Copyright

COPYRIGHT Fantasia In Rete 2010-2012 Tutti gli scritti sono riservati e soggetti ad autorizzazione da parte degli Amministratori e degli Autori.
DISCLAIMER " Alcune immagini, fotografie e creazioni grafiche sono state trovate sul Web e non è stato possibile verificare se siano di pubblico dominio o meno. Se non fossero pubbliche, inviare una Email a 'galleschi.stefania@gmail.com' e la grafica in questione verrà rimossa."


"I MISTERIOSI IMBALLAGGI" di Rossella Calvi-Rossella Ceccarelli- Maria Laura Celli-Milvia Di Michele-Stefania Galleschi



"I MISTERIOSI IMBALLAGGI"

Le Fate sono esseri straordinari che noi umani riteniamo sempre allegre e felici.
Ma non tutti i mondi delle Fate sono sereni e colmi di gioia, esiste un mondo popolato da fatine poverissime e infelici che hanno poco da mangiare, non sanno come scaldarsi e nutrire le nuove nate.
"Tristezza" una fatina dimenticata
E' il mondo delle Fate Dimenticate, di quelle che devono cercare espedienti per sopravvivere, perché quelle più fortunate si sono dimenticate di loro. Insomma le Fatine Dimenticate devono arrangiarsi per vivere.
Voglio raccontarvi la storia di alcune di loro che, per procurarsi il cibo e il necessario per una vita dignitosa, decisero di andare a lavorare nel Mondo Senza Scrupoli, dove un Mago cattivo, ma ricco, le sfruttava fino all'inverosimile.
Le nostre fatine erano costrette a lavorare in condizioni disumane...
Già, condizioni disumane, anche se non erano 'esseri umani' dentro avevano ugualmente un cuore che batteva, avevano sentimenti di amore, forse più di ogni altro essere umano al mondo. Ma la cosa più importante era che forte nei loro animi regnava la 'DIGNITA'.
Dignità che mai avrebbero permesso a chicchessia di mettere sotto i piedi!
Nel Mondo Senza Scrupoli alle fate non era concesso di usare la loro magia, non potevano nemmeno ridere o cantare. Meno ancora fantasticare.
La misteriosa macchina
Dovevano semplicemente sostituire gli ingranaggi di una grande e misteriosa macchina, senza nemmeno conoscerne la funzione.
Ogni tanto avevano il permesso di allontanarsi dal posto di lavoro, ad esempio per bere, ma dovevano farlo molto velocemente, entro pochissimo tempo,
pena il licenziamento.
Non era certo un 'bel lavorare'. Le fatine erano in un continuo stato ansioso.
Quei pochi secondi di pausa non erano sufficienti per ritemprare le forze, era un correre continuo, affannoso!
- Dobbiamo farcela - sussurravano l'una all'altra, di nascosto, per darsi coraggio – non possiamo arrenderci, abbiamo bisogno di lavorare per noi e per le nostre piccole.- Si sentivano costrette a subire, non riuscivano a individuare una strada da percorrere per rendere meno pesante la loro triste e drammatica situazione. Povere fate!
Non era solo questo il problema, anzi forse questo era il meno grave.
Le loro splendide e argentee ali erano ormai bloccate da un vile incantesimo del perfido mago. Spesso le fate erano costrette a servirsi di scale altissime e cigolanti per raggiungere le parti alte del macchinario misterioso, in modo da poter sostituire gli ingranaggi o per oliarli. Ciò era molto pericoloso per la loro incolumità. Il rumore poi era spaventoso perché trovandosi nei sotterranei bui del castello del mago, tutto rimbombava. L'ambiente era umido e malsano, sul pavimento scorreva un filo d'acqua fetida e topi e scarafaggi correvano qua e là. Le fate erano anche impaurite dalla presenza di Cerby, una fata traditrice che spiava i loro comportamenti e riportava i loro discorsi al Mago. 
Il perfido Mago


Quindi il Mago sapeva tutto di loro... non solo perché era un Mago!
Pian piano le fatine lavoratrici cominciarono ad ammalarsi. Qualcuna iniziò ad avere una tosse continua, che le squassava il petto, accompagnata da febbri molto alte, altre ebbero rovinato l'udito, due precipitarono da quelle scale altissime e si fratturarono gambe e ali; insomma molte non potettero più lavorare. Quelle che continuavano erano sempre più stanche, tristi e sentivano che pian piano la vita le stava abbandonando.
Il loro dolore, lentamente ma inesorabilmente, arrivò al mondo delle Fate Felici, quelle che possedevano la ricchezza, la serenità e, grazie a queste, anche la salute e che fino a quel momento avevano finto di non accorgersi della desolazione che regnava nel mondo delle Fate Dimenticate.
Fatina felice "Giunchiglia"
Un bel giorno le Fate Felici, finalmente, decisero di andare in aiuto delle fatine sfortunate. Di nascosto dal Mago, giunsero nel mondo delle Fate Dimenticate dove cercarono un luogo, un'abitazione che non doveva dare nell'occhio, ma che potesse permettere loro di muoversi e prendere contatti con le loro simili più sfortunate. Per qualche giorno aspettarono che un piccolo pulviscolo della loro magia si introducesse nella fabbrica per capire quali condizioni di lavoro dovessero subire le fatine! E così cominciarono a tramare la ribellione: una alla volta s'introdussero in fabbrica e si sostituirono a quelle povere e malandate lavoratrici.
Iniziarono, così, di nascosto dal Mago, troppo preso dal valutare i suoi guadagni, a mettere delle strisce antiscivolo alle scale, rafforzarono i parapetti e i corrimano, riuscirono a diminuire lo spaventoso rumore della macchina con semplici ma efficaci accorgimenti. Li studiavano durante le ore di libertà dal lavoro, che erano aumentate grazie al fatto che le Fate Felici si alternavano con le Fate più sfortunate.
Pian piano riuscirono anche a bonificare il pavimento interrompendo con una diga, all'esterno del Castello, un ruscelletto che entrando nei sotterranei provocava quel rigagnolo sul pavimento, in cui sguazzavano i ratti.Con semplici innovazioni e interventi furono in grado di rendere più sicuro e salutare il luogo di lavoro, tutte lavoravano più tranquille, più volentieri e prolificarono l'operosità e, pur non sapendo comunque cosa producevano, ottenevano risultati sempre più lusinghieri! Il mago malefico era soddisfatto, si sentiva orgoglioso dei suoi metodi coercitivi che riteneva fossero quelli che determinavano tanto successo nel lavoro e si diceva, auto celebrandosi:
- Sono davvero un genio! Grazie alla mai intelligenza e alla durezza che impongo nel lavoro, riesco ad ottenere risultati straordinari che mi faranno diventare il mago più ricco del regno!
Si sentiva grande, forte, potente.
Fatina mentre riposa

Non sapeva che i risultati eccellenti erano dovuti all'aumentata sicurezza e salubrità del posto di lavoro, al fatto che le Fatine si alternavano e potevano riposarsi un numero di ore maggiore: tutto questo le rendeva più forti, attente ed efficienti.
Eppure il mago cominciò ad essere invidioso di quella nuova energia vitale delle lavoranti. - Possibile - si diceva – che tutto questo sia dovuto solo alle mie pur grandiose capacità? Magari quella macchina è davvero un portento, forse ha il potere di dare un vigore inspiegabile, di generare unione, anche felicità o forse qualcos'altro che le fate mi nascondono!-
Intanto per le fatine tutto filava molto meglio, erano un bel gruppo di donne... seppur fate! Si sentivano sostenute e, col maggior tempo che avevano per riposare era tornato il buonumore; la sera si ritrovavano tutte insieme a cena ridendo, spesso, per ciò che avevano da raccontarsi e soprattutto studiavano
nuove tattiche per recuperare un minimo di benessere per tutte e di salvaguardia della propria vita, soprattutto sul lavoro.
Ma il mago covava invidia e, con enorme sorpresa di tutte, esordì che la macchina per qualche giorno doveva essere spenta e che quindi non avrebbero dovuto recarsi al lavoro.
In realtà voleva scoprire perché tutte fossero più serene, riteneva che il motivo fosse da ricercare nella macchina .
Non si era nemmeno accorto delle modifiche all'ambiente, troppo preso a pensare ai guadagni e a studiare l'atteggiamento delle lavoranti.
Il Mago catapultato in mondi lontani
E fu così che la prepotenza, la cattiveria, l'ingordigia, giocarono un brutto scherzo al mago. Inverosimilmente preso dall'inseguire una nuova bramosia di potere, eccitato dalla ricerca di ciò che non c'era... fu ingoiato dalla macchina e, come un ingranaggio, catapultato in mondi lontani e sconosciuti.
La sua scomparsa fu una liberazione. Lui stesso era rimasto vittima della sua ingordigia, l'allarme che avrebbe dovuto suonare per segnalare i guasti nell'impianto e che lo avrebbe potuto salvare, non era mai mai istallato, così il Mago era rimasto intrappolato e risucchiato dalla sua stessa incuria!
Si scoprì poi che il mago era un distruttore di "messa a norma" di sicurezza, che imballava e inviava nel mondo degli umani. Da quel giorno non furono più effettuati gli imballi e, grazie alle fatine, gli umani scoprirono che utilizzare le norme di sicurezza migliorava tutte le attività, consentendo ai lavoratori di operare con più tranquillità e fiducia.


Rossella Calvi-Rossella Ceccarelli- Maria Laura Celli-Milvia Di Michele-Stefania Galleschi

Tutte le immagini presenti nella fiaba sono state tratte dal web.

Nessun commento:

Posta un commento