Ci sono persone che lo sfuggono costantemente.
Purtroppo talvolta accade che sia lui a cercare loro, magari in maniera
fortuita.
Il filo del rasoio,
sfodera le sue armi seducenti perché ama essere avvicinato, dalla gente.
Sa essere abbagliante,
come una moneta. Sinuoso e accattivante come una bella donna. Attraente come
una calamita e, comunque sempre allettante e pieno di promesse.
Come si fa in queste
circostanze a sfuggirlo?
Basterebbe pensare che i
suoi bagliori siano dei miraggi e che il suo scopo sia esclusivamente
quello di ferire, annientare, uccidere.
Ci sono persone a cui
piace vivere stabilmente sul quel filo tagliente. Altre, ci
giocano, si divertono a sfidarlo, proprio come i bambini al mare quando
giocano con l'onda. Qualcuno addirittura ci cammina sopra come quel filo fosse l'unica
strada degna di essere percorsa.
“ Non si può
camminare sempre sul filo del rasoio!” Diceva la mamma !
Un filo pericoloso, che
invece sembra apparire a molti come “il percorso dell'arcobaleno”
un percorso magico da fare in tutti i modi per poter raggiungere al
traguardo: la grossa pentola panciuta, colma di monete d'oro,
presente nell'immaginario collettivo di ognuno di noi.
Forse lo vedevano così,
anche quei giovani delinquenti, autori, di una rapina in villa, commessa a
pochi metri da casa mia.
In questo caso
però la lama del rasoio è partita come un boomerang, andando a colpire, a caso.
Sfortunatamente ad
esserne colpita a morte, è stata la vittima del furto.
Ne è purtroppo
rimasto affascinato, anche quel giovane padre, che ha voluto
percorrerlo, per conoscere l'ebbrezza della velocità: in una corsa
clandestina, insieme ad amici, schiantandosi poi, contro un muro.
Oppure Claudia,
che ha voluto sfidarlo, vincendo la paura ,( altrimenti il gruppo l'avrebbe
derisa) : ingerendo più volte quella sostanza ambrata, così ammaliante,
dal sapore esotico. insieme alla quale ha buttato giù anche quella pillola, dal
nome accattivante, rimanendo sconfitta.
Vivere sul filo del rasoio certo non conviene. Non è
sicuro.
Eppure Leonardo, il
figlio di mio cugino, aveva provato a sfuggire a quel filo. Lui che amava
spasmodicamente le moto che, fin da giovanissimo, aveva cavalcato incurante del
pericolo, un giorno, non ancora ventenne, aveva detto: -Basta!- Aveva venduto
l'ultima sua moto, la più bella, quella che aveva tanto desiderato... per
vivere. Pochi mesi dopo, in una serata di pioggia, sopra un'auto ferma sulla
corsia di emergenza per un guasto, con alla guida un ragazzo come lui... un
boato, un camion a tutta velocità ha spazzato via quelle due giovanissime vite.
Lui aveva provato a non
incrociare quel rasoio, aveva cercato di sfuggire alla sua lama, il suo
sacrificio non è servito.
Pensando che la vita sia paragonabile a un'altalena,
con i suoi alti ed i suoi bassi, come dice una nota canzone, credo sia certamente
più sicuro salire sull'altalena la cui tavoletta sia fissata a catene robuste,
e non su quella appesa ai fili del rasoio. Ma alcune volte non
basta!
E penso a te, mia
cara Franci, immaginando il tuo percorso:
Silenzio … silenzio
soprattutto dentro di me … e vuoto … un vuoto esplosivo … lascio scorrere …
tutto scorre … lascio perdere … tutto … le parole, le frasi … mi rimbombano
nella testa … non sento niente … non percepisco niente … non ho sensazioni, né
sentimenti … sento solo lo stomaco chiuso … che mi si chiude sempre più … e
buio, come in uno stretto corridoio … non vedo l’uscita … non c’è uscita … lo
sguardo si ferma…anche il fiato si ferma…
Aspetto che
finiamo la colazione, poi … è tutto
pronto…
Non ne posso più! Non ce la faccio più!
Com’è stato possibile ? Vorrei urlare il mio dolore ! … ma non ho più
nemmeno la forza di
sorridere.
Ma loro non ne hanno
colpa … li farei solo soffrire … loro mi amano … faccio finta di niente … come
in tutti questi mesi … non devo pesare su di loro … non ho mai pianto… piango
dentro … per non farli soffrire … sorrido, rido, sdrammatizzo … forse
sono solo smorfie, ma più di così non riesco. Abbozzo un altro sorriso e un
saluto quando escono …
Ora sento le lacrime:
silenziosamente, scendono … ma dentro … una voragine … un pozzo senza fine …
sabbie mobili che mi tirano giù …
Mi si affollano immagini
e parole … è sempre più buio … mi sembra di avere un paraocchi … e il petto che
mi esplode … la testa mi esplode … Non ho più fiato … non so più respirare …
non so più amare … nemmeno mio marito … nemmeno i miei bimbi … Ma che esempio
sono per
loro?
Che esempio sono per i miei figli ? Che esempio posso dare ?
Mi sento risucchiare …
non sto quasi più in piedi … passo davanti allo specchio … No ! Non voglio
guardare ! … Non voglio vedere
…
Sono mesi che la vista
mi si è abbassata sono sempre più stanca ho male ovunque non ascolto più
musica non canto … e tutto questo per ?
La mia vita mi passa davanti
… come una corda tesa … che si flette tra le mie mani … si piega … si annoda …
Mi fermo: cosa sto
facendo ? Che esempio sono per la mia famiglia ? Che cosa lascio ?
Guardo la corda che
tengo tra le mani … senza accorgermene …
Silenzio …
silenzio dentro di me … e vuoto … lascio scorrere … tutto scorre … lascio
perdere … tutto … le parole, le frasi … mi rimbombano nella testa: no, non più
… non sento niente … non percepisco niente … non ho sensazioni, né sentimenti …
sento solo lo stomaco chiuso … e buio, come in uno stretto corridoio … non c’è
più uscita … lo sguardo si ferma … anche il fiato si ferma … ma non dimentico …
Dissociazione … col
senno di poi.
Bene,
Franci,
alla
fine hai deciso di partire
più
leggera e diversa
più
sollevata spero …
Il
tuo viso è scavato
e
contorto di sofferenza,
i
tuoi capelli sciupati …
Certo
famiglia e amici
non
la pensano come te
ma,
capisci,
il
vuoto che lasci in loro
è
troppo profondo
per
accettare la tua scelta …
Avevi
preparato tutto:
ti
avevano invitata
il
giorno prima
ma
tu declinasti l’invito:
“Ho
un impegno domani
non
posso venire”
Spesso
è la vita a decidere per noi
ma
tu sei sempre stata la più forte
e
hai voluto decidere tu.
Mi
ricordo quella sera
che
ci eravamo accordate per uscire
noi
amiche delle medie:
eravamo
venute a casa tua
e
c’era quel disco che si sentiva per tutta la casa
e
tua madre che ti urlava qualcosa
e
tu le rispondevi con lo stesso tono ….
e
i migliori successi di Rod Stewart come sottofondo.
Ora
tua madre è seduta su una sedia
di
fianco a te che parla con una tua amica:
non
si danno pace, non capiscono
come
puoi aver fatto un gesto simile
come
puoi aver lasciato i tuoi bambini
di
cinque e tre anni che pure
amavi
tanto ….
Ma
io ti capisco, vedo nel tuo volto
e
nei tuoi capelli il motivo della tua scelta:
una
diagnosi sbagliata, la cura sbagliata
e
invece di aiutarti …
Vai
a capire tu di chi ci si può fidare !
Sai,
questa notte il vento ha soffiato rabbioso
e
mi è parso di sentire un tuo ultimo sfogo;
un
ultimo impeto verso una vita
che
non ha saputo accoglierti così come sei.
Io
l’accetto Franci …
Buon
viaggio.
Camminiamo sul
filo di lama ,ferendoci e sanguinando. E tuttavia procediamo .
A volte crediamo
d’essere intoccabili, che il dolore non ci raggiungerà: sciocchi!
Da cosa vogliamo salvarci?
Come possiamo pensare di essere felici quando c’è intorno a noi chi è
disperato?
Noi siamo gli altri, noi
siamo Leonardo, mio cugino, Franci, noi siamo i bimbi feriti dalle guerre, i
suicidi, le stuprate, i vecchi dimenticati, i giovani disperati e incattiviti
dalle delusioni, noi siamo i matti che si fanno la pipì addosso, nostre sono
tutte le ferite dei corpi e delle anime del mondo!
Come faremo a trovare la
felicità, senza farci attraversare dalla sofferenza dell’umanità,
senza la …compassione?
La compassione!
L’abbraccio che unisce le creature …
Con questo senso di
appartenenza e di fusione noi risaliremo dall’inferno di questo soffrire,
saliremo la china, guarderemo il cielo, il misterioso, bellissimo cielo, con la
luna bianca e pieno di stelle nelle notti serene, e con il sole quando il
giorno è bello.
E oggi c’è il sole ed è
Primavera … e io passeggio sui sentieri erbosi di questo posto che è un
qualsiasi punto del nostro mondo.
Foto di Azione Creativa |
Stefania Galleschi - Serenella
Menichetti - Cecilia Bonazzi - Milvia Di Michele
Nessun commento:
Posta un commento