I sogni dei bambini
Louella lo aveva guardato, stupita di quel cambio di programma del tutto inusuale, ma poi si convinse che il pestifero figlioletto fosse esausto, dopo la gita scolastica, ed era uscita dalla cameretta in punta di piedi.
Quando il bambino udì la porta chiudersi, riaprì gli occhioni blu che ancora vedevano scorrere le immagini del meraviglioso film vissuto in quella giornata particolare, iniziata il mattino presto col raduno della sua classe al parcheggio della scuola; un pullman era pronto a partire con alunni e maestre per la tanto attesa gita all'Oasi di Baugiano, in una fattoria didattica molto rinomata in cui i bambini avrebbero potuto calarsi nei panni degli uomini primitivi e scoprire come essi lavoravano la terra per ricavarne dei frutti. Benjamin ripensò al viaggio di andata. Insieme ai compagni più affiatati aveva chiacchierato, scambiato figurine, raccontato barzellette che avevano suscitato l'ilarità generale. La classe era ormai abituata alle sue performances da comico dotato e lo apprezzava, ritenendolo il più simpatico tra tutti i compagni assieme a Lorenzo, che gli faceva spesso da “spalla” e con successo! Il ragazzino tuttavia non si era montato la testa e non faceva mai "il prezioso", anzi era disponibile e gentile. Una breve sosta intermedia per fare colazione ed andare in bagno e poi di nuovo in viaggio fino a destinazione. Un coro di esultanza si era levato alla vista della fattoria, che prometteva bellissime esperienze. I bambini erano scesi ordinatamente, sotto l'occhio vigile delle maestre, e si erano riuniti all'ombra di un grande albero aspettando che la loro avventura iniziasse.
Avevano visto la maestra Carmen parlare con una signora dall'aspetto gradevole, che si era poi avvicinata al gruppo e si era presentata: "Sarò la vostra guida in questa bellissima avventura. Avete voglia di venire con me"?
"Sìììììììì!!! - era stata la risposta entusiasta dei bambini.
"Allora seguitemi"! - aveva aggiunto la donna incamminandosi verso un sentiero stretto e costeggiato da alberi e cespugli. La "comitiva" trotterellava allegramente dietro di lei, impaziente di scoprire la sua destinazione. Gli alunni non avevano dovuto camminare a lungo. Ben presto erano giunti in un posto particolare: grandi capannoni aperti in legno e copertura di stuoie, fascine e cannicciato fitto e sotto di essi varie zone delimitate da bassi paletti e una cordicella a formare quadrati o rettangoli. Sul terreno si vedevano degli attrezzi rudimentali, molto semplici.
La signora Carmen aveva chiesto ai ragazzi di disporsi in semicerchio, così da poterla ascoltare meglio e nello spesso tempo riuscire ad avere una buona visuale.
"Bene, ci siamo! - aveva iniziato - Immagino che voi tutti sappiate come vivevano gli uomini primitivi".
"Certo...ce lo ha raccontato la maestra Natalia"! - aveva risposto proprio Benjamin.
"Perfetto! Allora oggi tutti voi vi calerete nei panni dei primi uomini, là ci sono degli attrezzi, vedete? Ora vi dividerete per piccoli gruppi, con l'aiuto delle vostre insegnanti, e imparerete a lavorare come piccoli primitivi, quando non esistevano i trattori e altri macchinari agricoli, ma solo le nude mani e...questi semplici attrezzi. Pronti? Via dunque"!
E i bambini, entusiasti, si erano gettati a capofitto in quella straordinaria avventura. Cosa potevano desiderare di meglio se non imbrattarsi le mani con la terra e seminare e innaffiare, fare i baffi con il fango a qualche sventurato compagno che ne rideva o si arrabbiava.
"Oh, che bello"! - sospirò Benjamin ripercorrendo con la mente ogni tappa di quella gita fantastica, mentre le palpebre a poco a poco cominciarono ad appesantirsi. Il bambino tentava con tutte le sue forze di combattere la stanchezza, ma il sonno giunse e con esso...i sogni!
Ed ecco Benjamin vestito di pelli, con una sorta di attrezzo in legno molto simile ad una zappa, che sotto un sole cocente smuove il duro terreno. Accanto a lui la sua amica e compagna Sara, anch'essa abbigliata come una primitiva che getta semi di frumento nei solchi. Il resto del villaggio, poche anime, al lavoro come loro, dissodano il terreno e seminano. Un po’ più distante il fedele cane, Doan, che annusa l’aria. D’improvviso si alza, drizza le orecchie, la coda dritta… scruta verso la foresta: forse sente qualcosa. Abbaia. Di sicuro avverte un pericolo, una minaccia che si avvicina. Benjamin e Sara distolgono la loro attenzione dal lavoro e guardano in direzione del cane, poi nella stessa direzione dello sguardo della bestiola, che continua ad abbaiare sempre più furiosamente. Ora anche Benjamin e Sara sentono qualcosa e i battiti del loro cuore aumentano, fin quasi a dare la sensazione che possa scoppiare, quand’ecco nella foresta il terreno trema, le chiome degli alberi si agitano, un rombo assordante annuncia qualcosa di tremendo.
“Scappiamo”! - urlano in molti.
Il panico, poi la confusione: compagni di classe vestiti di pelli di daino che fuggono ovunque, e nel fuggi fuggi generale volti noti e meno noti che il primitivo Benjamin vede passarsi davanti, come in un film; ma questo non è un film! E allora… da cosa fuggono tutti? Benjamin intuisce che non può affrontare ciò che teme stia arrivando e, afferrando Sara inizia la fuga, quasi trascinando la sua amica. Non riesce ad eludere la curiosità e si ferma, si volta e… vede!
Un enorme brontosauro esce dalla foresta con resti di vegetali tra le fauci. E’ enorme con quel collo lungo lungo che può arrivare ovunque, quelle enormi zampe e la coda, ancora più lunga e robusta al punto da riuscire con pochi colpi a spazzar via l’intero villaggio, anche se fatto di poche capanne.
A quel punto il sonno di Benjamin si fa più leggero e qualcosa succede nella sua mente, il bimbo comincia a riflettere e ricordare: i brontosauri dovrebbero essere estinti, ce lo ha spiegato nei giorni scorsi la maestra, e se anche così non fosse, comunque sono vegetariani, non come il t-rex che è carnivoro. Nel dormiveglia Benjamin continua a sognare e, guardandosi attorno, nota con stupore che il paesaggio è completamente cambiato: ora si trova nel deserto vestito da beduino e cavalca un cammello; anche in questo sogno i suoi compagni sono con lui, e perfino le maestre, vestite con lunghe tuniche bianche e sulla testa un kefiyyah, tipico copricapo dei beduini. La carovana procede lentamente sotto un sole cocente e la tranquillità del viaggio fa cadere di nuovo Benjamin in un sonno profondo. Arrivano in una rigogliosa oasi e lì trovano cibo e acqua e ombra. Possono finalmente riposarsi, ma…ecco che l’ambiente cambia nuovamente: tutta la classe si sta esibendo in un circo. Che meraviglia! Sara fa la trapezista e compie dei volteggi straordinari, Marco e Lina indossano maschere di cartapesta completamente bianche e, con varie acrobazie e piroette, intrattengono il numeroso pubblico che applaude.
Naturalmente non può mancare il clown con la sua eccentrica comicità, e chi meglio di Lorenzo per questo ruolo che gli calza a pennello! La musica è allegra e gli spettatori attendono con impazienza il grande Benjamin, coraggioso domatore di tigri del Bengala. Un rullo di tamburi ed ecco…la grande gabbia viene scoperta e mostra i temibili felini. Ma che accade? Le sbarre cedono e le tigri stanno per avventarsi su chiunque, bramose di prede…Benjamin, con frusta e grida cerca di controllarle, ma una di esse lo guarda coi suoi occhi di ghiaccio e sta per attaccarlo. “È la fine”! -pensa il ragazzo!
“Svegliati tesoro! Calmati…non è nulla, solo un brutto sogno”! – lo rassicurò la mamma.
Benjamin con gli occhietti semichiusi percepiva di essere al sicuro, nella sua cameretta, però era perplesso, qualcosa gli sfuggiva.
Intanto le prime luci del mattino filtravano dalla finestra e i passerotti cinguettavano salutando il nuovo giorno.
Benjamin guardò la sveglia e si disse: "Che bello! Ho ancora un'ora tutta per me prima di andare a scuola!".
Spalancò la finestra, aprì piano piano la porta della cameretta e andò in cucina a sgranocchiare i fragranti biscotti che la mamma aveva preparato il giorno prima, poi ritornò in camera e andò a cercare nella sua biblioteca un libro bellissimo che aveva ricevuto in dono a Natale.
Era una sorta di enciclopedia, riccamente illustrata e molto colorata, letta e riletta per mesi, ma non per intero, c’erano molte cose ancora da scoprire.
Lì ritrovò il brontosauro del suo sogno, lo stesso che aveva visto anche al Museo di Scienze Naturali, lesse notizie sui cammelli e sui beduini, vide la foto di una lussureggiante oasi, si documentò sulla tigre del Bengala, ammirandola in tutta la sua bellezza.
Mentre il bambino si stiracchiava e sbadigliava, vista la notte movimentata che aveva passato e la sveglia all’alba, entrò la sua sorellina."Ciao Benjamin, perchè sei già sveglio?"- chiese la piccola Milly.
Benjamin rispose semplicemente: "Ho fatto un sogno, anzi più d’uno…che però non ho capito bene".
E la sorellina: "Perchè, Benjamin, i sogni vanno capiti”?
Fu allora che la mamma entrò di nuovo in cameretta dicendo:”Allora tesoro…passato tutto”?
Beh, un po’ sì e un po’ no, mammina! – rispose il figlio.
“ Io vorrei sapere cosa sono i sogni e perchè Benjamin non ha capito il sogno che ha fatto."- aggiunse la sorellina.
“Bene! Vi spiegherò ciò che mia madre, vostra nonna Clotilde, mi ha detto quando io, bambina come siete voi oggi, le ho rivolto le stesse identiche domande, questa sera però, dopo i compiti. Dovrete avere un po’ di pazienza e aspettare, ma ne varrà la pena ve lo assicuro, poiché stasera dopo tanto tempo riaprirò “ Il Grande Libro dei Sogni”, e insieme lo leggeremo”.
“Esiste un grande libro dei sogni? Wow! Non ce ne avevi mai parlato prima, mamma”!
“Aspettavo il momento giusto, ed ecco…è arrivato! Suvvia, presto che la scuola vi attende”! – tagliò corto Louella, appioppando un’affettuosa sculacciata di esortazione ad entrambi i suoi figlioli.
La giornata sembrò ai ragazzi troppo lunga, impazienti com'erano che arrivasse l'ora di saperne di più sul libro e sui sogni.
Quando finalmente giunse la sera, dopo i compiti e la cena, come promesso la mamma chiamò i due fratellini e li fece sedere accanto a lei, in salotto. In mano aveva un bel librone coloratissimo e sulla sua copertina si poteva leggere una scritta a caratteri dorati: "IL FANTASTICO LIBRO DEI SOGNI".
“Che bello! Dai mamma, aprilo...aprilo”! - esclamò Benjamin.
La mamma aprì ...e sfogliò pagine di un bianco immacolato.
“Ma… come! - esclamarono Benjamin e Milly all'unisono.
“Che scherzo è mai questo”? - aggiunse il bambino.
“Sì mamma...Perchè ci hai preso in giro”? – disse delusa la sorellina.
Ma la mamma aveva un'espressione molto seria, tipica di chi non ha intenzione di prendere in giro nessuno...anzi!
“Benjamin, su, inizia tu! Com'era il tuo sogno? Racconta”!
Benjamin stava per parlare...quando vide la pagina bianca colorarsi ed apparire tutto un mondo preistorico. “Ma questo è ciò che ho sognato…non ci posso credere…c’è tutto, proprio tutto”! E il bimbo girò un’altra pagina, anch’essa era bianca all’inizio, ma poi si riempì di cammelli e beduini e apparve un’oasi di tutto rispetto. Preso da frenesia Benjamin voltò altre pagine e in ciascuna ritrovò tutto ciò che aveva sognato.
“Oh! Ma è il mio sogno che sto vedendo…guarda! C’è anche il circo, i miei compagni…proprio tutto”! - gridò eccitatissimo rivolgendosi alla mamma e a Milly, che batteva le manine contenta.
La mamma sorrise: “Certamente! E' o non è " IL FANTASTICO LIBRO DEI SOGNI?
“Però non capisco mamma, com’è possibile che lo stesso sogno cambi? Io ero nella Preistoria, in un ambiente dove gli uomini primitivi lavoravano, proprio come i miei compagni ed io alla fattoria didattica. La gita è stata così bella! Per questo ho sognato quel mondo e io ero il protagonista…poi tutto è cambiato. Perché? Cosa c’entrano i beduini, il circo”?
“Non devi mai porti troppe domande riguardo ai sogni, Benjamin. Devi accettarli così come vengono. È un mistero la loro evoluzione, il fatto che un bellissimo sogno possa trasformarsi e scindersi in tante diverse ambientazioni. Quel che posso dirvi con assoluta certezza è che i sogni ci fanno vivere in una diversa dimensione. Basta un pizzico di fantasia e di immaginazione ed essi prendono corpo. Conservate sempre questo libro bambini, diventerà sempre più ricco di illustrazioni e le sue pagine non finiranno mai, come spero i vostri sogni. Conservatelo per i vostri figli e i vostri nipotini. Spero che possiate vivere sempre sogni meravigliosi. A volte qualche incubo si intrufola, ma durerà pochissimo, poiché io veglierò su di voi e come ho fatto questa mattina con te, mio caro Benjamin; vi sveglierò e vi ricondurrò nel mondo reale, dove il mio amore vi rassicurerà”! E ciò detto Louella circondò i suoi figli in un abbraccio tenerissimo. Benjamin e Milly si guardarono e sorrisero.
Daniela Bonifazi – Cecilia Bonazzi – Rossella Ceccarelli – Milvia Di Michele
Tutte le immagini inserite nel racconto sono state tratte dal Web
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