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CATERINA E IL "SUO" MARE di Daniela Bonifazi-Maria Laura Celli-Stefania Galleschi



Caterina e il "suo" mare
Tanto, ma proprio tanto tempo fa, in un paese che sorgeva vicino al mare, viveva una bimba di nome Caterina. Aveva gli occhi azzurri come quel mare che vedeva ogni giorno dalla sua finestra, bei capelli sempre raccolti in treccine rosse e lunghe. Il suo visino paffutello era pieno di lentiggini e quando sorrideva i suoi bianchi dentini sembravano perle lucenti. La sera, prima di andare a letto, era sua abitudine aprire la finestra della sua cameretta e gettare l’ultimo sguardo del giorno al SUO mare azzurro, osservare rapita la bianca spuma ed odorare, a pieni polmoni, l 'aria frizzante che arrivava dalla scogliera all'infrangersi delle onde. Era quasi un saluto che ella voleva fare,un frizzante augurio di buona notte a quella sconfinata massa di acqua blu che con il suono incessante della risacca accompagnava il ritmo dei suoi pensieri e la portava verso sogni bellissimi, dove il SUO mare era sempre il protagonista.
E allora sognava velieri che solcavano quelle acque talora tranquille, altre volte impetuose e travolgenti tanto che la nave, con le sue vele al vento, incominciava a volare nel cielo azzurro, e lei, giovane nocchiere, poteva visitare terre lontane ma anche nuovi mondi, mai visti, che avrebbe potuto visitare soltanto con gli occhi della fantasia. Volava leggera, sentiva il vento sferzarle il viso, si sentiva felice, padrona di dominare il mondo, di scoprire paesaggi fantastici.


Quale felicità più grande che poter volare con la fantasia e poter scegliere itinerari meravigliosi senza paura di delusioni!Il mondo intero era suo e ne voleva far parte intensamente. Ecco, era pronta per scegliere le "sue" mete e partire,anzi"VOLARE"!
Chiuse gli occhi, respirò a pieni polmoni quell'aria frizzante e profumata e il suo pensiero cominciò a vagare per lidi lontani, la sua fantasia arrivò fino alle nuvole, che bianche e lontanissime avevano sempre affascinato Caterina. I suoi piedini si posarono su un soffice tappeto e all'improvviso un sentiero si aprì davanti a lei. La bambina, dopo un attimo di esitazione, iniziò a camminare, e più avanzava più distintamente riuscì a vedere qualcosa che fino a pochi istanti prima era solo una massa indistinta:un castello meraviglioso e pieno di un fascino,un richiamo impossibile da ignorare. Caterina affrettò il suo incedere e ben presto si trovò di fronte ad un ponte levatoio. Era abbassato,quasi ad invitarla ad entrare.La piccola non esitò e,mentre camminava,guardò in basso,cercando il classico fossato colmo d'acqua. Ma quel che vide la stupì: miriadi di fiori multicolori e minuscole fatine che svolazzavano da una corolla all'altra la estasiarono. Che meraviglia! E poi… che profumo....!Non ci pensò due volte. Si calò con fare leggiadro e posò i suoi piedini sulle morbide corolle, a sfiorarle. Che dolce sensazione! Nel suo animo la bimba si sentiva libera come l’aria. Avrebbe voluto rimanere a lungo lì, ma la curiosità le imponeva di andare oltre e, mentre si accingeva a risalire sul ponte per poter entrare nel castello, tutte le fatine le si avvicinarono lanciando risate argentine e circondandola. Erano splendide, viste da vicino, delicate ed armoniose. Ognuna di esse afferrò un lembo del vestito di Caterina, che si sentì sollevare nell'aria. "Dove mi portate"? - chiese. "Ma al castello, naturalmente"! - 


rispose una creatura alata. "La fata suprema ti attende, mia cara"! - aggiunse un'altra. "Per esaudire i tuoi desideri, cara, ma"... "Oh piantatela voi piccole pettegole! - intervenne una fatina che portava in capo un corona lucente - Conducete la nostra illustre ospite al cospetto di fata Desideria, senza indugiare oltre"!
A queste parole, tutte le fatine annuirono e chinarono il capo, a mostrare rispetto per quella che doveva essere la loro guida e superiore in grado. Fu così che la bambina "volò" fino all'ingresso del maestoso castello. Il portone si aprì e quanto apparve ai suoi occhi era di una meraviglia indescrivibile! Nel cielo azzurro e limpido si vedevano nuvole argentee e, sopra e intorno a loro, miriadi di uccellini dai colori sgargianti cinquettare svollazzando con allegria.
D'improvviso la sua attenzione fu distolta da un chiacchiericcio che veniva da dietro un piccolo promontorio. Alzò le braccia e volando arrivò fino a "quel dolce frastuono di voci”.
Oh meraviglia delle meraviglie! Non riusciva a credere ai suoi occhi. Di fronte a lei c'era il mare,il "suo" mare. Sulla spiaggia tante fatine si rincorrevano allegramente e molte altre facevano il bagno, gettandosi addosso spruzzi di acqua fresca e salata. 
D’un tratto le loro argentine risate si bloccarono,gli aggraziati movimenti giocosi si fermarono.Caterina si chiese cosa stesse succedendo e si meravigliò nel vedere le fatine uscire dall'acqua precipitosamente e formare,tutte insieme e tenendosi per mano, un semicerchio. Come d'incanto una dolce musica si udì in lontananza,in cielo apparve l’ arcobaleno, che illuminò i loro visi. Avevano un aspetto ancora più splendido. Le fatine al suono di quella musica si inchinarono ed apparve magicamente…la fata Desideria!
-“Benvenuta Caterina – le disse con un dolce sorriso - nel Castello dei desideri che si avverano! Sì, hai compreso bene, In questo luogo magico ogni desiderio viene esaudito! Sono certa che tu ne abbia tanti, mia cara, ma sappi che solo uno veramente speciale potrà essere realizzato”!
Caterina era rimasta senza parole, prima all’apparizione della Fata, e poi a quella sorprendente rivelazione. Se aveva desideri da realizzare? Oh sì! Ne aveva molti, ma la condizione era chiara: avrebbe dovuto sceglierne solo uno, il più importante fra tutti, per lei. La sua mente tornò indietro, nel tempo felice in cui viveva nella casa sul mare con la sua tenera mamma ed il suo papà, in perfetta armonia. Essi l’adoravano e non v’era nulla che non avrebbero fatto per lei. Caterina era il loro Universo. Ricordò i tanti compleanni e le bellissime feste che sua madre organizzava con accurati preparativi: un bel tavolo sul quale facevano bella mostra dolci di ogni tipo, bevande, piatti e bicchieri colorati e, ai lati, una corona di fiori a decorare il tutto. Ma ciò che rendeva magica la sua festa di compleanno, in agosto, era il fatto che si svolgesse sulla spiaggia, in riva al SUO mare! Quante corse con i suoi piccoli amici! Quanti giochi spensierati ed allegri! Veniva poi il tanto atteso momento della buonissima torta, specialità della sua mamma, deliziosamente decorata con frutta e panna montata. 
Allora tutti si radunavano attorno al tavolo, battendo le manine e cantando in coro gli auguri alla festeggiata, che soffiava sulle candeline esprimendo anche allora un desiderio. 
Tempi lontani ormai, perduti nei ricordi di Caterina. Il papà perse il lavoro, e la sua famiglia si ritrovò ben presto a fare i conti con la miseria. A malapena riuscivano a sopravvivere, grazie all’aiuto dei nonni, che si prodigavano come potevano. Mai più sontuosi compleanni per la bimba, né invitati. Ma ciò che la turbava oltre ogni dire era la tristezza che leggeva negli occhi dei genitori. Era per questo motivo che ogni volta che ne aveva l’opportunità, correva incontro al suo mare, guardando l’orizzonte e sperando in una magia. Ed ora forse aveva la possibilità di cambiare il suo destino e quello della sua famiglia. 
-“Ho deciso, fata Desideria! – esclamò Caterina – So cosa desidero più d’ogni altra cosa al Mondo”!
-“Sappi, mia cara, che non potrai tornare sui tuoi propositi. Il desiderio che esprimerai sarà vincolante e definitivo…ci hai pensato bene”?
-“Sono più che decisa cara fata…non potrei volere nulla di più e di diverso”!
“Bene dunque! Chiudi le palpebre e pensa intensamente a ciò che desideri. Ti sentirai librare in aria, ma ricorda di non aprire mai gli occhi, altrimenti tutto sarà vanificato. Sei pronta”?
Caterina annuì e fece quanto le era stato detto. Fu allora che le fatine alate la sollevarono e la bimba intuì che stava volando. Sentì il profumo dei fiori e quello ancor più amato del mare. Avvertì distintamente la dolce melodia che aveva annunciato la comparsa di Desideria ed il fresco contatto dei suoi piedini nudi con l’acqua. 
Poi le sembrò di essere trasportata da un vortice d’aria ed ebbe un po’ di paura, ma udiva la voce rassicurante della fata che le diceva:” Non temere Caterina…sogna piccola mia…sogna”!
La fresca brezza mattutina, che le portava l’odore del suo mare, svegliò la bambina. Era disorientata e le ci vollero alcuni minuti per realizzare che si trovava nella sua cameretta, distesa sul lettino. Aveva sognato? Caterina non riusciva a scindere la fantasia dalla realtà. Si guardò intorno e la delusione fu grande…nulla era cambiato. Eppure sentiva un’ inusuale attività provenire dal piano terreno. Decise di indossare la vestaglia e scendere per capire cosa stesse succedendo, quando la porta si spalancò ed i suoi genitori fecero “irruzione”con il sorriso sulle labbra. Entrambi sedettero accanto alla figlioletta, che li guardava con aria interrogativa. 
-“Caterina, tesoro… - esclamò la mamma – Papà ha di nuovo il suo lavoro! Ancora non riusciamo a crederci…sembra una magia”!
-“Una magia”? – ripetè la bimba.
-“La nostra vita cambierà! – aggiunse il padre – Mai più voglio vedere i tuoi occhioni azzurri tristi. La vita ci sorriderà di nuovo, piccola mia, e per il tuo compleanno organizzeremo una festa coi fiocchi, come una volta”!
Parole magiche! Caterina saltò giù dal letto e cominciò a saltare per la stanzetta, ridendo e battendo le manine, cosa che contagiò i suoi genitori. Una grande atmosfera, magica e allegra nel contempo, si diffuse tutt’intorno. La bambina si affacciò alla finestra, smaniosa di guardare il suo mare. Ma cos’era? Un arcobaleno? E quelle piccole creature alate…no…non sembravano uccellini. Caterina chiuse gli occhi per un attimo, inspirando a pieni polmoni l’aria che odorava di salsedine, e quando li riaprì non vide altro che quella distesa d’acqua, e le amate onde spumose. 
La fantasia ha un immenso potere e ogni magia sembra possibile, se ci si crede veramente. 


Maria Laura Celli – Stefania Galleschi – Daniela Bonifazi

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