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Il Giardino delle "Cose Abbandonate" di Milvia Di Michele, Daniela Bonifazi, Serenella Menichetti, Stefania Galleschi



                                               
                                                          Disegno di Milvia Di Michele

Il giardino delle "Cose abbandonate"
Una volta, durante la famosa giornata dedicata al “Tempo che scorre”, Maga Naturella decise …

Ma andiamo per ordine.
Massimina era una bimbetta un po’superficiale. Pensava sempre a farsi carina (e carina, lo era già tanto di suo!)
Una cosa che proprio le piaceva fare, era mettere le scarpe con il tacco della mamma, (specialmente quelle rosse con il fiocchetto) e poi guardarsi allo specchio.
Il suo amichetto, Giò Grandioso, (Grandioso sol perché così lo chiamava Massimina) la prendeva in giro per la sua vanità, lui si mostrava superiore al fascino dei fronzoli. Badava alla forza, lui!  (A dir la verità, qualche muscoletto aveva cominciato a metterlo).
Ma erano bimbi ancora, e non lo sapevano!
Lo sapeva però maga Naturella, che custodisce, da sempre e per sempre, i cuori dei bimbi. ( Tutti i cuori di tutti i bimbi del mondo) .
Ora, siccome li amava tanto e li considerava speciali ,( oh! Maga Naturella considera tutti i bimbi del mondo speciali!) decise di salvaguardare l’innocenza della loro fanciullezza con un dono.
Quale? Ma quello di poter vivere un’esperienza meravigliosa!

Era il giorno in cui cadde l’ultima foglia d’autunno
del milionesimo anno del “Tempo che scorre”,
si staccò dal ramo, tutta accartocciata e senza vita, (quasi senza vita!) e ballò e roteò nell’aria umida e dolcemente triste di quel fine Novembre, per poi appoggiarsi con l’eleganza di una ballerina in tutù , verso terra.
E accadde, quello che in questa ricorrenza capita sempre: Le Cose perse , dimenticate, vissute e logore, riacquistarono vita e memoria.
 E fu tutto un cicalare di racconti.

Maga Naturella decise che a Massimina e a Giò, (d’ora in poi lasciamo stare il Grandioso) fosse data la possibilità di ascoltarle.

Ma parlavano tutte insieme,tanto che, in coro, Massimina e Giò dovettero dire :
E BASTA! ...UNO ALLA VOLTA, PER FAVORE!
Poi, Massimina, rivolta a una bambolina di ceramica, con il vestitino di pizzo rosa e gli occhioni dipinti di blu, che pareva la più timida dei presenti, disse: -Dai comincia tu!, ti ascoltiamo!

E la bambolina, con la sua vocetta dolce, un po’timidamente, cominciò.

- Sai Massimina, (Massimina sgranò gli occhioni, chiedendosi come la bambolina potesse conoscere il suo nome, ma non volle interromperla) io sono nata in un piccolissimo, ma colorato laboratorio di ceramica.
Il mio babbo, un caro vecchiettino, mi ha creato con tutto l'amore del mondo, per donarmi alla sua nipotina.
I miei occhi blu sono uguali a quelli di Chiaretta, la bambina cui ero destinata. Il nonnino mi aveva cucito il vestito più bello che una bambolina potesse desiderare… e io ero così felice!
Non vedevo l'ora di conoscere la mia padroncina Chiaretta.
Ma, per mia grande sventura, non l'ho mai potuta conoscere perché, quando ero pronta nella mia bella scatola colore del cielo, e con un bel nastro rosa, dei ladri sono entrati nel laboratorio, hanno picchiato il mio babbo per rubargli i pochi soldi che aveva e hanno portato via i pacchettini che aveva preparato!
 Ma quando hanno aperto il mio e hanno visto me, mi hanno fatta volare fuori dalla finestra, perché gli uomini cattivi non amano le bamboline. Per fortuna, passava di lì la maga Naturella, che mi accolse a volo fra le sue braccia … SE FOSSI CADUTA IN TERRA!
Non posso pensare a cosa sarebbe successo al mio visetto di ceramica!

E, sapete bambini? Sono arrivati i carabinieri e hanno arrestato i ladri, perché le persone cattive, nella vita,alla fine sono punite.

Intanto maga Naturella...
Intanto, maga Naturella prese una bella piantina di rose, con il suo bocciolo rosa appena spuntato, che brillava tra le spine e le foglie verdi… e la piantò in quello che diventerà un bellissimo giardinetto :Sì, perché,quando una cosa abbandonata ha voce, nasce sempre un bellissimo fiore.

Ma...
una risatona di Massimina e Giò la obbligò a correre per vedere cosa stesse succedendo...
MA NO! Un maglione coloratissimo e seminuovo, uno di quei maglioni belli, che si possono acquistare a buon prezzo nel mercatino del rione, cui non manca proprio niente, (di lana buona, di ottima fattura e colorato il giusto) ma che aveva il complesso d’inferiorità, perchè non firmato ...
 un maglione, dicevo, procedette verso i ragazzi, a maniche in alto, sventolando i monconi e gridando: IO, IO, IO!
E così toccò al bel maglione non firmato, raccontare che era stato nascosto, perchè il ragazzino che lo indossava era stanco d'essere preso in giro dai compagni, per come vestiva.
 - Ma guardatelo!- dicevan tutti- sembra l'Omino Spaventapasseri!
Il rosso con il giallo non si usa più da qualche tempo... e lui!
-Quanto è ridicolo!


Alla madre, il ragazzo disse di averlo perso.
- Ma lo so ben io! - si lagnò il maglione - Quanta noia in quello scatolone nascosto in cantina!
Neanche uno strappetto avevo, e poi …so scaldare ben bene!
-Mi ha abbandonato miseramente!

Maga Naturella sorridendo, piantò un bel garofano rosso, in onore del maglione incompreso….

D'un tratto, le pagine di un grosso libro, un po' ingiallito dal tempo, cominciarono a sfogliarsi e a parlare con una voce calda, che catturava l'attenzione: era un antico libro di favole, un pezzo unico e originale, molto,molto prezioso..........
L'avevano abbandonato i tedeschi, in una casa di contadini, quando, finita la guerra, tornarono alle loro case, portando con loro cose, che poi magari lasciavano, perchè ingombranti.
In quella casa contadina lasciarono un bel libro di favole di Andersen, in cambio di un po' di prosciutto casereccio e un fiasco di vino.
Il libro raccontò una dolce storia, perchè se è pur vero che fu abbandonato, fu pure considerato prezioso da chi lo raccolse.
In quella casa c'era un papà che aveva frequentato soltanto la terza elementare, ma amava tanto leggere e, soprattutto, farlo per le sue tre bimbe.
Questo libro fu prezioso per lui e la sua famigliola.
Infatti, nelle fredde sere invernali, accanto al camino, il papà lesse bellissime favole alle figlie, mentre la mamma sfaccendava e tendeva le orecchie per ascoltare.

Maga Naturella piantò in suo onore una solida quercia.

Ma tra le cose abbandonate:UH!.. Quanti libri !

Infatti, subito si fece avanti un altro libro molto colorato ed elegante. Si lagnava e piangeva disperato.
-Anch’ io sono stato abbandonato, proprio come una SCARPA VECCHIA!
Io, con la mia copertina rossa a caratteri d'oro.
Ma se sono un oggetto prezioso!Un libro raro!
Eppure, guardate come mi ritrovo!
Questa è un'ingiustizia, un'enorme onta, che sto subendo ingiustamente, e non mi può andare giù!
Trovarmi qui, con altri anonimi, pieno di polvere!
E pensare che la principessina Marilù, che abita in alcune mie pagine, è affetta da un'allergia molto grave alla polvere! Nemmeno a loro hanno pensato !Nemmeno a tutti i personaggi che io ospito così amorevolmente, nemmeno a Loro!

-Etciù! Etciù! Qualcuno mi prepari una tisana, o morirò di starnuti!- si ascoltò.
-Arrivo, Marilù cara! Ma non riesco a trovare la cucina. Era nella pagina trentadue, è tutto pieno di polvere non si vede niente!- Risponde il maggiordomo Ernesto a Marilù.
-Eccomi vvvvvvvvvvvvvv ci penso io!- risponde il Vento del deserto, che era in una bellissima favola orientale di cui non ricordo il titolo.
vvvvvvvvvvvvvvvvvvvvv … E, in men che non si dica, il vento toglie la polvere, dalla pagina trentadue.
Il maggiordomo così può entrare in cucina e preparare la tisana a Marilù.

-Vedete?- continua il libro- I personaggi si arrangiano come possono, non c'è più rivalità, sono pronti a uscire da favole diverse, per aiutarsi.
Io però sono veramente depresso, non avrei mai pensato di finire così.

E Maga Naturella, per il bel libro dalla copertina rossa, piantò nel suo giardino, una magnifica orchidea rosa.

MA ECCO che...apparve, come per magia, la scarpina di cristallo indossata da Cenerentola al gran ballo, organizzato in onore del famoso Principe Azzurro, che avrebbe, in quell'occasione scelto la sua sposa.
Ebbene, i bambini si meravigliarono e non poco, chiedendosi come mai una cosa tanto preziosa, (non dimentichiamo che fu proprio la scarpetta a condurre il Principe da Cenerentola) fosse stata abbandonata!

- Ormai non servivo più a nulla! - disse con aria sconsolata la scarpina - La principessa non ha più bisogno di me e mi ha gettata assieme alla mia compagna, in un baule chiuso in soffitta.

-Che cosa triste!-disse Massimina, sospirando- Quante cose abbandoniamo! Oggetti che prima ci appartenevano, che c’erano utili, che avevamo desiderato!

Sì- fu d’accordo Giò- non è bello. No, non è proprio bello!
-Anche la scarpina di cristallo di Cenerentola! Ma come si fa! Dovrebbe stare custodita in un museo, si dovrebbe pagare il biglietto per vederla!
-Quanto siamo superficiali, noi esseri umani!

Maga Naturella, con un sorriso enigmatico, scelse un fiore da piantare. Questa volta toccò a una bella camelia diafana.

Giò e Massimina stavano ancora ripensando alla triste storia della scarpina di Cenerentola, quando si fece avanti, a grandi passi stile militare in parata, il pupazzo Sbirulino, che dopo la scomparsa della sua "mamma", aveva deciso di girare il mondo per far divertire tutti i bambini tristi, proprio come lo era stato lui, nel momento dell’addio alla sua ideatrice.

- Non c'è più spazio per la tristezza - disse Sbirulino - La mia mamma avrebbe voluto che io continuassi a rendere felici i bambini, ed è proprio ciò che ho intenzione di fare!
E così dicendo, si mise a fare mille piroette e a cantare allegre canzoncine.
Oh, com'era buffo... impossibile non ridere a crepapelle!

Maga Naturella decise che era l'occasione giusta per piantare una margherita, proprio come quella che Sbirulino portava sul suo buffo cappello.

Gli occhi dei bambini erano lucidi e tristi, ascoltare quegli oggetti che narravano la loro storia, terminata malamente, gli causava una grande angoscia.
Mai avrebbero pensato di star così male, per “Cose abbandonate”, che neppure vedevano.
Stavano conoscendo un nuovo mondo, imparavano nuovi concetti, ampliavano il loro modo di pensare.
Anche se soffrivano, si sentivano attratti da quegli oggetti così sfortunati, e dalle loro storie.

Mentre pensavano, sentirono la voce mesta di una Barbie, dire:
- CI SONO ANCHE IO! Son qui, in quest’angolo, quasi asfissiata da vecchie costruzioni!
- Ho un cubo che mi poggia sul naso da molto tempo, e una manina schiacciata sotto un triangolo: non ce la faccio più! E pensare, che ho l'unica colpa di non essere un'autentica Barbie, ma solamente una sua imitazione !

A quel punto Massimina guardò Giò, arrossendo anche sul cuoio capelluto, e anche sul collo.
-Cosa ti succede, Massimina? - chiese preoccupato Giò - Sei rossa come un peperone!

Massimina non riuscì a trattenere le lacrime e, tra i singhiozzi, riuscì a dire:
- Questa è la mia prima Barbie, ricordo ancora quanto fui felice di riceverla in dono!
L'avevo desiderata così tanto, che scrissi a Babbo Natale e la trovai, in una bellissima confezione, sotto l'albero che brillava di luci intermittenti e rendeva tutto più bello.
- Ma...non capisco! - replicò Giò - Se ti piaceva tanto, perchè l'hai dimenticata tra i tanti giocattoli che non usavi più?
- Ecco...non so come dirlo...dopo qualche mese la mamma, cedendo alle mie insistenze, mi comprò una Barbie Hawayana, sai, col gonnellino di paglia, tutta abbronzata, con una collana di fiori multicolori al collo...era bellissima. Così dimenticai l'altra.
- Voi ragazze sapete come essere crudeli! - commentò acido Giò.
- Ma ora voglio rimediare - esclamò la bambina e..
-Ma sì!- s'illuminò Massimina- Noi possiamo fare qualcosa!
Per esempio: Chiediamo a qualcuno, di aiutarci a organizzare una festa in onore delle “Cose abbandonate”.

-Eccomi qua, carissimi bimbi miei!- disse, apparendo nello splendore del suo vestito arcobaleno, la dolcissima maga Naturella- Eccomi qua, finalmente avete capito!
-OH! Ero sicura che Il cuor vostro è ancora capace di comprendere vero delle cose!
-Sì, ero un po'preoccupata, perchè avete una gran fretta di crescere e, con la fretta, oltre a nascere i gattini ciechi, possiamo anche dimenticare cl'importanza delle cose, ma non mi avete delusa !

-Bene, ora venite con me!

E i bimbi, (quasi ragazzini) la seguirono dentro un giardino bellissimo, stracolmo di fiori e perfino di qualche frutto.
In quel giardino le piante cantavano, qualcuna suonava pure il violino, e nell'aria c'era un profumo buono, che sapeva d'infanzia, di favole e ninna nanne.
-Quello era “il Giardino delle Cose abbandonate", ma che erano state ritrovate e amate!
-Uh! Che meraviglia!

Allora si organizzò una gran festa, con Sbirulino in testa che faceva piroette e indicava l'ingresso del giardino a tutti, sì, proprio a tutti tutti: sindaco, parroco, maestra, nonni e nonne, zie, cani e gatti, scimmiette, pure un serpentello piccolino, un po' schifato dai fifoni e, soprattutto tanti, tantissimi bambini che non volevano più ABBANDONARE le Cose, ma le volevano AMARE.


   Milvia Di Michele, Daniela Bonifazi, Serenella Menichetti, Stefania Galleschi

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