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Favola a più mani: "Il buio" di Cecilia Bonazzi-Maria Laura Celli-Lalla Tosi- Serenella Menichetti


IL BUIO
C'era una volta il buio un omone nero nero, grosso grosso che amava metter paura a tutti, a grandi e piccini. Arrivava sul più bello: alla svolta di un corridoio, in cima ad una rampa di scala e...spesso senza preavviso.
Tutti temevano il suo apparire ma non avevano armi contro di lui......nessuno riusciva a sconfiggerlo; l'OMONE sembrava invincibile.
Come fare per annientarlo? Cosa si potrebbe inventare tutti si chiedevano?

Il buio con un potente soffio spengeva la luce del sole fino all'ultimo raggio. E tutto cadeva nelle tenebre.
Ogni settore del globo a sua volta cadeva nel buio più totale. La gente rimaneva sconvolta, non si vedeva più niente e tutti dovevano smettere di svolgere le loro attività. E molti avevano paura soprattutto i bambini!
A Greta invece faceva venire una rabbia enorme, soprattutto perché, doveva terminare un lavoro importantissimo! E quando l'omone arrivava, era costretta ad interrompere il suo lavoro a malincuore.
Quella sera dovette lasciare sul più bello quello che lei giudicava " lavoro" anzi PROGETTO. Mentre loro, gli adulti, lo ritenevano tempo perso.
Greta era veramente arrabbiata e rimuginava tra sé che i grandi sono dei veri prepotenti con i minori perché spesso vorrebbero appropriarsi del tempo dei loro bambini per gestirlo come piace a loro.
-Questo non è assolutamente giusto! E poi ci si mette anche quell'omone a farmi interrompere una cosa così importante. Non ne posso proprio più.- Mentre Greta rimuginava le ingiustizie subite, senza volerlo, forse per l'enorme rabbia che non riusciva più a contenere, dalla sua bocca uscì un improperio verso il BUIO, colpevole di averla bruscamente lasciata con lui, ovvero lasciata al buio!
- Quest'uomo grande e grosso è veramente un "cretino", solo così si può chiamare uno che alla sua età fa simili dispetti!- disse a voce alta Greta.
Il buio che era lì, udì ciò che Greta aveva detto. - Io non sono un cretino !- disse in tono offeso - Voglio solo non vedere le cose che mi fanno paura e copro tutto con un velo nero!-
Greta rimase stupefatta: non si aspettava che qualcuno avesse sentito il suo sfogo ma, soprattutto, non si aspettava che un omone grande grosso e prepotente piagnucolasse una tale risposta.
La bambina si fece coraggio e chiese timidamente: -Tu hai paura ? E di che cosa che sei enorme e potente? -
-Io ho paura...e basta!- rispose il buio.
- Come me allora, anch'io ho paura...e basta; a volte mi spavento per un rumore forte, altre volte...per il buio improvviso...- disse Greta.
-Tu hai paura di me? Ma io...io non...perché hai paura di me? non voglio mica farti del male io!- quasi si scusò il buio.
- Sì, forse non vuoi farmi del male, ma se, per esempio, mi trovo improvvisamente al buio e sono per le scale, potrei cadere e farmi del male, tanto male...ma tu di cos'hai paura ?- ribatté Greta.
- Mi dispiace davvero...- L'omone rimase un attimo in silenzio poi riprese - Io ho paura di essere visto, pensa.... ho paura che la gente abbia paura di me, che si spaventi. Spesso le persone urlano quando mi vedono, soprattutto i bambini - rispose il buio.
- Forse dovresti avvertire quando arrivi e non piombare improvvisamente: così avremmo modo di prepararci! - consigliò Greta.
Il buio rimase in silenzio pensieroso; quante immagini e quanti pensieri si animavano nella sua mente; abbassò la testa e se ne andò senza nemmeno salutare.
-Che strano personaggio- pensò Greta.
L'indomani tutti i bambini del villaggio si riunirono per inventare qualcosa che potesse spaventare questo Omone cosi' “cattivo”. Si riunirono nella casa di uno di loro, tappezzarono i muri di immagini che rappresentavano momenti di allegria, gioia, giochi di bimbi. Apparecchiarono una bellissima tavola con torte piene di candeline accese e dai colori fortissimi, accesero la radio per ascoltare canzoncine allegre e si fecero trovare, dal buio, mentre, felici, facevano un grande girotondo intorno al tavolo. Le mamme erano li', sedute e sorridenti e, ogni qual volta un bimbo passava vicino a loro, riceveva una dolce carezza. I visi di tutti sprigionavano gioia e luminosità così intense che il buio fu costretto a fuggire urlando e finalmente fu la luce.
Greta era felice di tanta luce e della festa e allegria di tutti i bambini, ma qualcosa la intristì improvvisamente.
In fondo, anche il buio era stato un bambino: ora era solo e senz'altro aveva paura.
Si fece coraggio e andò a cercare il buio.
Lo trovò in una grotta umida e scura che piangeva, singhiozzava tutto solo.
Greta gli si avvicinò non senza timore e lo chiamò: - Signor Buio, signor Buio! -

- Vattene o ti spaventerai.- rispose una voce flebile dal fondo della caverna.
- Signor Buio, sono Greta, la bambina dell'altra sera, ricordi? Abbiamo parlato tanto.-
- Cosa fai qui, non verrò più nel tuo villaggio, la gente non mi vuole! - disse il Buio.
- Le persone non ti conoscono e non sanno come sai essere bello quando vuoi..-
- La gente ha paura di
 me e non mi vuole!-.
- No, non dire così; la gente non ti conosce per come sei e ti giudica solo per come ti vede...anzi, per come non ti vede, ma se mi darai la tua mano...vedi, nell'altra ho una piccola candela ...- ma il buio interruppe la bambina
- Cosa vuoi farmi con quella candela, cacciarmi definitivamente?- chiese il buio spaventato.
- No, no, voglio solo tornare con te al villaggio!-
- Perché? - chiese il buio.
-Perché vorrei che giocassi con noi bambini e ci insegnassi che non dobbiamo avere paura di te. Io andrò avanti con la candelina accesa così nessuno si spaventerà perché tu non piomberai all'improvviso su di noi.- rispose Greta.
Il buio non sapeva cosa fare, continuava a piagnucolare nel fondo della caverna. Allora Greta gli si avvicinò e lo prese per mano. L'Omone sentì quella piccola manina calda prendere la sua enorme mano e pian piano si sentì tranquillizzare, le lacrime continuavano a solcare il suo enorme viso ma la serenità che si stava impadronendo del suo cuore era una cosa che non aveva mai provato prima.
Si lasciò guidare fino al villaggio dalla piccola Greta e una volta giunti nessuno si spaventò: la candelina era accesa e il passaggio dalla luce alla penombra fu dolce.
Tutti si raccolsero intorno ad un fuoco scambiandosi racconti, narrando le esperienze della giornata e i giochi fatti; i più grandi tenevano sulle ginocchia i bimbi piccolini e le nonne ricordarono le favole che un tempo erano state raccontate a loro.
Il buio si sentì accolto, sentiva di far parte di quel mondo e, col cuore colmo di gioia, abbracciò con le sue enormi braccia tutto ciò che per tanto tempo lo aveva spaventato e in questo grande abbraccio ognuno capì che ogni cosa può avere il proprio spazio: i bambini compresero che dopo la luce viene il buio per poi tornare la luce, come dopo la pioggia torna il sereno; gli adulti capirono che dopo una giornata di lavoro occorre il riposo e che la rotazione del giorno e della notte con la sua oscurità, come l'alternarsi delle stagioni, permette buoni raccolti. E tutti insieme meditarono sul fatto che niente è eterno, ma cambia continuamente, perché tutto possa avere il giusto posto nell'esistenza.


Cecilia Bonazzi - Maria Laura Celli - Lalla Tosi - Serenella Menichetti

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