Tenera fiaba senza titolo
C'era una volta, in un meraviglioso posto che non aveva un nome, un bellissimo castello dalle mille torri multicolorate e fosforescenti, tanto che la notte emanavano splendenti luci cosi' forti da illuminare tutto il paesaggio fino a molti chilometri di distanza. Dalle finestre coi vetri dipinti usciva una dolce musica, emozionante. Il suono di quegli strumenti faceva accapponare la pelle, la melodia era dolce, invitava a sorridere e a canticchiare. Nessuno sapeva chi abitava in quel castello fantastico e misterioso. Un giorno però le luci si spensero, le musiche si smorzarono fino a cessare dopo alcuni giorni. Dalla valle nessuno volle salire a vedere che cosa fosse successo poiché il castello, posto così in alto, circondato da rovi ed ora silenzioso e buio, incuteva timore.
Da molti giorni il castello era buio e silenzioso. Quel meraviglioso e colorato maniero era diventato tetro triste, e gli abitanti della valle avevano paura. Una notte però successe una cosa straordinaria che nessuno, certo, si aspettava.
Un bambino di nome Riccardo, che non riusciva a dormire senza i bei suoni di un tempo, si alzò dal suo caldo letto e svegliò il fratellino: -Marco- disse- svegliati, voglio che tu venga con me al castello per vedere cosa è accaduto!-
I due bambini si vestirono in fretta, presero due torce e scivolarono pian pianino dalla porta sul retro. Nessuno udì e, veloci come il vento, arrivarono ai piedi della collina. Erano infreddoliti e il loro cuoricino batteva forte forte. Si fermarono un attimo per rendersi conto della lontananza del castello. Guardarono in su e provarono un attimo di terrore ma tanta era la loro curiosità che proseguirono inerpicandosi tra i rovi.
Ecco erano arrivati. Ma che buio brrrrrr e che paura. Riccardo che era il più grande entrò per primo nel grande giardino e Marco lo seguì standogli appresso stretto stretto. Le piante, con le enormi foglie sembravano ali di aquile e gli alberi neri e scuri incutevano paura oscillando i rami al leggero vento notturno. Stavano procedendo cautamente quando un rumore improvviso li fece trasalire e dallo spavento fecero un salto indietro. Si guardarono intorno per capire cosa avesse provocato quel rumore e da dove veniva.
I due fratellini si presero per mano e stando vicini, quasi abbracciati, di nuovo girarono lo sguardo a 360 gradi e cosa non videro i loro occhietti? Dietro un folto cespuglio c'era uno strano esserino dal faccino simpatico e con due occhietti vispi. Riccardo e Marco rimasero a bocca aperta dalla meraviglia; non sapevano se correre via o chiedere a quello strano esserino chi mai fosse. Ma fu lui, lo strano esserino, che vedendoli corse loro incontro e con i suoi occhietti simili a quelli dei grilli, li guardò si impaurì e disse:-AUGHTZATREK! (INDIETRO! Nella nostra lingua.)
I due fratellini non capirono ma disegnarono in terra un sole ad indicare pace.
L'esserino(continueremo a chiamarlo cosi') li guardò con molta attenzione e curiosità girando la testa da un lato e dall'altro e,
miracolosamente, parlò un linguaggio che l'amore rese comprensibile a tutti dicendo:
- Ragazzi vengo da un pianeta a voi sconosciuto, sono capitato per un caso incredibile sul vostro pianeta e su questo colle. Ho udito musiche e suoni bellissimi, sono entrato nel castello ma tutti mi scacciavano, nessuno faceva un gesto di comprensione e accoglienza. Allora ho messo in moto tutti i miei poteri interplanetari e ZAGHKHT tutto finito!
-OH no, no! -esclamarono Marco e Riccardo all'unisono -Scendi con noi al paese, vedrai che sarai accolto bene da tutti e potrai diivertirti con noi, ma ti preghiamo.... rendici la "favola" del bel castello incantato pieno di luci e di suoni.
L'esserino, che pure aveva un cuore anche venendo da un altro pianeta, strabuzzò gli occhietti e per magia luci e suoni tornarono a rallegrare i dintorni.
I tre amici scesero a valle capriolando e scherzando insieme. La gente dei dintorni, felice, riebbe così il proprio sogno luminoso e musicale. Tutti continuarono a godere il castello ricco di musica, luci e colori, che forse esisteva o forse no...ma che restava per tutti magico.
OGNUNO DI NOI HA SEMPRE BISOGNO DI MAGICI SOGNI.
Maria Laura Celli - Lalla Tosi
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