Una leggenda narra che nella "Grande Terra delle Acque" esiste un'Isola dove i pescatori non possono gettare l'ancora e non possono neppure pescare: chiunque si avvicini viene allontanato da un vento impetuoso a protezione dell'Isola e dei suoi abitanti.
E' stata chiamata "L'Isola dei Gabbiani Liberi" perchè abitata dai nipoti e bisnipoti di orgogliosi e fieri Gabbiani che hanno lottato per la loro libertà.
Ma facciamo un passo indietro.
Tanto tempo fa l'Isola dei Gabbiani era un'oasi di pace, era lambita da acque limpide, azzurre e pescose: una parte dell'isola era rocciosa e un'altra più verde e ricca di acqua dolce.
In una calda mattina d'estate improvvisamente arrivarono tre grandi uccelli minacciosi.
Si collocarono sulla roccia più alta e dissero con fare intimidatorio: "Da oggi comandiamo noi, abbiamo forza e potere e voi, piccoli insignificanti gabbiani lavorerete per noi".
I Gabbiani, meravigliosi uccelli pacifici e liberi, furono costretti a subire tutti i soprusi e per lungo tempo vissero come schiavi.
Ma una notte, una notte stellata, una notte silenziosa, dalle rocce dove i Gabbiani erano soliti dormire si levò una voce, un canto.
-Chi canta con questa voce soave ed armoniosa?-si chiesero i gabbiani-cosa sarà mai?.
Il buio della notte non permetteva agli spauriti uccelli di vedere bene, ed allora si levarono in volo per scrutare l'orizzonte. Ma il suono non veniva da lì,era proprio vicino a loro!!
Ritornarono sulle rocce, zampettarono silenziosamente per non farsi scorgere e, improvvisamente dalle onde, abbracciate dai caldi raggi della luna,apparve una splendida Sirena che sorrideva loro mentre intonava il dolce canto del Mare
Ehh si... era una sirena, una splendida sirena. Il suo canto, era il canto della libertà capace di rendere liberi gli animali nel loro dentro, capace di infondere forza ed orgoglio a chi, nel cammino impervio della natura, aveva perso il senso di se stesso, soggiocato, come in questo caso, da schegge impazzite, da animali fuori controllo. La sua bellezza superava ogni immaginazione, la sua luce era forte, viva, con i colori delll'arcobaleno e con l'intensità dei riflessi della luna; lei non parlava ma comunicava cantando, cantando il senso di libertà a cui tutti gli animali dovevano attingere e di cui dovevano vivere. "Figli del mondo divino, creature dai dolci colori, prendete quel senso di vita, che il mare, che il sole regala...."! Erano queste alcune parole del canto, erano queste le note con cui i gabbiani sembravano rinvigorirsi, erano queste le chiavi che avrebbero aperto i nuovi orizzonti di pace, era questa la strada per affrontare i tre grandi uccelli e le loro "umane" minacce.
Intorno a lei saltavano due splendidi delfini,tra le fluttuanti onde.Bellissimi esemplari dal corpo imponenrte. Sembravano voler difendere la loro sirena, che, con il suo canto melodioso, aveva librato nel cielo splendide note armoniose.
Ma il canto fu l'inizio di un miracolo, fu l'inizio di un incontro di voci. Tutte le sirene del mondo, chiamate a raccolta dagli equilibri della vita, elevarono un canto unico, un canto di grande amore e di splendida armonia per tutti i buoni di cuore, per tutti quegli animali che vivevano nel rispetto della natura e di tutti i loro simili, un canto però, allo stesso tempo, assordante ed impossibile da sopportare per coloro che non seguivano le logiche del bene, del cuore. Fu così che gli uccelli minacciosi, rimasero come tramortiti e frastornati dalla forza e dall'intensità di quel canto: la loro vista si annebbiò e una strana sostanza collosa che si era formata sul loro corpo impedì loro di volare. Barcollando i tre raggiunsero la spiaggia. Oramai avevano perso tutta la loro protervia e prepotenza.
I gabbiani dell'Isola cominciarono a uscire dalle caverne dove erano costretti a lavorare e pian piano si riunirono tutti, dapprima stupiti e poi consapevoli che la situazione era mutata.
Ecco che il più anziano dei gabbiani prese la parola e disse: "Compagni dobbiamo decidere la sorte di questi tiranni".
Si levarono voci discordi. Chi li voleva imprigionare, chi li voleva far morire e chi, invece, pensava fosse meglio lasciarli andare al loro destino.
Prevalse la tesi di lasciarli andare per il loro destino!
Il gabbiano anziano riprese la parola: "Bene, è stata presa una decisione saggia, che i tre vadano per la loro strada e per quanto riguarda noi, abbiamo tanto lavoro da fare per ricostruire la nostra società di gabbiani liberi.
Propongo che sulla nostra spiaggia venga apposto un legno con scritto "QUESTA E' L'ISOLA DEI GABBIANI LIBERI"improvvisamente si levò un vento fortissimo, era un segnale:voleva significare che la decisione era stata presa e condivisa da tutti. I “tiranni" liberati dalla sostanza collosa, furono fatti volare a condizione di non tornare mai più.
La sirena con i suoi delfini si immerse nelle acque cristalline promettendo ai gabbiani che sarebbe tornata a trovarli. Fnalmente i gabbiani trovarono la loro libertà e da allora quel luogo fu chiamato "L'Isola dei gabbiani liberi".
Rossella Calvi-Maria Laura Celli-Umberto Flauto
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