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FAVOLA- " MISTERO " autori Francesco De Gaetano- Maria Laura Celli- Elisa Tomassi- Giovanni Tricozzi


MISTERO



Era un giorno piovoso, grigio e freddo. Nei cuori c'era tanta tristezza,non si vedevano sorrisi sui visi della gente.. Per le strade c'era un via vai di persone che assomigliavano a tanti robot. Cosa poteva essere accaduto in quel paese? Cosa di cosi' grave, capace, di togliere il sorriso alla gente? Come mai i loro corpi apparivano rigidi, tanto da sembrare statue che camminano? Questo era veramente un mistero, che andava al più presto scoperto.
Per questo occorreva escogitare qualcosa. Cercare qualcuno, con idee risolutive in proposito. Tutti avevano sul volto, sulle membra, sui capelli, uno strano colore grigio, come di polvere ammantata e stantia. Le bocche non avevano più, il loro colore rosso. Erano leggermente ambrate, giallognole, serrate. I volti apparivano privi di espressione, con occhi fissi, a volte convergenti verso il basso. Le labbra si muovevano appena e dalla loro bocca usciva un suono flebile, una voce "rugosa",quasi impercepibile, un forzato deglutire faceva appena intravedere, un movimento muscolare del collo. La situazione si presentava, veramente molto seria, quasi tragica. Cosa poteva essere accaduto, ad un paese, poco prima, pieno di persone brillanti, serene,giocose ? Certamente, un avvenimento particolare che trasformò la GIOIA in TRISTEZZA. Tutta la gente del paese, cominciò ad indagare e finalmente, dopo tanto , qualcuno riuscì a capire la causa di tale trasformazione. Il mistero fu svelato: un essere malvagio aveva tolto ai bambini del paese i sogni. Portando via il sorriso e la speranza. Di conseguenza i genitori si erano trasformati, in esseri tristi, senza anima. 



In giro per il paese si vedevano solo adulti. I bambini, non uscivano di casa, perché avevano vergogna. Dovete, infatti, sapere che insieme ai sogni, quell'essere malvagio, aveva tolto loro,anche la bocca. Beh, non proprio tolta, ma l'aveva nascosta e lui solo sapeva dove. Capirete da soli che senza bocca sono molte le cose che non si possono fare, per esempio non si può sorridere, non si può comunicare e persino mangiare diventa una vera difficoltà. Fortunatamente, il problema dell'alimentazione fu risolto, fornendo ogni famiglia con bambini. Dalle macchine erogatrici di cibo. Dovevamo comunque agire in fretta, per risolvere il problema. Ma chi poteva fare qualcosa? A chi chiedere d'affrontare il temibile mago Pisquino e le sue malefiche magie?



- Ma guardate, si, è un bambino e ha la bocca!-.
Tino il droghiere ripeté per due volte questa frase e con l'indice della mano indicò verso la direzione del bambino. Sui volti delle persone ora prendeva forma lo stupore, c'era un bambino che aveva la bocca e che portava una grande chitarra a tracolla, proveniva dalla strada che introduce al paese e dall'aspetto pareva proprio un bambino vagabondo. Era un bambino che veniva da lontano,da un paese sconosciuto. Era capitato lì per caso, la sua vita era la sua chitarra. Con la quale intonava musiche meravigliose. Che suono melodioso, sapeva far uscire da quelle corde! Gli occhioni azzurri del piccolo, erano spalancati verso il mondo che lo circondava e la sua boccuccia rosa accennava ad un sorriso birichino. Mentre la gente lo guardava stupita, incredula, il bambino senza nome si mise a suonare una dolce melodia che faceva rabbrividire.






D'incanto il cielo divenne color arancio,il sole lanciò come saette i suoi raggi su tutto il paese e tutta la gente sembrò sciogliersi, al suono di quella fantastica e fantasiosa musica. Le membra cominciarono a muoversi come una volta. Il corpo tornò, ad un tratto, morbido e fluttuante. I sorrisi apparvero sui visi e si alzò ,come d'incanto,un coro di voci bianche, erano i bambini che usciti da ogni casa si erano ritrovati tutti insieme accanto al chitarrista. Improvvisamente sui loro dolci visini erano tornate, al loro posto, le boccucce, che si misero a cantare.....







Le loro voci, così armoniose ebbero il potere di far   






fuggire, il mago Pasquino 

che scomparve all'orizzonte urlando di rabbia e mai più osò tornare in quel paese. La gente felice cominciò a ballare per le strade, ad intonare canti e soprattutto a manifestare le proprie emozioni.










La FELICITA' era tornata!

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