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Favola a più mani: "Il mistero delle favole scomparse"

Il mistero delle favole scomparse


La nostalgia ogni tanto lo struggeva quando si trovava solo nella sua stanza, davanti alla libreria, a contemplare i suoi tantissimi libri, allineati ordinatamente sugli scaffali per grandezza, colore, tema trattato; libri di poesia, di storia, di saggistica, romanzi gialli, qualche best seller comprato più che altro per la pubblicità vista in televisione o sui giornali.
La maggior parte di essi li aveva scelti con cognizione di causa, effettuando molte ricerche per approfondire un argomento che lo interessasse e, acquisito il primo libro, aveva cercato ovunque di integrare la sua cultura leggendo tutto quanto era stato scritto sullo stesso argomento, dallo stesso autore o da altri.
Ora, a quasi sessant’anni, si rendeva conto, accarezzando con gli occhi il dorso dei volumi, che non ne possedeva alcuno, neanche il più piccolo libricino, che narrasse favole.
Certo, da bambino aveva avuto in regalo dei bei libri illustrati di favole famose: “Cenerentola”, “Biancaneve e i sette nani”, “La piccola fiammiferaia”, “La bella addormentata nel bosco”; poi, crescendo, i primi libri per ragazzi: “Pattini d’argento”, “Cuore”, “I romanzi di Giulio Verne”…
Purtroppo tutti quei libri che erano andati persi col tempo, per i traslochi fatti dai suoi genitori, il suo matrimonio, l’età adulta che non lascia troppo spazio alla fantasia.
Eppure quelle favole avevano contribuito non poco a farlo crescere, gli avevano regalato momenti di felicità, fantasie bellissime, visioni di paesaggi colorati, sospesi nell’aria.
Ma esse erano soprattutto legate al ricordo della sua mamma che tante volte gliele aveva lette, e insieme a lei aveva imparato a leggere prima ancora di frequentare la scuola, tanta era la sua passione.
Tirò un sospiro pieno di rimpianto e decise di comprarsi dei libri di fiabe; voleva arricchire la sua biblioteca con quelle storie che ancora ricordava quasi a memoria. Aveva due nipotine, Sara di 11anni e Alessia di 3, alle quali aveva regalato bambole, giochini elettronici, colori, una chitarra, ma mai, mai un libro di favole.
Si disse che era tempo di provvedere e, infilato il cappotto, si recò nella sua libreria di fiducia.
“Buongiorno signorina, sto cercando dei libri per bambini, favole in particolare”.
“Buongiorno signor Francesco, potrà trovare ciò che cerca nei due scaffali in basso del secondo settore”.
“Grazie”! - e così, quasi timoroso come un fidanzatino al primo appuntamento, l’uomo si avvicinò al reparto indicato.
Una fila interminabile di libri lo attendeva, di tutti i colori, i più belli, i più appariscenti, autori che già ricordava ed altri che non aveva mai sentito nominare.
Era come entrare in una pasticceria per un goloso di dolci; prese un libro a caso, “La principessa sul pisello”, lo aprì e … Da non crederci! Le pagine erano tutte bianche!!! Ne prese un altro: “Biancaneve e i sette Nani”, ma anche questo aveva le pagine completamente bianche. Francesco era sgomento, non riusciva a credere a ciò che appariva invece così chiaro. Come preso da una smania irrefrenabile, prese diversi libri di favole a caso ma tutti, proprio tutti, avevano le pagine desolatamente e inspiegabilmente…bianche.
“Signorina!!! Ma cosa diavolo succede? Tutti questi libri, copertina a parte, sono completamente privi di stampa”!
“Non è possibile signor Francesco, si tratterà di una spedizione difettosa e non ce ne siamo accorti, qui in libreria. Cerchi ancora e vedrà che la sua pazienza sarà premiata”.
Il signor Francesco continuò con "I tre porcellini","Il pifferaio magico” ed altri ancora, ma ogni libro aveva le pagine bianche; di favole neanche l’ombra! L’uomo volle però acquistarne comunque uno, pensando che forse non vedeva bene con quei suoi vecchi occhiali, oppure che la libreria fosse poco illuminata. Così ne afferrò uno a caso e annuendo alla commessa a far intendere di aver infine trovato quello che stava cercando, si fece incartare il libro.
Arrivato a casa, senza dir nulla a nessuno, lo collocò in libreria tra un romanzo del Verga e uno del Pirandello.
Poi la vita di sempre: la fretta, gli impegni, il lavoro, le solite beghe con i vicini, l'orto da curare, il cane, gli amici, insomma il tran tran quotidiano, che diventava sempre più grigio col passar del tempo. Francesco dimenticò completamente quel libro bianco riposto nella sua biblioteca.
Venne per lui il momento del pensionamento, quindi una vita più tranquilla, maggior tempo da dedicare ai suoi nipoti. Allora ricordò i suoi propositi ed anche il libro di fiabe che aveva acquistato senza più verificare se fosse stata la sua vista a tradirlo o se effettivamente le pagine fossero bianche. Con fare deciso si recò nella sua biblioteca per accertarsi di come stessero le cose, ed ebbe la conferma: niente narrazione! Colto dalla nostalgia iniziò sempre di più a pensare a quegli anni in cui, non avendo ancora interesse per i giornali, leggeva le fiabe. Ripensò alle vicende e alle immagini di quelle storie, e cominciò ad osservare il mondo in modo diverso.
“OHHHHHHHHH che buffo quel tipo! WOW! Che fantastico cane con le macchie nere! Era simile al mitico Pongo; e quella donna con l'ombrello… ah ah, ma chi è? Mary Poppins”? Insomma le pieghe della sua bocca divennero sorrisi a profusione.
Passarono i giorni e Francesco continuò a vivere la sua quotidianità trovando sempre nelle cose o negli avvenimenti quel tanto di allegro,fantasioso o curioso che aveva suscitato in lui la lettura delle fiabe lette dalla sua mamma o dalla nonna e, una volta imparato a leggere, da solo.
Quando aveva cessato di provare l’entusiasmo per le storie? Tentò di ricordare, ma non riusciva… forse quando dovette affrontare quelle difficili divisioni a due cifre che proprio non tornavano mai?Oppure quando il babbo si ammalò ed in casa c'era tanta preoccupazione? Mah! Forse era inutile cercare il motivo preciso, era perduto nel tempo. Bello era però averlo ritrovato e ancor più bello il desiderio di condividere quel piacere con i suoi nipoti. Sara ormai non aveva più l’età per le favole, ma Alessia sì, e inoltre erano arrivati anche Luca e Alessandro, due simpatici e vivaci gemellini di 4 anni. “ Devo farlo per loro – si disse – devo agire in qualche modo, non posso starmene con le mani in mano. Fu così che nacque in lui la determinazione di scoprire che fine avessero fatto tutte le fiabe. Tra l’altro la cosa era ormai di dominio pubblico: i vari telegiornali avevano diffuso la notizia, cioè che in tutta Italia non esistesse più un libro di fiabe, sia nelle librerie che nelle varie catene di distribuzione, che avesse pagine scritte. Come se non bastasse, giungevano comunicazioni allarmanti da parte di mamme che denunciavano la scomparsa dei caratteri di stampa nei libri di fiabe dei loro bambini. Sembrava un'epidemia quanto meno inspiegabile e misteriosa!!!
Ma lasciamo per un attimo il signor Francesco alle sue meditazioni, poiché qualcosa di insolito stava accadendo nella vecchia fornace, ancora con la sua altissima ciminiera tutta di mattoni rossi e i vecchi capannoni fatiscenti: in quella fredda notte di novembre si stava tenendo una riunione segreta tra un gruppo di loschi figuri.
Chiunque fosse passato da quelle parti (e chi mai avrebbe avuto l'ardire di farlo in quella landa desolata e in quel periodo dell'anno?) tra la brulla campagna lombarda, il naviglio della Martesana e le poche case che costeggiavano la statale, avrebbe visto alcune finestre dai vetri mezzi rotti illuminate da una luce giallognola e traballante. Alcune ombre in movimento si stagliavano nella luce dei vecchi infissi e si sentivano tonfi e rumori agghiaccianti provenire dall’interno dell'enorme ciminiera. Se qualcuno si fosse avvicinato ad una di quelle finestre avrebbe potuto vedere un uomo corpulento, intabarrato in un pastrano lungo e nero, ed altri due affaccendati intorno ad un enorme tavolo di legno tutto impolverato, sul quale erano accatastate, alla rinfusa, centinaia di scatole nere, come quelle degli aeroplani per intenderci; senza una parola essi prendevano una scatola alla volta, si avvicinavano al vecchio forno che dava direttamente nella ciminiera, aprivano la scatola e versavano il contenuto nella bocca nera e vorace della fornace.
" E con questa sono 1533 fiabe distrutte!" esclamò il più vecchio, a giudicare dalla barba bianca e incolta che gli circondava il mento. "Ma quante altre dovremo eliminarne secondo te, Max"?- chiese il secondo uomo, più giovane, basso e grassoccio.
"E chi lo sa Ale, le fiabe nel mondo sono migliaia e migliaia”! "Tacete e lavorate somari"! - intervenne in tono perentorio il terzo personaggio, l’ uomo grande e grosso di cui non si scorgevano i tratti del viso, nascosti da una maschera bianca e spettrale. "Lavorate senza fare commenti; dobbiamo finire prima di Natale altrimenti"…- e fece un gesto tremendo come di chi, impugnando un coltellaccio, si accinga a tagliare la testa a qualcuno.
"Accidenti a lui" - disse Max rivolto a Ale in tono sommesso per non farsi sentire. "A che serve poi tutto questo"?
"Sssst, non farti sentire Max, te l'ho già detto, il capo vuole far sparire da tutto il mondo le fiabe, così i bambini non potranno più rifugiarsi nella fantasia". "Però, che mascalzone! – sussurò Max…poveri bambini! Sai cosa penso? - proseguì poi a bassa voce per non farsi sentire dal misterioso uomo mascherato - Che stiamo facendo una vera carognata! Io ho dei nipoti che non leggeranno mai una delle meravigliose fiabe che stiamo distruggendo...no! Non posso più continuare"! "Ma che dici? - sussurrò Ale - Se non eseguiamo gli ordini quello ci fa fuori. Hai visto anche tu il coltello, hai sentito le minacce...cosa mai potremmo fare noi due"? "So io cosa fare"! - rimuginò Max, e mentre il losco figuro che li controllava girava il volto da un'altra parte, egli nascondeva sotto la giacca uno o due libri. "Dai, Ale - sibilò - fallo anche tu, li porteremo in salvo, poco alla volta riusciremo a salvarne molti prima di Natale"! - e fece l'occhiolino al suo compagno, che annuì.
Da quella sera i due, senza far sorgere sospetti sul loro piano, data la grande prudenza con cui agivano, ogni giorno riuscirono a portar fuori dalla ciminiera, indenni, tanti libri di favole. Il tempo intanto passava ed il Natale si avvicinava a grandi passi. I bambini nelle case attendevano i loro doni con grande impazienza, come ogni anno del resto. Qualcuno si improvvisava investigatore per cercare in tutta casa i posti più probabili dove i loro genitori avrebbero potuto nascondere i pacchi, ma... nulla da fare! Le mamme ed i papà di oggi ne sanno una più del diavolo, come si suol dire. I bimbi si rassegnarono, consapevoli che avrebbero dovuto attendere il 25 Dicembre per scartare i loro doni. Il signor Francesco intanto non era stato con le mani in mano, ma si era dato un bel da fare: d'accordo con molti altri nonni e genitori aveva fondato un gruppo dal nome" OPERAZIONE RECUPERO FAVOLE". I numerosi membri erano determinati a scoprire cosa si nascondesse dietro la misteriosa scomparsa delle favole; fu così indetta la prima riunione del gruppo, per decidere una strategia ed agire in modo intelligente e soprattutto efficace. Nella ciminiera intanto il fumo usciva a ritmo rallentato, poichè l'euforia di salvare le fiabe per i bimbi, così da non far perdere loro il sorriso ormai aveva contagiato Ale e Max a tal punto che per ogni libro che bruciavano, dieci ne salvavano. La notte poi, eludendo la sorveglianza del misterioso uomo che li costringeva ad un tale sfregio, uscivano a turno per mettere al sicuro sacchi pieni di libri di fiabe.
Nel frattempo i bimbi senza le loro amate favole si annoiavano. Molti di loro avevano ricevuto come regalo per i compleanni, gli onomastici, le Comunioni, tanti giochi elettronici, ma presto si erano stancati, in fondo quei giochi erano sempre uguali, non stimolavano la fantasia, non li conducevano per mano in un mondo di sogno, non li facevano riflettere, erano così …meccanici! Molti bimbi facevano fatica ad addormentarsi senza una favoletta letta dal babbo o dalla mamma. E quando si ammalavano poi! E' vero che ci sono i cartoni animati alla televisione, ma vuoi mettere vedere sulle pagine di un libro di fiabe quelle belle illustrazioni e commentare col babbo un episodio appena letto? No, non era la stessa cosa! E ora che si avvicinava il Natale tutti i bambini della Terra chiedevano nelle loro letterine il libro di Pinocchio, del Gatto con gli stivali, di Cenerentola e così via. I genitori erano disperati...come potevano accontentare i loro figli? Che Natale triste sarebbe stato! Anche loro si sentivano depredati dei loro sogni di bambini, rileggere ai figli quelle belle favole, avrebbe fatto rivivere loro i momenti dell' età più felice e spensierata. Le feste natalizie non sarebbero state più le stesse e nemmeno i bambini perché avrebbero perso la magia di immedesimarsi in un fantastico personaggio della loro storia preferita. Per questo in tantissimi si recarono alla riunione del gruppo "Operazione recupero favole”. Il signor Francesco, in quanto promotore del gruppo, fu all'unanimità eletto presidente ed a lui fu demandato il compito di coordinare l'operazione. Egli propose la formazione di sottogruppi, ciascuno dei quali avrebbe eletto un referente, che avrebbe poi nelle successive riunioni relazionato sulle scelte operate, sugli sviluppi, sulle scoperte si sperava. Insomma si creò un vero e proprio pacifico esercito di nonni, zii, genitori, insegnanti perfino, che non potevano più leggere favole ai loro alunni, a conclusione delle lezioni, per far riposare loro la mente dopo le fatiche scolastiche e fantasticare e divertirsi per le performance delle maestre che, per catturare la loro attenzione ed abituarli all'ascolto, nonchè per promuovere nei bimbi l'amore per la lettura, più che leggere recitavano, facendo mille smorfie e cambiando il timbro e il tono della loro voce per calarsi nei vari personaggi. Si decise che l'indomani tutti si sarebbero ritrovati nella piazza principale del paese, per poi scindersi e perlustrare i vari quartieri fino a notte inoltrata, se lo ritenevano necessario, essendo noto che la notte cela i misteri e nasconde i malfattori. Ciò che non sapevano era che la notte era alleata di Ale e Max, che avevano già iniziato l' "OPERAZIONE RECUPERO FAVOLE", i quali a loro volta non erano a conoscenza del piano del signor Francesco e affiliati. Ma il caso volle che, proprio in quella prima notte di perlustrazione dei gruppi, pronti a tutto pur di risolvere il misterioso caso, la maestra Emilia, da tutti i bambini chiamata affettuosamente maestra Lalla, per la sua dolcezza, pazienza e simpatia, avvertendo l'inconfondibile odore acre del fumo, si guardò attorno per vedere da dove provenisse. In qualità di insegnante e cittadina responsabile si preoccupò subito. Temendo che un incendio si fosse sviluppato in qualche abitazione richiamò l'attenzione dei suoi compagni "investigatori" e tutti, annusando e scrutando nell'oscurità, si resero conto che l'origine di quel fumo si sprigionava dalla ciminiera della vecchia Fornace. " Oh perbacco! - biascicò nonno Arzillo che da quando portava la dentiera si esprimeva come il classico vecchietto dei vecchi films western - Ma che cosscia ssta ssciusscedendo laggiù. La vecchia fornassce è in disssuso da tanto tempo oramai...mmmmm, non sci vedo chiaro, no no, non sci vedo chiaro per niente"! "Beh, non ci resta che andare a controllare amici"! - esclamò il capogruppo, Beppe il postino. E così, con circospezione, si avvicinarono all'edificio. Quando si trovarono nei pressi della Fornace, Beppe fece cenno al fornaio Piero, suo ottimo amico, di seguirlo, mentre con la mano indicò al resto del gruppo di rimanere nascosto tra i cespugli, per precauzione. I due temerari, senza fare alcun rumore, raggiunsero una finestrella dalla quale avrebbero potuto "sbirciare" all'interno per rendersi conto di cosa stesse accadendo in quel posto praticamente in rovina, dopo essere stato abbandonato da anni.



Quel che videro li lasciò interdetti e indignati: due uomini che essi ben conoscevano stavano bruciando dei libri. Un terzo uomo, reso irriconoscibile da un cappuccio che gli copriva il capo e il volto, aveva in mano un coltello dalla lama lunga e ricurva, che brandiva come a voler intimidire i due. Beppe e Piero arretrarono silenziosamente e raggiunsero i loro compagni e si allontanarono ancora un po'; quando fu certo di poter parlare senza correre il rischio di essere udito, Beppe riferì: "Amici, Piero ed io abbiamo visto qualcosa di veramente strano e sospetto...molto sospetto"! Piero annuì con aria eloquente per avvalorare quanto detto dall'amico. " Beh...diteci di cosa si tratta, santo cielo! Bisogna cavarvi le parole di bocca? Eh su"! - sussurrò spazientito Tonio il farmacista. Il postino proseguì: "Abbiamo visto Ale e Max che stavano bruciando libri e"..."E un uomo misterioso li minaccia con un coltello"! - concluse Tonio. "Brutto mascalzone”! - commentò a voce un po' troppo alta la moglie di Tonio, suscitando l'immediata reazione degli altri che all'unisono fecero: "SSSHHHHHH"! La donna, sussurrando, aggiunse:" Che si fa, ora"? "Secondo me c'è una sola cosa da fare...avvisare tutti gli altri, riunirsi e decidere il da farsi"! - disse Beppe. Gli altri membri del gruppo naturalmente non poterono che approvare la proposta di Beppe. Quella sera stessa, nella palestra della scuola paesana, i membri dell'”OPERAZIONE RECUPERO FAVOLE” fecero il punto della situazione, anche in virtù degli ultimi sviluppi di quella intricata vicenda. Il signor Francesco, pur essendo il presidente, volle accanto a sè i capigruppo per supportarlo, data la sua non più giovanissima età e la memoria che a volte lo tradiva. Così, insieme, speravano di venire a capo di quella misteriosa vicenda. Beppe e Piero furono interrogati di nuovo, ora che si erano calmati un po' dopo la visione di quello scempio di libri e soprattutto per cercare di identificare il losco individuo incappucciato.
" Dunque Beppe - chiese il signor Francesco - è chiaro che l'antica fornace è il luogo che stavamo cercando, è chiaro che quei poveracci di Max e Ale agiscono sotto costrizione, ma quello che ora ci interessa è scoprire l'identità del terzo uomo, quello col coltello. Deve trattarsi di un personaggio privo di scrupoli. Sei...anzi - rivolgendosi anche a Piero - siete sicuri di non averlo riconosciuto"? Intervenne anche Tonio chiedendo:" Magari aveva un abbigliamento che potrebbe ricondurre alla sua identità. Vi ricordate ad esempio che tipo di pantaloni indossava, se aveva la giacca, la sua statura...insomma qualcosa che vi faccia pensare a qualcuno che potreste già aver visto in giro".
" Mmmm...ora che ci penso - mugugnò Beppe - il suo modo di muoversi mi ha colpito, sembrava zoppicare...vero Piero"?
"Ma sì, ora che lo dici ricordo di averlo pensato anch'io, e non solo, ma aveva un modo di gesticolare che mi ricorda qualcuno che ho già visto...certo! Ora ricordo...il vecchio bibliotecario, quello che spaventava i bambini che andavano a cercare libri di favole da poter leggere, perchè la maestra aveva stimolato così tanto l'interesse per la lettura e i ragazzini andavano a frotte e tutti volevano prendere un bel libro".
Nonno Arzillo, roteando il aria il suo bastone da passeggio esclamò: " Sci sci...quel pescecane cassciò via anche me, che sscercavo la fiaba di Peter Pan per il mio nipotino Alesscio...ma ssce lo becco gliela fasscio vedere io"!
Ora avevano una pista, ma era tutta da verificare.
Quello che tutti non sapevano però, data la straordinarietà dell’evento, era che Capitan Uncino era uscito dalla sua favola. Non ci credete? Ebbene sì…era proprio accaduto, in un giorno difficile da dimenticare, dato che fu il dì in cui scoppiò la più grande tempesta che la storia ricordi:tuoni e lampi fecero tremare di paura anche il più coraggioso abitante della Terra. Quel giorno, un lampo potentissimo, attraversata la finestra aperta della biblioteca colpì, riducendola in cenere, proprio la pagina del volume “ Le avventure di Peter Pan” in cui era raffigurato Capitan Uncino, infuriato come sempre. Per effetto di chissà quale sortilegio, l’immagine si caricò di energia a tal punto che si impadronì del corpo del bibliotecario, forse perché esso era privo di umanità, proprio come Uncino. Fatto sta che le due personalità si sommarono e non ne nacque nulla di buono: Uncino, figlio della fantasia, relegato in un bel libro, rinnegò il suo Mondo e decise di tradirlo. Il suo intento era vivere nella realtà e, quel che è certo, non come un cittadino esemplare. Chissà cosa avrebbe mai potuto combinare? Era già malvagio del suo, per di più aveva accorpato anche la cattiveria e l’intolleranza del bibliotecario…cosa ci si poteva aspettare?
Ecco quindi svelata l’identità del misterioso uomo che tirava le fila del complotto contro le favole.
Ale e Max, tuttavia, un giorno decisero di saperne di più. Approfittando di un momento di calma del loro capo, gli chiesero il motivo della distruzione dei libri. Conoscendo la superbia e la smisurata vanità di Uncino-bibliotecario, egli non si lasciò sfuggire l’occasione per vantarsi e raccontò tutto ai due stralunati amici, che però, con furbizia, adularono il capo complimentandosi con lui per la brillante idea. Ma la sera stessa Ale, essendo più giovane e veloce, sgattaiolò fuori dalla fornace mentre il loro capo faceva un pisolino, e corse in paese…doveva parlare con qualcuno al più presto. Il caso volle che, passando vicino all’edificio dove si stava svolgendo la riunione del gruppo che ormai ben conosciamo, fu visto da Piero, che lo chiamò a gran voce, invitandolo ad entrare.
Ale si ritrovò circondato da tutti i suoi compaesani che lo investirono di domande e non sapeva a chi dar retta. Finalmente il signor Francesco richiamò tutti all’ordine: “Calma, amici! Fate respirare il povero Ale. Allora figliolo – disse poi – vuoi dirci cosa state combinando tu e Max e chi è quel losco figuro che vi minaccia”?
Ale non chiedeva di meglio e senza neanche riprender fiato, spifferò tutto.
Un silenzio surreale avvolse tutta la sala. Tutti, proprio tutti…erano rimasti senza parole, persino nonno Arzillo! Poi, recuperata la lucidità, Francesco disse con voce seria e preoccupata:”La situazione è grave. Dobbiamo trovare una scappatoia, un modo per liberarci da quell’individuo”! Gli altri annuirono, mesti.
Doveva pur esserci un modo per fermarlo, ma quale?
Non è certo un mistero che i ragazzi di oggi ne sappiano una più del diavolo, in senso buono naturalmente, ed ecco che l’idea brillante venne a Mariotto, un bambino che ricordava con grande gioia alcune favole che la zia Clotilde aveva fatto in tempo a leggergli prima della loro scomparsa. Ricordava quanto fossero belle, si ritrovò a immaginare di poter volare proprio come Peter Pan.
“Io so come ripagare Uncino-bibliotecario con la stessa moneta”- propose ai membri di quella riunione a cui aveva voluto partecipare a tutti i costi.
Il signor Francesco si sporse perchè non riusciva ad individuare chi avesse preso la parola; la voce non gli era familiare ed il timbro era infantile. "Chi ha parlato"? - chiese. "Io"! - e Mariotto si alzò in piedi, per farsi vedere e soprattutto per farsi ascoltare. "Chiedo scusa a tutti, - intervenne la signora Clotilde - mio nipote ha avuto il privilegio di ascoltare qualche favola che io gli leggevo sempre la sera, e il piccolo non si è dato più pace da quando ha saputo della misteriosa scomparsa. Così mi ha chiesto di intervenire alla nostra riunione ed io ho ritenuto giusto che fosse presente; in fin dei conti sono loro, i bambini ad essere danneggiati più di tutti"!
" Allora, giovanotto, facci capire meglio la tua idea". - disse bonariamente il presidente.
"Dunque...ora sappiamo che il perfido Uncino è uscito dal mondo della fantasia, entrando nel corpo del bibliotecario e nel mondo reale. Ci si trova così bene che per evitare di dover tornare indietro, ha deciso di distruggere tutte le favole.
"Non fa una piega! - aggiunse Tonio.
"Ssci, ssci! Quesscto ragasscio ha proprio ragione! Bravo Mariotto"! - biascicò nonno Arzillo con entusiamo.
Anche la maestra Lalla volle intervenire:" Mariotto è un portento ed ha una fantasia fuori dell'ordinario...io suggerisco di ascoltarlo"!
"Bene! - disse Francesco battendo la mano sul tavolo - Fatti avanti ragazzo...ora il gioco lo condurrai tu"!
Ed ecco, in tre balzi Mariotto superò il gruppo e balzò sul tavolo, così che tutti potessero vederlo e...ascoltarlo.
"Io ho avuto un'idea: da quel che ho capito Ale e Max, di nascosto, hanno salvato molti libri di favole. Secondo me, scegliendo la storia adatta potremmo fare in modo di far uscire Uncino dal corpo del bibliotecario e far sì che il perfido ritorni ad essere solo un personaggio irreale, questo ci darebbe al possibilità di riaprire il portale che faccia tornare tutti i vari protagonisti delle favole nei rispettivi libri e...voilà! Il gioco è fatto"!
I membri del gruppo "OPERAZIONE RECUPERO FAVOLE" si guardarono muti, ma dai loro occhi trapelava una speranza, che fino a poco prima sembrava vana. "Io dico che possiamo, anzi dobbiamo tentare! - disse Beppe - Mi sembra un'idea niente male"!
"In fondo, cos'abbiamo da perdere...peggio di così"! - aggiunse Piero.
"Allora siamo d'accordo...tentiamo! Dicci cosa dobbiamo fare Mariotto"! - disse con fermezza il signor Francesco.
" Prima cosa...abbiamo bisogno del contributo di Ale e Max per la riuscita del nostro piano - disse il ragazzo - è necessario perchè a noi occorre che salvino un libro in particolare: "Il conte di Montecristo", insieme naturalmente a "Peter Pan". Quando avremo i due libri, ci riuniremo, ma non qui".
"Ah no? - disse stupito il signor Francesco - E dove andremo"?
"Ma è naturale! In biblioteca, dove c'è la magia sprigionata per anni dai libri di favole. Solo la magia può fare il prodigio...quindi è lì che andremo una volta pronti. Ora attenti...dobbiamo eludere la sorveglianza di Uncino-bibliotecario. Qualche idea signori"?
In fondo alla sala una mano si alzò e contemporaneamente si eresse in piedi un compaesano che tutti conoscevano e amavano per il suo triste passato e per essersi guadagnato il rispetto di tutti: Amir, un africano proveniente dalla Costa D'Avorio. Come ben si sa da lungo tempo, ormai, l’Africa è martoriata da guerre e da un sottosviluppo cronico. I "Signori della guerra" locali, pur di arricchirsi, non si fanno scrupoli di sfruttare la loro stessa gente. Amir era stato torturato e minacciato di ritorsioni contro la sua famiglia, se non si fosse piegato al volere dei capi. Così il poverino non potè che obbedire, finchè... un colpo di fortuna: un gruppo di volontari della C.R.I, giunti nel villaggio di Amir per vaccinare i bambini e curare i malati e le vittime del conflitto, conobbero Asad e Ainka, rispettivamente il figlio e la figlia di Amir e Afya, sua moglie. I bimbi erano denutriti, scarni ed emaciati, ma i loro occhi erano grandi e i medici vi lessero la speranza. Afya disse loro che presto sarebbero morti tutti, dato che Amir si era rifiutato di uccidere degli innocenti, come ordinatogli dagli spietati aguzzini che detenevano il potere. Era solo questione di giorni. Come potevano lasciar perire delle anime innocenti? Fu così che i volontari aiutarono la famiglia di Amir a scappare, ed ora i bimbi frequentavano la scuola del paese, erano tornati in salute, Amir e sua moglie Afya lavoravano entrambi e tutti, proprio tutti i compaesani li avevano adottati. "Anche la mia famiglia ed io stiamo vivendo una favola - disse Amir - grazie a tutti voi. Ora spetta a me fare qualcosa per voi tutti, amici. Come potete vedere...il colore della mia pelle è scura come la notte, sarà difficile per il malvagio Uncino vedermi, inoltre ho imparato a muovermi senza fare il minimo rumore: nella mia terra ero un cacciatore. Posso entrare nella Fornace con Max o Ale e...speriamo bene"! - concluse Amir abbracciando i suoi piccoli Asad e Ainka, che amavano tanto le favole lette dalla maestra Lalla.
"EVVIVA"! - esclamò Mariotto - Questo sì che è parlare! Bravo Amir! - poi iniziò a far "caciara" battendo le mani e urlando: "AMIR...AMIR...AMIR"! A lui si unirono anche gli altri, finchè il signor Francesco non richiamò tutti all'ordine:"Silenzio! - urlò - Non vorrete farci scoprire"!
D'improvviso tornò il silenzio in sala; il loro presidente aveva ragione.
Tutto fu predisposto nei minimi particolari: Amir avrebbe seguito Ale e Max, essi avrebbero fatto uscire dallo stabilimento i due libri richiesti e lo stesso Amir, nascosto dalle tenebre, li avrebbe portati in biblioteca dove i capigruppo, Mariotto e la maestra Lalla avrebbero portato a compimento il piano.
Beh, la fortuna una volta tanto girò dalla parte giusta, i libri furono recuperati con facilità, senza che il losco figuro si accorgesse di nulla.
Nella grande sala della biblioteca comunale la maestra Lalla, abile lettrice, scelse il brano che riteneva più adatto allo scopo che si erano prefissi: la cattura di Edmond Dantès e il suo trasferimento nello Chateau D'If. Mentre la donna leggeva, con grande enfasi sostituì il nome Edmond con Uncino, che immediatamente fu costretto a lasciare il corpo del bibliotecario e si ritrovò nella terribile prigione, di nuovo nel mondo della fantasia. Non riusciva a crederci a darsi pace...urlava a più non posso...col suo uncino graffiava la porta serrata, ma nulla potè.
"Presto...Mariotto, dammi il libro "Peter Pan"!
Il ragazzino fu un vero fulmine a porgere il libro alla sua fantastica maestra, che subito cominciò a leggere della magia sprigionata da Campanellino Trilly, della magica polvere che faceva volare chiunque ne fosse cosparso, e poi invocò tutti i personaggi delle favole: "Tornate ai vostri libri...presto...presto"!
In un attimo la biblioteca fu come invasa da mille piccoli vortici colorati (poichè le fiabe si sa sono ricche di colori sgargianti), che roteando allegramente tornarono nei libri ai quali erano state sottratte. Finalmente! Che gioia per grandi e piccoli. Ora sì che la fantasia avrebbe potuto di nuovo allietare tanti nonni che non aspettavano altro che leggere di nuovo fiabe ai nipotini, i quali a loro volta non stavano più nella pelle, ansiosi di ascoltare mille e più meravigliose storie. Il bibliotecario tornò nei suoi panni, ma dopo un “discorsetto” del Sindaco e del signor Francesco, pena il licenziamento, si convinse che per lui sarebbe stato opportuno cambiare il suo atteggiamento ostile. “Ho imparato la lezione, non dubitate…d’ora in poi chiunque sarà il benvenuto in biblioteca. Sapeste che paura ho avuto con Uncino che governava il mio corpo. BRRRR!!! Non lo auguro neanche al mio peggior nemico”!
Dunque ogni cosa era tornata alla normalità, finalmente. I bambini avrebbero riavuto le loro favole e il mondo della fantasia era salvo!
"Cosa? Uncino?...Oh, sì...ha avuto quel che si meritava! Come? Non lo sapete? Ma è ovvio: la maestra Lalla lesse quel famoso brano in cui il malvagio Uncino rientra nella sua storia, proprio mentre il suo peggior incubo, il coccodrillo, lo aspettava a fauci spalancate...credo stia ancora nuotando come un matto per sfuggirgli...eh eh!
"Ah! Che sollievo! - esclamarono tutti. Ma sapete qual è stata la cosa più simpatica di tutta questa vicenda? La conclusione di Asad e Ainka: "Maestra Lalla...ora non possiamo più chiamare il luogo dove vive Peter Pan e i bimbi sperduti come eravamo noi "L'isola che non c'è", perchè come noi abbiamo trovato una casa e tanto amore, anche quel rifugio dovrebbe essere nominato "L'ISOLA CHE...C'E' "!
Ai presenti si inumidirono gli occhi e corsero ad abbracciare quei piccoli tesori che tanto avevano sofferto e poi...via! Quella sera ci sarebbe stata una gran festa, con fuochi d'artificio, tanti dolci, allegria e, naturalmente, la maestra Lalla avrebbe letto a voce alta una bella favola per tutti!

Autori: De Gaetano Francesco - Lalla Tosi - Daniela Bonifazi - Stefania Galleschi - Milvia Di Michele

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