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"LE FATINE DEL BOSCO ARGENTATO" di Rossella Calvi–Maria Laura Celli–Ilaria Goffo–Rossella Ceccarelli–Stefania Galleschi–Daniela Bonifazi–Serenella Menichetti

Vestiti delle Fatine appesi agli Alberi Argentati

Nella valle dei Venti c'era un magnifico bosco dagli Alberi Argentati Parlanti. Qui viveva serenamente un gruppo di fatine senza ali. Dovete sapere che queste fatine erano molto, molto speciali. La loro magia derivava dall'indossare degli abitini colorati molto belli, sempre illuminati; grazie ad essa le fatine scrivevano fiabe dolcissime che poi venivano inviate a tutti i bambini del mondo. Il corriere alato era Gustavo, uno strano animale con le ali, buono e generoso. La sera, prima di coricarsi, le magiche creature appendevano ai rami degli Alberi Argentati le loro vesti, e il bosco rimaneva così illuminato anche durante la notte.

Fatine nel Laghetto Fiorito
Ogni giorno le fatine, dopo il risveglio dal sonno ristoratore, facevano una ricca colazione con ribes, fragoline, mirtilli e more.Tutte insieme poi, allegramente, si immergevano nel Laghetto Fiorito e con le loro voci delicate dedicavano un canto di ringraziamento alla valle dei Venti. Un mattino accadde qualcosa di insolito e inaspettato: recandosi presso gli Alberi Argentati per prendere le loro vesti prima di cominciare il loro lavoro di Scrittrici di Fiabe…ohibò!... guardando in alto non videro più i loro graziosi vestitini.
Le fatine si guardarono sorprese e anche spaventate dalle conseguenze che tale spiacevole evento avrebbe causato. Come avrebbero potuto ora scrivere le fiabe per tutti i bambini del mondo? Quale essere perfido e malvagio aveva messo in atto il crudele piano che avrebbe privato i piccoli umani delle loro fantastiche narrazioni?
Gli Alberi Argentati Parlanti, a quel punto presero la parola,
Albero parlante
 e spiegarono alle fatine che durante la notte appena trascorsa, essi erano caduti stranamente in un sonno profondissimo, mentre è loro abitudine dormire di giorno e rimanere svegli la notte.
Quella era la conferma lampante che qualcosa o qualcuno aveva interferito con l’ordine naturale che manteneva da secoli l’equilibrio nel
Civetta Pollina
Bosco Argentato. Sconcertate, le magiche creaturine interrogarono l'amica Luna, le sorelle Stelline, gli animaletti del bosco, la curiosa civetta Pollina. Ma nessuno, proprio nessuno riuscì a dare loro una risposta. Nessuno aveva visto né udito nulla.
Pensarono allora di recarsi nel Bosco dei Maghi Magoni, dove avrebbero trovato anche il gran Mago Cipà, che tutto sa, per chiedergli se fosse a conoscenza dell’accaduto.
Mago Cipà
 Il mago, ovviamente, conosceva l’incantesimo che era stato fatto sugli Alberi Argentati Parlanti, ma non poteva svelarlo. Egli aveva l’enorme potere di conoscere la totalità delle cose, ma per svelarle bisognava che tutti i Maghi Magoni si riunissero nel Bosco Delle Magie. Il suo potere di conoscenza era vanificato se i Maghi Magoni non si riunivano tutti al suo cospetto, al chiaro di luna, sotto la Quercia delle Fiabe.
Nel silenzio del plenilunio al Mago Cipà sarebbe stato svelato con chiarezza l’incantesimo operato ai danni degli Alberi Argentati, e sarebbe stata l’amica Luna a farlo.
Bimba in attesa delle fiabe
I Maghi Magoni erano molto preoccupati. Sapevano bene anch’essi che la scomparsa degli abitini della fatine avrebbe impedito alle Scrittrici di Fiabe di creare le bellissime storie che tanti bambini aspettavano, e soprattutto voleva dire la perdita dei sogni e della fantasia.
Nel mondo degli umani in effetti, bimbi e genitori erano perplessi e delusi per non aver ricevuto la fiaba che molti di loro trovavano ogni sera, appena sorgeva la luna, 

sul davanzale della finestra della loro dimora, capanna o igloo che fosse; molti e non tutti, perché la fiaba veniva ricevuta solamente da coloro che credevano fermamente nella Fantasia, e questi la sera protendevano le loro manine fuori dal davanzale per ricevere il meraviglioso dono. Felici afferravano quel foglio di carta arrotolato che racchiudeva tutto un mondo fantastico dove essi potevano entrare e sorridere e sognare! Ma una sera tante piccole mani, marroni, gialle, bianche, a seconda della razza e del colore della pelle, restarono vuote e molti occhi si riempirono di lacrime.
Ciò rattristò moltissimo anche le fatine, che erano sull’orlo della disperazione.
Decisero quindi che quella stessa sera si sarebbero riunite tutte al chiar di luna sotto la magnifica Quercia delle Fiabe, assieme ai maghi, nel Bosco Delle Magie.

Bosco delle Magie
-“Dobbiamo riuscire ad annullare il malefico incantesimo, perché in gioco c'è la sopravvivenza della bontà, della spontaneità e della gioia sulla Terra. Gli uomini, solo se da bambini godono della lettura delle fiabe, possono conservare quell'aspetto di fanciullo che nella vita adulta è fondamentale per amare i propri simili, la natura e gli animali”! - tuonò il Granmagone, capo di tutti i maghi della sua specie. E rivolgendosi ai Maghetti alati, piccoli stregoni che crescendo, dopo aver perso le ali, sarebbero diventati Maghi Magoni, disse: 
-“Andate veloci a raggiungere tutti i Maghi, anche quelli che abitano nelle profondità marine, in anfratti, caverne… anche le più profonde, nelle foreste più impenetrabili... tutti devono sapere e giungere in tempo!
Maghetti Alati
La situazione era a dir poco drammatica, ma non tutto era perduto. I Maghetti alati non avevano perso tempo ed erano volati senza indugiare in cerca di ogni Mago presente nel grande bosco dei Maghi Magoni e anche oltre i suoi confini, fino al Mare della Magia, alle caverne Cantastorie e persino alla Foresta Dolcisogni. “Venite, presto! C’è bisogno di voi! Siamo portavoce del Granmagone…è lui che vi convoca e vi attende al sorgere della Luna sotto la Quercia delle Fiabe. Non mancate”!
Assolto il loro compito, i Maghetti alati tornarono dal grande capo per riferire il successo della missione loro assegnata.
Tutti erano stati avvisati, ed era stato fatto uno sforzo sovrumano per non lasciare nessuno fuori dal raduno sotto la grande Quercia. Quella sera, alla luce di una luna vivida e tumultuosa, turbata dal dispiacere delle fatine, cominciarono ad arrivare i maghi ! Ognuno di essi, presentandosi al cospetto del Granmagone, presentò con un inchino i suoi omaggi e sedette ai piedi dell'albero. Ben presto il Bosco Delle Magie fu invaso da una moltitudine di personaggi dall’aspetto e dai colori più strani, 
da vibrazioni del cielo, da pulviscoli di stelle e da scie luminose!
Ecco… non mancava più nessuno! Era giunto il momento che tutti attendevano, ma solo il Mago Cipà poteva dare il via alla magia che avrebbe tolto il maleficio.
Il silenzio assorbì l'intera notte e i pensieri di tutti i presenti.

Spettra e le sorelle
Intanto in una nera radura, davanti all'antro più buio del mondo, la strega Spettra era intenta in un lugubre girotondo intorno ad un falò assieme alle sue sorelle, e insieme recitavano una tremenda maledizione:
“Brucia brucia
Fantasia,
colori e musica
andate via!
Solo cenere 
sarai
solo NERO
rimarrai”!

Una risata agghiacciante risuonò nell'aria, al termine del rituale. Il crepitio del fuoco che avrebbe distrutto la Fantasia era in realtà una musica dolcissima, per quel gruppo di creature malefiche.
Il canto continuò ed anche le spettrali risate. Un fumo scuro si alzò, confondendosi con il buio notturno.
Spettra guardò la Luna dicendo con la sua sgradevole voce - " Anche il tuo splendore morirà"!

Spettra  e la luna
Non aveva ancora finito la frase, quando il fumo impallidì. Il suo colore scuro assunse un tono brillante ed evanescente, dai riflessi perlacei, lo stesso colore della luna, che osservava la scena dall'alto.
La fiamma sparì, ed il fumo si trasformò in una luce opalescente che si ingrandiva sempre di più, inghiottendo la notte.Le terribili creature caddero a terra con il corpo scosso da brividi e singhiozzi. E quella luce continuò il suo cammino in una scia luminosa mentre nell'aria si alzava un profumo di fiori. Al posto della grigia cenere, apparve una moltitudine di colori. 

Scia di colori
A breve una pila di piccoli indumenti dalle tenui e tenere tinte della natura e dalla luminescenza della luna si materializzò aumentando a vista d'occhio. Diventò altissima, inclinata da una parte dal vento notturno; assomigliava ad una grande torre di Pisa dai mille colori. La civetta Pollina che si trovava da quelle parti e il corvo Nerone si scambiarono uno sguardo colmo di stupore.
Le piccole vesti si staccarono delicatamente, una alla volta, immergendosi nella scia luminosa, amalgamandosi con lei. La civetta, il corvo e tanti altri piccoli animali, che erano in quel luogo assistettero ad uno spettacolo incredibile: un cielo nero completamente illuminato da una scia di colori al neon.
- "Assomiglia ad un arcobaleno"! - gracchiò il corvo!
- " Ma che dici? È molto più bello"! - rispose con il suo stridio la civetta.
- "Cosa sarà mai allora? È veramente inquietante"! - continuò il corvo.

IL Corvo

Il barbagianni, importato dalla città Eterna e come tutti i Romani un po’ “dissacratore” intervenne:- " Ragà… è solo Magia, stupida magia colorata…gnente de che”!
Intanto la scia multicolore continuò il suo percorso fino a giungere là dove era invocata.
Il Male non può vincere sempre, non se a contrastarlo si uniscono le forze del bene, la magia buona, il potere della conoscenza e l’intervento decisivo della splendida Luna. Durante il rito delle streghe, sotto la quercia delle fiabe, al cospetto di Granmagone e di tutti gli altri maghi lì convenuti, il saggio e potente Cipà, che tutto sa, aveva pronunciato solennemente il contro incantesimo sussurratogli dall’amica Luna:

Torna torna fantasia, 
Libro delle fiabe salve
nero e cenere andate via!                                 
Sogni e luce a noi venite
l’incantesimo svanite
Alle fate sia ridato
il potere ormai perduto.
Or le mani tutti unite,
grandi maghi,
e con me dite:
“Maleficio va’, sparisci,
magia buona cresci cresci,
che ogni fiaba salva sia
ora e sempre e così sia!

Fatine con gli abiti magici
Quale potere ha la Fantasia! Quale immensa forza i desideri dei bambini avevano sprigionato, aiutando il mago Cipà, ad adempiere al suo compito. La non più così temibile Spettra e le altre streghe, vittime della loro malvagità, erano svanite nel nulla. Dove siano e sotto quali sembianze è nella conoscenza del solo Cipà, che tutto sa. L’importante è che non potranno mai più nuocere ad alcuno. Al chiarore lunare apparvero le fatine, abbigliate con i loro magici, colorati e luminosi abiti.
“Tieniti pronto, Gustavo! Tra poco dovrai fare molte consegne. Troppo a lungo i bimbi hanno atteso le nostre fiabe”! – esclamò Fata Luce.
E la Fantasia tornò ad alimentare i sogni dei bambini col suo magico potere!


Rossella Calvi – Maria Laura Celli – Ilaria Goffo – Rossella Ceccarelli – Stefania Galleschi – Daniela Bonifazi – Serenella Menichetti

1 commento:

  1. Una bella fiaba che ti prende per mano conducendoti in un mondo incantato.

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