Era una serata d'estate limpida e calda e Giada,
come tante altre volte, guardava il cielo, osservando le stelle e la bellissima
luna, che quella sera mostrava il suo spicchio brillante. Quanto avrebbe voluto,
con un balzo, aggrapparsi a quella mezza luna e vedere la terra da lassù. Che
bello sarebbe stato!
Chissà se avrebbe potuto distinguere la sua casetta,
Micina e Leo, il suo cane, la sua bella bicicletta nuova e la mamma che la
cercava. “ Ehi mamma, sono qui! Non mi vedi? - avrebbe gridato muovendo le
gambe a più non posso per richiamare l'attenzione”. Peccato! Sarebbe rimasto
solo un sogno.
Giada amava particolarmente il cielo, specialmente la sera; conosceva i nomi di
molte stelle e sognava un telescopio che aveva visto esposto nella vetrina di
un negozio in città. “ Forse quest'anno arriverà in dono per il tuo compleanno
- le aveva detto la mamma – chissà”!
Intanto lei continuava a scrutare il cielo: “Oh,
quello è il grande carro, – pensò - che bello sarebbe fare un viaggio fin lassù
e poterlo ammirare da vicino.
Ma... cos'è quella luce? Nelle sere scorse non l'ho
mai vista! Cosa?...Si muove! E' strana...non è certo un aereo, quelli li
riconosco. Ecco… si è fermata, no...no, si muove di nuovo e a che velocità!”
Si stropicciò gli occhi. “Sto sognando”? - si chiese sconcertata e confusa, e
chissà per quale strano motivo non potè fare a meno di cominciare a pensare a
mondi lontani.
Mentre la piccola si perdeva nei suoi pensieri, a bordo
del suo disco volante XXY osservava la Terra illuminata dalla luna, sotto di
lui. Veniva dal pianeta Giochino a mille anni luce dalla Terra, ed era in
missione per trovare nuovi giochi per i bambini del suo paese.
Aveva viaggiato molto nello spazio e cominciava ad annoiarsi nonostante tutte
le ultime invenzioni che aveva a bordo per poter trascorrere il tempo: la
macchina che creava i gelati con l'immaginazione
e quella per i dolci che al
solo pensarli li sfornava caldi e fragranti.
Ad un tratto vide Giada, con il viso rivolto all’insù e con gli occhi scintillanti
ai raggi della luna. Sembrava osservasse proprio lui.
"Ehi! – esclamò - Ecco
laggiù una possibile fonte di informazioni che renderebbe il mio viaggio un
clamoroso successo”.
Manovrò con perizia i comandi del disco volante che, dolcemente, discese verso
la Terra, posandosi senza rumore sul prato, di fronte all’abitazione di Giada,
che se ne stava comodamente seduta in veranda sulla poltrona a dondolo.
La bimba, che solo pochi istanti prima aveva
distolto lo sguardo dalla volta stellata per accarezzare Micina, avvertì un
lieve movimento, scrutò nella semioscurità e poi, non credendo ai suoi occhi,
sussurrò: “ Ma quella “cosa” lucente vicino al nostro salice è forse un
frammento di stella? E’ così brillante! Forse…no, non può essere. Oh, ma perché
no, forse il mio sogno si avvera”! – esclamò eccitata.
Giada discese i tre gradini che dalla veranda portavano in giardino e,
incuriosita ma molto guardinga e con prudenza, si avvicinò all’oggetto
misterioso.
Mentre cercava di capire di che natura e materia fosse quella strana" cosa
luminosa", ebbe un sussulto: una specie di porticina si aprì e un
essere dall’aspetto un po’ “bruttino” ne uscì, dirigendosi verso di lei.
|
XXY |
Come
tutti avrete capito era XXY che veniva con buone intenzioni da lontano, da
molto lontano, ma Giada questo non poteva saperlo e rimase pietrificata e
sbigottita.
XXY, che aveva attivato un sistema automatico di
traduzione simultanea, le disse: "Non ti spaventare terrestre, sono venuto
in pace in cerca di nuove opportunità di divertimento e gioco per la mia gente
del pianeta Giochino. Mi chiamo XXY ed ho 2752 anni come li chiamate voi qui su
questo Pianeta. La mia età corrisponde a 13 anni terrestri”.
Mentre pronunciava queste parole, il suo volto, che a
prima vista era apparso a Giada non proprio affascinante, si illuminò,
mostrando uno splendido sorriso.
Giada si rincuorò subito a quelle parole e
rispose:"Io mi chiamo Giada, sono una bambina terrestre di 13 anni o, come
dite voi su Giochino, ne ho 2752. Sono felice di incontrarti, è da tanto tempo
che mi incanto a guardare le stelle ed il cielo e ad immaginare altre forme di
vita simili alla nostra, qui sulla Terra. Sapessi come sono felice di scoprire
che ciò è vero! Vieni,ti mostrerò come ci divertiamo qui da noi, se ti va. Da
dove vuoi cominciare?
“Beh, mi piacerebbe sapere che cos’è quell'oggetto
appoggiato al...non so come si chiami, scusa non ho una grande capacità di
“parolare” o come dite voi.
“Ah,
quella è una bicicletta” – rispose Giada, bi-ci-clet-ta”!
“E a cosa serve”?
“Oh, è fantastica, grazie ad essa posso spostarmi in
spazi grandi e…con rapidità”!
Corse al muro della casa dove la sua bella e fiammante
biciclettina era appoggiata, vi salì e con esperienza pedalò.
Poi,
rivolta a XXY, allibito e con gli occhi sgranati, lo invitò: “Dai, prova anche
tu”!
XXY guardò " la cosa" o come si chiamasse, era così eccitato e provò
a salirvi, come aveva visto fare a Giada, ma il suo primo tentativo risultò
piuttosto goffo, non riusciva a reggersi in equilibrio e cadde per una o due
volte.
"No, non così" - disse Giada ridendo, e lo
aiutò pazientemente a inforcare la bicicletta come il suo papà le aveva
insegnato quand'era piccolina. "Ecco… così, adesso spingi con il piede il
pedale più in alto e continua a spingere con l'altro piede, alternativamente".
Incredibile! Come se fosse sempre andato in bicicletta nei suoi 2752 anni di
vita, XXY iniziò gagliardamente a scorrazzare in lungo e in largo per il prato,
felice. "Ma è divertentissimo Giada, che bello!! Devo assolutamente
portarla a Giochino”!
Sceso
dalla bici notò un pallone multicolore in mezzo al prato, che prima non aveva
visto:" Oh bella, e quello cos'è? Un pianeta caduto dal cielo? Sembra il
pianeta Smemorino della seconda costellazione di Beta Centauro"!
"Ma no amico mio, è semplicemente un pallone e
serve per giocare, divertendosi" - e così detto Giada afferrò il pallone e
lo lanciò all’alieno che, colto di sorpresa, fu colpito in piena fronte e cadde
all'indietro, finendo per terra.
Giada
scoppiò in una risata, talmente contagiosa che anche XXY non potè trattenersi e
cominciò a ridere anche lui, ma alla maniera "giochinesca", cioè con
dei singolari sussulti che lo facevano saltellare su e giù, mentre dalla bocca
gli uscivano strani versi del tipo:- Uhhhrg! Uhhhrg! Uhhhrg! E più lui rideva
più scatenava l'ilarità di Giada, che mai in vita sua aveva assistito ad un
simile spettacolo, neanche al circo.
Quando
finalmente i due riuscirono a trattenere le risa, si sedettero sul prato e
cominciarono a conversare. Entrambi erano molto curiosi di conoscere le
caratteristiche dei rispettivi Pianeti, degli abitanti, delle case, dei mezzi
di trasporto e, soprattutto, dei giochi.
Fu Giada la prima a cominciare. "Dimmi un po' -
chiese - tu hai dei genitori?
"Genitori"? - ripetè XXY - e cosa sono?
"Non COSA, ma CHI sono" - replicò Giada - i
genitori sono due persone che ci hanno messo al mondo, ci hanno fatto nascere,
ci hanno dato la vita, insomma. Capito?
"Beh, sì - disse il piccolo alieno - ma da noi non
funziona così. Sul nostro Pianeta, ogni anno astrale, che dura più o meno
10.000.000.0000 anni luce, gli ultramillenari che stanno per terminare la loro
carica vitale, vengono messi dentro una speciale capsula, che gira e gira, e
poi centrifuga e centrifuga, quindi vengono fusi ad una temperatura di
3.000.0000.0000 gradi centigradi e infine colati in tanti stampi diversi. Poi
le varie parti vengono unite tra loro ed ecco pronti dei neonati nuovi di
zecca. I piccoli vengono subito adottati da giovani coppie, che aspettano con
impazienza di formare una vera famiglia, che non sarebbe tale senza figli”.
"Ma che orrore - esclamò Giada - dunque voi siete
macchine"!
"Macchine sì, ma speciali, con un cervello
elettronico che regola anche i nostri sentimenti".
"Sentimenti? Che tipo di sentimenti"? -
chiese incuriosita Giada.
"Ma come quelli che provate voi Terrestri:
amicizia, amore, gioia...tutti insomma".
"Incredibile"! - fu il commento della
bambina.
Giada si rese conto che XXY sapeva già molto della vita
terrestre, mentre lei non conosceva nulla del Pianeta Giochino, tranne come
nascevano gli...alienini, perciò cominciò con le tante domande che le
frullavano per la testa.
"Dimmi un po', voi dove abitate? Avete delle case?
Come vi spostate sul vostro Pianeta e quanto è grande e cosa mangiate e...
"STOP"! - la fermò XXY - una cosa per volta
ti prego; se mi dai tempo, ti racconterò ogni particolare, ma con calma. E così
XXY si accinse a soddisfare la comprensibile curiosità di Giada, ma non aveva
ancora iniziato a parlare, che si sentì spingere con violenza contro il grosso
tronco di una quercia, andando a sbattere proprio in una vistosa sporgenza. Giada, si aspettava di sentire un
grido di dolore, ma XXY non gridò e nemmeno si scompose più di tanto.
Si girò su se stesso, ritrovandosi addosso lo sguardo
di quattro occhi stupiti: quelli di Giada e di Leo, un possente pastore
tedesco, sempre pronto a difendere la sua padroncina.
“Ti
sei fatto del male”? - chiese Giada preoccupata.
“Male? Non so cosa significhi male.”- rispose XXY e sorrise.
Quando sorrideva, era proprio simpatico pensò la
bambina.
Questo però non era il pensiero di Leo, che osservava
diffidente lo strano personaggio a lui del tutto sconosciuto, pronto ad
intervenire. XXY chiese a Giada, chi fosse
quell'essere peloso che lo osservava e da quale pianeta
fosse arrivato.
Giada cercò di spiegare all'alieno che era un animale,
il suo cane in effetti, che amava moltissimo, e cercò di tranquillizzare
ambedue, Leo con una carezza e XXY con un sorriso, invitandolo poi a sedersi ai
piedi della quercia ed a raccontarle qualcos’altro del pianeta GIOCHINO.
Il piccolo viaggiatore astrale, che cominciava ad
ambientarsi grazie alla piacevole
compagnia della bambina e del suo pelosone a quattro zampe, che si era
accucciato accanto ai due, iniziò la sua storia. Sul Pianeta GIOCHINO ogni
"famiglia" abitava in un globo completamente trasparente e luminoso,
sospeso a mezz'aria, che poteva servire anche per spostarsi.
"Davvero"? - commentò stupita Giada.
"Certo, noi però preferiamo usarlo solo quando
andiamo in vacanza o - mostrando il mezzo col quale era atterrato - per lunghi
viaggi".
"Nooooo!!! - esclamò la bambina battendo le mani -
Non ci posso credere! Quella è la tua casa ed astronave allo stesso
tempo"?
"Eh,
già"!
"Oh bella - e i tuoi? Sono rimasti senza
abitazione"?
"Certo che no - continuò XXY - si sono trasferiti
da amici, finchè io non tornerò"!
"Dai, continua...dimmi tutto"!
E così il "bambialieno" proseguì il suo
racconto.
XXY era molto orgoglioso del Pianeta da cui era
arrivato. Era un posto in cui non mancava mai il tempo per parlare, disegnare e
soprattutto per… giocare. Si giocava quasi sempre, dalle albe ai tramonti. Sì,
perché da loro tramontavano e nascevano insieme due soli: uno tutto giallo
e
l’altro di un verde chiarissimo, (da noi si direbbe verde mela).
Ma,
proprio perché nel suo “paese” si giocava tanto, ogni suo abitante aveva il
compito di andare in missione ogni “Grande Intervallo” ( che corrisponde più o
meno ad un anno del nostro tempo), in cerca di nuovi giochi e, naturalmente,
tutti facevano a gara per cercare quello più divertente ed originale.
Una volta i genitori di XXY avevano trovato sul pianeta
Acquerone, costituito unicamente di acqua profumata contenuta dentro un
involucro di stelle, un gioco bellissimo: la luce che fa ridere.
Oltrepassando la barriera di stelle, brillava
sull'acqua la polvere che le stelle vi lasciavano cadere per nutrire gli
abitanti di Acquerone che, come nell'universo ben si sa, sono fatti di favola
e, per questo vivono solo di materia magica e luminosa. Quando guardarono la
luce della polvere di stelle, compresero che stimolava la fantasia buona,
quella che rende ogni evento amabile e gioioso; per questo, gli abitanti di
quel posto meraviglioso sembravano usciti tutti da un libro di fiabe per
bambini, dove si vive l'incanto!
Quando
portarono su Giochino un po' di quella polvere, ci fu una gran festa e il Gran
Maestro premiò con mille baci più uno la mamma e il papà di XXY. Essi tuttavia
non erano i soli componenti della famiglia ad avere grandi capacità: anche lo
zio si era distinto in una grandiosa avventura e per questo era stato nominato
Giocherellone dell'anno giochiniano, che come già sappiamo, ha una durata
diversa dall'anno terrestre.
“ Il mio amatissimo zio, da solo, poichè non aveva
ancora una compagna, aveva raggiunto il pianeta "TUTTOTONDO", dove
appunto tutto era tondo, le case erano rotonde, così pure le finestre e le
porte, i fiori, gli alberi ed anche gli abitanti erano minuscoli e
tondeggianti.
E’, per
fortuna, un paese senza vento, altrimenti immagina che confusione ci sarebbe,
tutto e tutti volerebbero via! Gli abitanti per divertirsi hanno inventato
delle ruote, così si chiamano mi sembra sulla Terra - disse XXY, guardando
interrogativamente Giada, che annuì confermando, - ruote, sì, che indossano
addirittura e, grazie a gas coloratissimi contenuti nella ruota, possono
saltare, fare capriole, perfino salti mortali e, da non crederci, anche dei
piccoli voli. Chi riesce a far uscire dalla ruota i gas più colorati, con i
colori più limpidi e belli può fare i voli più lunghi, i salti più alti e le
capriole più complicate. Le ruote sono piaciute così tanto agli abitanti del
mio Pianeta, che nel periodo Giochetto che, credo di aver visto, corrisponde al
vostro Carnevale, organizziamo i giochi del "Tuttotondo". Ogni
abitante di Giochino, grazie alla magica ruota, cerca di vincere il premio
"Ruotante" destinato a chi, fra i colori più belli riesce a fare la
capriola più grandiosa e ti assicuro, Giada, che è meraviglioso vedere tutti
quei colori, i più sgargianti, che invadono il nostro mondo, a formare tanti
arcobaleni e noi che ci divertiamo a saltare e volare in mezzo”.
Giada, sempre più affascinata da quei racconti
straordinari, sognava ad occhi aperti, pensando che doveva essere davvero bello
per i bambini abitare su Giochino, o solo andarci per una vacanza. Sicuramente
sarebbe stata un' esperienza unica. Chissà se la cosa sarebbe stata
realizzabile! Giada decise di chiederlo a XXY, promettendogli in cambio la
bicicletta di sua sorella, che da poco si era sposata e trasferita e quindi non
l'avrebbe più usata. La bici era rossa fiammante e praticamente nuova. La
bambina era sicura che i Giochiniani l'avrebbero apprezzata, almeno quanto il
suo nuovo amico alieno.
Inoltre
avrebbe aggiunto dei palloni di tanti colori.
"Stavo
pensando quanto sarebbe bello trascorrere un po' di tempo sul tuo Pianeta -
disse Giada rivolgendosi a XXY - in vacanza intendo. Credi sia possibile"?
"Ma certo - rispose entusiasta il suo nuovo amico
- perchè no? Saresti la benvenuta e la mia famiglia ti accoglierebbe con gioia.
Prima però vorrei conoscere i tuoi e visitare i posti più divertenti del tuo
Pianeta. Che ne dici"?
"Dico che stavo per proportelo io. Sai, da noi ci
sono un sacco di posti creati proprio per far divertire grandi e piccoli.
Seguimi in casa, ne parleremo con i miei genitori".
E così, quella sera, Piero e Cinzia, rispettivamente
padre e madre di Giada, ebbero la risposta al ricorrente interrogativo che
tutti gli umani si pongono spesso, osservando lo sconfinato universo: esistono
altre forme di vita intelligente...non siamo soli nello spazio!
Potete
immaginare la sorpresa, ma che dico, lo shock dei genitori della bambina, alla
vista di quello strano esserino assieme alla loro figlia. Giada, consapevole
dell'effetto provocato dal suo ingresso con accanto un ospite inatteso, e che
ospite, subito tranquillizzò mamma e papà:"Vi presento XXY, mio nuovo
amico, molto ma molto speciale. Sedetevi e capirete - disse Giada.
I suoi, senza proferir parola e con gli occhi sgranati,
obbedirono, e la loro figlia raccontò per filo e per segno quanto appreso da
XXY circa il suo Pianeta e lo scopo del suo viaggio.
"Incredibile"! - esclamarono all'unisono
Piero e sua moglie. Poi, ripreso il controllo della situazione, si alzarono per
salutare il loro ospite e dissero:"Beh, mio caro, se vuoi sperimentare
nuovi giochi, c'è solo un modo per farlo"! Poi, rivolgendosi a Giada:"A
dormire, ragazzi, domani si parte per...GARDALAND”!
La
gita a Gardaland fu l'inizio di un tour fantastico per YYX e per Giada: nuove
scoperte, divertimento a non finire. XXY si trovò subito a suo agio sulle
giostre, anche le più complicate, forte del fatto che erano attività giocose di
tutti i giorni per lui.
Tuttavia qui sulla Terra si divertiva molto di più e
sottolineava il suo gradimento con la sua caratteristica risata, ogni volta che
si cimentava con i giochi più semplici: pallavolo, pallamano, pallacanestro,
corse sui pattini…
Tra giochi e divertimento, passò una settimana in
allegria per il piccolo extraterrestre.
Ogni sera, dopo cena, insieme a Giada andava in
giardino ad ammirare le stelle luminose lassù, nel cielo blu cobalto; ma
osservando la volta celeste, il suo luminoso sorriso si spegneva e XXY
diventava triste. Nostalgia di casa? Eh, già! Era proprio così!
Era tempo di tornarci, ed il piccolo alieno manifestò
la sua intenzione una sera, dopo che insieme a Giada ed ai suoi genitori era
andato a vedere il famoso film ET.
A
Giada non dispiacque poi molto questa decisione, perché ora sarebbe cominciata
la “sua” avventura spaziale. Ebbene sì, i genitori della bambina avevano
acconsentito a lasciarla partire.
Ben presto i preparativi furono ultimati e arrivò il
giorno della partenza di Giada con XXY per il pianeta Giochino.
Piero e Cinzia fecero le ultime raccomandazioni ai due
amici, XXY lasciò loro un "spaziofono" per poter parlare e chattare
con Giada dalla Terra quando fosse arrivata a Giochino e giunse il momento dei
saluti. I genitori di Giada l’abbracciarono e lo stesso fecero con il loro
gradito e simpatico ospite, che si era guadagnato un posto speciale nel loro
cuore. I ragazzi salirono quindi sulla casa-astronave di XXY, si levarono in
volo tra i saluti dei genitori e lo scodinzolare del cagnone di Giada.
Iniziò così il viaggio siderale di Giada, la prima
ragazzina terrestre che esplorava un nuovo mondo.
Attraversarono mille galassie, videro migliaia di
pianeti, di stelle e finalmente dopo pochi nano secondi ( i viaggi nello spazio
sono come quelli che avvengono nella fantasia, durano istanti) l'astronave casa
di XXY entrò nell'atmosfera di Giochino. I due soli splendevano nel cielo, il
connubio tra il colore giallo del primo ed il verde mela del secondo creavano
un effetto magico nell'atmosfera. Giada era incollata all'oblò del disco
incantata da tanta bellezza.
Il cielo! Che meraviglia!
“Ho sempre amato guardare il cielo- disse a voce alta
al suo extrauniversale amico, ma viaggiarvi è troppo bello! Meglio, mille volte
meglio che andare a Gardaland”!
XXY le dedicò uno dei suoi sorrisi più belli, quello
che emette una luce rosata e canta con le vocali A ed E una canzone simile alle
nostre canzoni montanare; non si può che ridere ascoltandola e Giada rise di
gusto, ma smise, improvvisamente impaurita da una strana luce rosa che le
usciva dalla bocca.
“E’ un mio regalo - disse XXY - tu mi hai dato in dono
la tua bicicletta rossa, io voglio che sia tuo il mio sorriso rosa”.
Il
viaggio interspaziale intanto continuava e i ragazzini, simili perchè entrambi
adolescenti, si fecero vincere dal sonno, al quale si abbandonarono.
Giada dormì avvolta nella sua copertina di lana merinos
verde e XXY, in piedi, come fanno tutti gli abitanti di Giochino, sotto una
specie di cappello giallo: erano di una dolcezza indicibile! Due amici, soli,
nello spazio infinito, profondamente addormentati, sognando chissà quali
meraviglie.
Per fortuna la casa-astronave, dotata di
un'intelligenza artificiale, poteva tranquillamente proseguire il viaggio senza
l'intervento del pilota, riuscendo a seguire la rotta stabilita, quella che
avrebbe condotto i due piccoli a GIOCHINO. Alla luce straordinaria dei due
Soli, che stavano sorgendo, la navicella spaziale toccò finalmente il suolo del
pianeta nativo di XXY, e i due amici si svegliarono proprio in tempo per
ammirare il fantastico spettacolo astrale.
"Vieni - disse il piccolo giochiniano rivolto a
Giada tendendole la mano - siamo arrivati"!
Giada, che non riusciva a credere ai suoi occhi,
afferrò la mano del suo straordinario amico e insieme scesero, mentre la
bambina si guardava attorno, facendosi quasi trascinare, catturando con la
vista il paesaggio assolutamente unico che si parava di fronte a lei. Voleva fissare
nella memoria tutto ciò che vedeva in quel magico momento ed anche quel che
avrebbe potuto ammirare durante il suo soggiorno, per raccontare ai suoi
genitori ogni minimo particolare di quel pianeta incredibilmente affascinante.
Ma che dico affascinante, pensava Giada, è un pianeta meraviglioso, unico,
eccezionale, stupefacente e poi… non le vennero in mente altri aggettivi per
definire Giochino, ma era davvero un posto a misura di bambino, perché
meraviglia delle meraviglie, tutti gli abitanti erano intenti a giocare. Chi da
solo, chi in coppia, chi in gruppo. Tutti si divertivano, ridevano in quel
buffo modo che Giada aveva conosciuto attraverso XXY, insomma tutti erano
felici. Si può forse desiderare qualcosa di più?
“Ah già, devo mostrare la bicicletta, pensò Giada e
corse dentro l'astronave a prenderla. Vi salì e via... scese pedalando lungo lo
scivolo!
Gli abitanti di Giochino rimasero a bocca aperta a
guardarla, non avevano mai visto qualcosa di simile a quel gioco decisamente nuovo e subito accorse il
Gran Maestro di Giochino, che volle provarla per primo. Quale stupore tra tutti
gli abitanti non appena il Gran Maestro riuscì a destreggiarsi sui pedali e
iniziò un giro della piazza di Giochino! Subito tutti vollero provare quello
strano gioco che sembrava così divertente.
Grazie alla tecnologia riuscirono a duplicare
all'infinito la rossa bicicletta ed in men che non si dica tutti pedalavano
felici per le strade. Che confusione! Tra risa e scampanellate non si capiva
più nulla. Giada ammirava estasiata tutto quel “bailamme” e disse a YYX:
"Sai non immaginavo che potessero essere tanto felici per così poco,
pensavo che avessero già tutti i giochi possibili e immaginabili".
"E' vero rispose XXY, ma i giocattoli che abbiamo noi per divertirci, come
hai potuto vedere, sono estremamente tecnologici, mentre la tua bicicletta e
anche i palloni sono talmente semplici che fanno ritrovare lo spirito più puro
del divertimento. Sono felice di essere venuto sulla Terra e di averti potuto
conoscere, oggi è un gran giorno per Giochino".
Stessa meraviglia accolse il pallone quando Giada lo
tirò in mezzo alla folla festante, e ben presto si organizzarono gare di ogni
tipo, giochi in cui fosse necessario il pallone: calcio, pallacanestro,
pallamano, pallavolo…
Trascorsero così giorni felici, che divennero
settimane. Giada tutti i giorni si metteva in contatto con i suoi genitori
grazie allo spaziofono che XXY aveva lasciato sulla Terra e li aggiornava su
quanto scopriva e accadeva sul Pianeta ospite.
Era indubbiamente felice, stava
imparando molte cose e scoprendo un mondo meraviglioso. Anche lei, tuttavia,
come già era successo a XXY sulla Terra, iniziava a sentire nostalgia della sua
casa, della mamma e del papà, del suo “pelosone” e di Micina.
Un giorno, inevitabilmente, decise che era arrivato il
momento del ritorno sul suo Mondo.
Eh! Sì! Casa mia ...casa mia, per piccina che tu sia,
tu sei sempre casa mia!
Così le diceva sempre nonna Lucia, quando spiegava che,
pur amando tanto i nipotini, il figlio e la nuora, tuttavia preferiva abitare
sull’ isola nella quale era nata, nella sua piccola casa. Doveva accudire i
tantissimi animali: un cane, un gatto, i maialini, le pecore, e poi ochette,
galline e galli, tacchini, pappagalli... forse neanche lei sapeva esattamente
quanti fossero.
Dunque arrivò per Giada il momento di partire, ma non
era un addio, non ci si lasciava per sempre.
Non era un addio, no, ma solo un arrivederci. Ormai era
nata una grande amicizia, veramente speciale, che univa due diversi Pianeti in
un gemellaggio che avrebbe creato un legame indissolubile tra Giochiniani e
Terrestri. Non era un addio. Tutti gli abitanti del Pianeta GIOCHINO, si
radunarono accanto alla casa- astronave che avrebbe riportato Giada sulla
Terra, con l'ausilio del pilota automatico, programmato per il viaggio di
andata e ritorno su Giochino. Giada aveva gli occhi umidi e a stento riusciva a
trattenere le lacrime, guardando i suoi nuovi, meravigliosi amici, e
salutandoli con la mano e lanciando baci a tutti, abbracciò il suo super amico
XXY e salì sul mezzo spaziale. Prima che la portiera si chiudesse, XXY disse:
" A presto Giada, ci terremo in contatto e ci rivedremo presto"!
La piccola astronave si sollevò in alto e, mentre Giada
dal finestrino salutava la gran folla che sul Pianeta rispondeva a grandi
gesti, d'un tratto partì ad una velocità supersonica, tanto che in pochissimo
tempo la bambina fu di nuovo davanti alla sua casa. Sentiva già la nostalgia
dei suoi nuovi amici, ma era troppo felice di riabbracciare la sua famiglia ed
impaziente di raccontare a tutti la sua straordinaria avventura spaziale,e
poiché era arrivata la sera si voltò a guardare il cielo, osservò le tante
stelle e si chiese quanti altri bambini da lassù guardavano la Terra e si
domandavano se un giorno avrebbero incontrato nuovi amici, magari diversi
fisicamente, ma con gli stessi sentimenti, con la medesima voglia di ridere,
giocare, volersi bene. E ora sapeva che era possibile perché a lei era
successo. L’amore, quello vero, è universale!
Stefania Galleschi
– Francesco De Gaetano – Lalla Tosi – Daniela Bonifazi– Serenella Menichetti –
Milvia Di Michele
Le immagini
sono state reperite sul Web
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