Copyright

COPYRIGHT Fantasia In Rete 2010-2012 Tutti gli scritti sono riservati e soggetti ad autorizzazione da parte degli Amministratori e degli Autori.
DISCLAIMER " Alcune immagini, fotografie e creazioni grafiche sono state trovate sul Web e non è stato possibile verificare se siano di pubblico dominio o meno. Se non fossero pubbliche, inviare una Email a 'galleschi.stefania@gmail.com' e la grafica in questione verrà rimossa."


"UN TERRANOVA PER AMICO"di Maurizia Zucchetti-Milvia Di Michele–Serenella Menichetti-Daniela Bonifazi–Francesco De Gaetano


                                         Un Terranova per amico

Il desiderio di Elena era quello di possedere un cagnolino, ci pensava giorno e notte, se lo immaginava piccolo, con un nasetto dispettoso e le zampe tozze.
Aveva chiesto ai genitori, se potevano esaudire questo suo desiderio, ma loro le avevano risposto con un no secco, senza darle la minima spiegazione.
Quasi tutti i suoi amichetti avevano almeno un animale, lei, invece, non ne possedeva nessuno!
Poiché era una bimbetta vispa e piena di iniziative, un giorno sfogliò il giornale che arrivava al volo lanciato ogni mattina dal veloce Mariotto, il quale arrotondava le sue misere entrate facendo questo lavoretto, e trovò un annuncio in cui un ragazzino aveva dei cuccioli da regalare perché la sua cagnetta, Laila, aveva partorito ben sei cuccioletti. 
Certo, i cucciolotti erano bellissimi e teneri e il giovane Marcello se li sarebbe tenuti tutti, ma l'appartamento in cui viveva era piccolo piccolo: un monolocale di pochi metri e allora decise di mettere l'annuncio sul giornale.
Ad Elena non parve vero: quella notizia cadeva a fagiolo! Chi, se non lei, avrebbe potuto prendere con sé uno di quei dolci cuccioletti? Già si immaginava le coccole, i giochi e le passeggiate con il suo nuovo amico; avrebbe fatto questo e avrebbe fatto quello. E poi già, già, bisognava pensare al nome: Billy? Puch? Dodi? e se fosse stata femmina magari Lilly o Glenda oppure Daisy, come il suo fiore preferito. Le sue fantasie si interruppero di colpo, il sorriso si bloccò trasformando le sue labbra in una smorfia. “Come fare ad avere il tanto desiderato cucciolo senza l'autorizzazione dei genitori?”
Pensa che ti ripensa, studia che ti ristudia alla fine le venne un'idea. La sera, a cena, disse a mamma e papà: “Se prometto di essere buona, di studiare con passione, di fare sempre e subito tutti i compiti, posso prendere uno dei cuccioli di cui parla questo annuncio? Vi prego, gli farò da mamma e da compagna di giochi, lo educherò, lo curerò, manterrò pulitissima la sua cuccia e anche la mia stanzetta. Per favore!" e mentre lo diceva una lacrimuccia le spuntò all'angolo dell'occhio implorante.
Mamma e papà videro nel visino della piccola Elena tanta sincerità, tanto desiderio di avere quel cucciolo e tanto amore che finalmente acconsentirono.
Che gioia! Che felicità! Elena, subito dopo cena, corse al telefono e chiamò il numero che c'era sull'annuncio e con la voce rotta dall'emozione chiese se era possibile incontrarsi per avere un cucciolo: “ma presto anzi, prestissimo!”
Così la piccola e bellissima Elena andò, accompagnata dalla mamma, a conoscere il cuccioletto che sarebbe entrato a far parte della sua famiglia. Qualsiasi sacrificio sarebbe stato ben ripagato dalla grande gioia che dà un cuccioletto di cane ( ma anche di gatto, di coniglietto, ecc.. ecc)
Però, si sa, nelle storie c'è sempre un però, ci fu una sorpresa: i cuccioli erano di taglia gigante, ancora più grande del San Bernardo. Erano un incrocio tra il San Bernardo ed il Terranova.


La mamma dei cuccioli S. Bernardo aveva sposato un bellissimo signor Terranova campione di salvataggio in acqua.
La piccola Elena sgranò gli occhi quando vide il papà Terranova che si avvicinava ai cuccioli. "Ti prego mamma prendiamolo ugualmente, lo so che diventerà grande ma lo educherò così bene che non ti accorgerai nemmeno di averlo in casa." E mentre diceva così i cuccioli avevano iniziato a guaire, a leccarle le manine, ed a guardare lei e la mamma con i loro occhioni adoranti. Quest'ultima sospirando di rassegnazione, pur di far felice la figlia, acconsentì e fu così che un bel cagnetto ( che poi scoprirono cagnetta) di una quarantina di giorni, che mostrava di avere almeno qualche mese, fu preso in braccio, coccolato e portato a casa da Elena.
Evviva! Pippi fu adottata! E cominciano così gli allegri fatterelli.
Pippi era una cagnetta, si fa per dire vista la mole, assolutamente deliziosa e molto affettuosa con tutti i membri della famiglia, ma "impazziva" quando il giardiniere andava a tosare il prato. Il rumore del tosaerba era per Pippi intollerabile e se per caso riusciva ad eludere la sorveglianza di Elena e ad uscire in giardino... apriti cielo! Sembrava di assistere alle "comiche": Gerardo, il giardiniere, abbandonava la falciatrice e se la dava a gambe levate, correndo attorno ad ogni albero o siepe o panchina...insomma tutto ciò che potesse costituire una barriera tra lui e Pippi. Una volta si arrampicò sul pino vicino alla siepe e Pippi sotto, con le enormi zampe anteriori appoggiate al tronco, quasi a lambire i piedi, anzi le scarpe di Gerardo, che non poteva far altro che gridare: “ AIUTO!” Allora arrivava di corsa Elena che riusciva a riportare la pace tra il giardiniere e la sua giovane cagnona.
Ma la mamma e il papà erano davvero preoccupati per questa cagnolona che stava diventando sempre più grande e creava grossi problemi con il vicinato che lamentava le sue frequenti incursioni nei giardini a far buche o in casa ad usare i comodi divani, spesso con le zampone infangate.
Aveva voglia la piccola Elena e ergersi a difensore di Pippi, i suoi genitori stavano seriamente pensando di darla a qualcuno che aveva la possibilità di accudirla senza che lei combinasse guai.
Elena riuscì, con non poca fatica, a rimandare la decisione di mamma e papà a dopo le vacanze estive che, da tempo, erano state già fissate al mare, in Toscana.
Fortunatamente avevano preso in affitto un villino con un giardino recintato e Pippi avrebbe potuto correre e divertirsi senza fare eccessivi danni. Inoltre la casa era proprio adiacente al mare, un bel tratto di costa rocciosa dove l'acqua era blu e verde ma molto profonda sin da riva.
Arrivò l'estate e giunsero finalmente al mare. Pippi ed Elena giocavano insieme in giardino nelle ore più calde sotto lo sguardo vigile di mamma e papà. Solo nel tardo pomeriggio o al mattino presto, la famigliola andava al mare lasciando Pippi da sola in giardino.
Un giorno, stanca di stare in giardino, Elena decise di andare da sola sulla riva del mare di nascosto dai suoi genitori, che stavano riposando.
Pia piano mise il collare e il guinzaglio a Pippi e si chiuse silenzionsamente il cancello alle spalle.
Giunta sulla riva del mare iniziò a giocare con Pippi correndo vicino alla scogliera, lanciando sassi e pezzi di legno alla sua cagnona che correva felice.
La riva era completamente deserta, l'ora era troppo calda e tutti erano ancora o a tavola o a riposare. D'un tratto Elena inciampò in un vecchio tronco seminascosto e precipitò in acqua.
Subito iniziò ad annaspare ed a chiamare aiuto: L'acqua era molto profonda, lei non sapeva nuotare bene ed inoltre era troppo spaventata!
Pippi senza esitare un solo istante, si lanciò in acqua nuotando con sicurezza e così velocemente che in breve raggiunse la padroncina, che annaspava quasi priva di forze e sul punto di arrendersi e lasciarsi inghiottire dal quel mare che l'aveva sempre affascinata ma che, ora, stava per diventare il peggiore dei suoi incubi. Pippi, Terranova a metà, aveva ereditato dal padre la straordinaria abilità nel nuoto e un incredibile istinto che gli suggeriva come comportarsi, pur senza aver ricevuto alcun addestramento. Elena non riusciva a credere ai propri occhi ma si aggrappò senza esitare al collare della sua Pippi, che nuotando con destrezza, la condusse fino alla riva, ormai al sicuro. Elena rimase per qualche minuto sdraiata sopra uno scoglio, lambita dall'acqua che andava e veniva, e Pippi lì, accanto a lei, le leccava la faccia e col muso la incitava ad alzarsi. Abbaiava dolcemente cercando di scuotere la bambina, che ancora tremante di paura e di freddo, non riusciva a muoversi. Pippi allora si accucciò accanto a lei e le fece capire che poteva aggrapparsi al suo folto pelo o al collare, per sollevarsi. "Dai...forza!" sembrava volesse dirle.


E fu allora che Elena capì ed abbracciò forte la sua cagnolona, si issò a cavalcioni sul suo poderoso corpo e si diressero verso casa, proprio mentre mamma e papà, li stavano cercando, svegliati dalle grida di Elena .
"Che succede piccola mia" le chiese la mamma abbracciandola. "Oh mamma, Pippi mi ha salvato la vita" e, tra le lacrime che le bagnavano abbondantemente le gote, Elena, raccontò a mamma e papà quanto era accaduto.
Pippi quel giorno ricevette la miglior pappa che un cane possa mai sognare e fu al centro di attenzioni e coccole a non finire.
Le vacanze terminarono presto, come sempre troppo presto finiscono le cose belle, ma quell'episodio che poteva trasformarsi in una vera tragedia, servì affinché Pippi, non solo non venne ceduta ad un altra persona, ma, finalmente, entrò a far parte pienamente e in modo insostituibile della piccola famiglia.
Qual'è la morale di questa piccola storia bambini cari? Ce ne sono parecchie in realtà: che bisogna amare gli animali e rispettarli per quello che sono, senza pretendere che si comportino come gli esseri umani. Che non bisogna mai maltrattarli perché loro, pur se animali, sono sempre onesti verso di noi e uso la parola Onestà nel più nobile senso del termine, loro non tradiscono mai ed amano incondizionatamente. E infine che i bambini non devono mai avventurarsi in situazioni pericolose senza la protezione di qualcuno più grande ed in grado di prendersi cura di loro.


Maurizia Zucchetti - Serenella Menichetti – Milvia Di Michele – Daniela Bonifazi – Francesco De Gaetano



2 commenti: