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"Federico e Nino Pluton" favola di Rita Maria Nocerino



Federico e Nino Pluton
La Maestra Raffella è da giorni che desidera far riflettere i suoi alunni della terza elementare sul tema della libertà. Lei insegna in una scuola privata. La sua classe, la IIIA, è formata da 25 alunni che stanno insieme dal Nido e che condividono la stessa aula per svariate ore la settimana. Molti di loro arrivano alle 7.30, quando le mamme o i papà vanno a lavoro, ed escono alle 18. Nonostante ciò i bambini amano questa scuola e la maggior parte di loro la frequenta con piacere. Ci sono diverse attività extra come le scorribande in giardino, le partite con le figurine, le ore di ginnastica, di musica e di inglese con un professore che è proprio nato lì….insomma è madrelingua, il disegno, la diamonica…il doposcuola pomeridiano. Insomma una scuola a tutto tondo che i bambini considerano e vivono come una seconda casa. Parlare loro di libertà è difficile. Perché? Il pericolo è la ribellione della classe. Raffaella sa che acquistare consapevolezza porta anche alla nascita di diritti e doveri. Così decide di affrontare l’argomento in modo schietto e sincero chiedendo a ciascun alunno quale sia il proprio concetto di libertà. Quella mattina entra in classe come sempre. Dopo aver fatto l’appello, chiude il registro. Guarda i bambini e dice:- Bene ragazzi! Oggi vorrei che ognuno di voi mi parlasse della libertà. Cos’è per voi la libertà? Oppure quando vi sentite LIBERI- scandendo le lettere una ad una. Libertà.
–Incominciamo dall’ultimo banco, vicino alla finestra … Mi raccomando, brevi frasi e cerchiamo di non distrarci o ridere l’uno dell’altro….costruiamo il gioco della libertà. Poi vedremo! Potremmo fare un cartellone…. Dei disegni….-
I bambini sembrano non capire bene… ma accettano la novità: alzarsi e dire la loro non accade tutti i giorni. Così incomincia Adriano:- Per me libertà è fare quello che mi và, come stravaccarmi sul divano e mangiare le patatine vedendo tutta la TV che desidero.
Prosegue Roberto:- Io mi sento libero quando gioco a calcio con i miei amici
Giulia:- Per me libertà è poter mangiare tutta la cioccolata che voglio fino a scoppiare - tutti ridono a crepapelle di fronte alla spontaneità della piccola…che arrossisce e abbassa lo sguardo.
- Per me libertà è correre in giardino- -Per me è mangiare tanti gelati- Per me è quando non vengo a scuola. - Per me è mangiare la pizza qui il sabato….- Per me è fare schifezzopoli con la mia mamma il sabato tra patatine, McDonalds ed il cinema…
Insomma ognuno dice la sua. Quando arriva il turno di Federico, alla penultima fila, il bambino, un gran chiacchierone, non si alza e resta ammutolito.
La maestra è stupita. Di solito a Federico bisogna dirgli sempre: -Basta! E parli sempre…..
- Allora Fede, tocca a te, alzati in piedi e dicci la tua?- Chiede Raffaella.
- Non mi alzo perché ci sto pensando. La libertà è una cosa importante e non riesco a dire ciò che penso così…su due piedi.
- Come non ci riesci?- chiede la maestra, attonita
- Posso pensarci ancora un po’? Posso essere libero di riflettere e dire la cosa più vicina a ciò che penso?
“In una lezione sulla libertà lasciare il tempo ad un bambino è importante”, pensa Raffaella. – Va bene! Lasciamo parlare i tuoi compagni e alla fine se ti va intervieni tu.
Arrivano così al ventiquattresimo alunno. Oggi in classe ci sono tutti. E’ trascorsa quasi un ora. Tra poco ci sarà l’ora di matematica, musica e poi Raffaella ritornerà in classe per la sua seconda ora….
Suona la Campanella e Federico non accenna ad intervenire. Raffaella è pensierosa. – Va bene bambini, continuiamo dopo……
Quando rientra in classe è proprio curiosa di capire e sentire Federico. Nella pausa della metà mattinata ha parlato con la direttrice della cosa. Anche la direttrice, che conosce bene il bambino, è stupita dal suo mutismo. Decide così di partecipare alla lezione, pensando ad un disagio del piccolo.
Alla quarta ora entrano in classe. La direttrice dice che assisterà alla lezione, in silenzio.
Raffaella allora, piano piano, dice:- Federico, allora? Sei l’unico che non ha parlato
- Maestra ma non so se riuscirò ad essere breve, sintetico, la libertà è una cosa seria!
- Provaci!
Il bambino sospira e si alza. Guarda intorno a sé con il viso rassegnato di chi pensa che non verrà capito dai compagni e quindi deriso, ancora una volta. Poi fa un respiro profondo e: - La vera libertà per me è essere se stessi, essere felice di essere se stessi senza preoccuparsi troppo se Dario mi prende in giro per come parlo e per ciò che dico. Essere se stessi alla nostra età non è facile perché io non so’ ancora chi sono veramente o come vorrò essere. Così sperimento. E la vera libertà per me è sperimentare me stesso, così come sono e conoscermi. Così conosco me stesso e gli altri.
Federico percepisce lo stupore della maestra. Sente in cuor suo che ha fatto centro ed ha detto una cosa difficile per un bambino della sua età. Lo intuisce dallo sguardo che la maestra e la direttrice si sono SCAMBIATI e fiducioso continua.- Ma essere se stessi non è facile. Richiede una grande esperienza e forza interiore. Ad esempio: ho dovuto imparare a fermarmi a mangiare tutta la cioccolato che volevo. L’ho imparato GRAZIE ai mal di pancia che ho avuto e al cagottone (diarrea). Mi sono sperimenato
- Ma questa cosa a te chi te l’ha detta?- chiede la maestra
- La mamma mi ha raccontato la storia di Nino Pluton….-
- E com’è questa storia? – Chiede incuriosita la maestra
- Tantissimi secoli terrestri fa Plutone era un pianeta nano piccolino. Il suo nome non scientifico è Nino Pluton. Anche Nettuno, Marte, Venere, Giove, e Saturno hanno nomi non scientifici: Net, Mars, Diva, Giò e Sat.
Bene. Un giorno Nino era proprio stufo di dover seguire sempre la stessa circolazione a forma di cavallo. Stanco di vedere sempre Nettuno, Sole, Terra, Marte e sua orbita. Possibile mai che, con un universo così vasto, dovesse sempre girare su se stesso e vedere le stesse facce di pianeti? Posteriore compreso??? Non ne poteva più. Tutti i giorni lo stesso giro, lo stesso ritmo, la stessa solfa…..
Lui voleva cambiare il corso della sua vita. Voleva conoscere l’universo infinito, altri pianeti, galassie, buchi neri e nane varie….
Come faceva a conoscere l’esistenza di tutto ciò che non vedeva? Semplice, Halley Superstar (quella che noi terrestri conosciamo col nome di cometa di cometa di Halley).
Ogni 10 anni terrestri, suppergiù, Superstar passa nella galassia di Nino ed informa tutti loro di cosa avviene nell’universo. Nino non smetterebbe mai di ascoltarla. E’ una stella troppo in gamba. A Mars invece è antipatica! Secondo lei è una nana bianca (una poco di buono), un pallone gonfiato…civettuola e pettegola. Insomma a Nino il desiderio di scoprire l’universo, il suo mondo, cresceva sempre di più e decise di volerci provare. Pensò…. “Se ruoto più veloce del mio solito, forse mi posso spostare e quindi muovermi più velocemente di come faccio, staccarmi da Net e vagare LIBERO nell’universo.”
Così per giorni e giorni si sforzò di girare più veloce che poteva. Gira che rigira e ti rigira gli venne il mal di mare. E per diversi giorni Nino stette male. Gli uscirono strane voragini sulla superficie ed i suoi ghiacciai iniziarono a sciogliersi. Insomma iniziò sudare. Non aveva mai sperimentato un simile malessere. Passato il dolore riprese i suoi esperimenti, sempre più determinato ad andare via e realizzare il suo sogno. I suoi amici pianeti ed il grande Sole saggio lo guardavano. Giò diceva:- Ma Nino cosa vuole fare??? Pensa di distruggersi? Non si può cambiare l’ordine dell’universo. E’ immutabile! Se continua di questo passo, succederà qualcosa di catastrofico.-
In effetti, mesi dopo nella galassia di Nino incominciarono a piovere meteore mai viste prima, con una velocità sorprendente. E cadevano tutte sul povero pianeta Terra, attratte dalla sua potente forza di attrazione. Al ché terra incominciò a lamentarsi col Sole. – io non ne posso più di tutte queste meteore. Mi rovinano il viso. Cadi qua, cadi là hanno già bruciato i mio bel manto verde nella zona centrale del continente Africano. Ed ora non ho più una rigogliosa macchia verde ma una marrone….orrenda. Al mio colorito dona il verde o l’azzurro, questo marrone spento proprio non mi piace. Capisco che sono uno dei satelliti più belli della galassia…ma non possono cadere tutti da me??-
Altri fenomeni strani incominciarono a manifestarsi nella galassia. Strane nubi di fumo oscuravano la visuale. Tempeste magnetiche si scatenavano all’improvviso…..
Sole e Luna decidono allora di convocare l’ordine cosmogonico dei pianeti. E’ il Consiglio Supremo della Galassia. Il summit di tutti i saggi del sistema, al fine di discutere di quanto sta accadendo ed adottare misure preventive anti-sciagura.
Sole ha notato lo strano comportamento di Nino. Lo ha studiato in silenzio per un mese. Trascorso questo periodo di osservazione silenziosa, inizia a lanciare brevi messaggi al satellite pischello:- Ninù statt accort. Te spriemi assai, cumm nu purtuall….(Nino stai attento, ti stai spremendo troppo, come un’arancia).
Oppure:- Ma ch vuò fa? Ratt na calmata (Cosa vuoi fare? Calmati!)
Nino non ascolta i saggi avvertimenti di Sommo Luminescente.
Intanto il G8 dei pianeti si riunisce. Presenti all’appello Sole, Luna, Terra, Net, Mars, Diva, Giò, Sat. Nino, terra e tutte le stelle partecipano in qualità di uditori. Presidente della seduta viene nominato Sole, come sempre del resto, vista la sua insindacabile saggezza.
Il fenomeno viene analizzato in tutta la sua complessità, in ogni angolazione e sfaccettatura. I sommi 8 non riescono a trovare alcun nesso logico tra quanto sta avvenendo e i cataclismi osservati. Luna conclude allora la settima giornata di incontri con la frase:- Si tratta allora di un nuovo fenomeno a noi sconosciuto. Non ci resta che attendere il corso degli eventi.
Catastrofica sentenza!
Moggio moggio Giò si ritira silenzioso nella sua orbita. Inizia a fare strane congetture seguendo il corso dei suoi pensieri. Giò è uno sveglio, dinamico, ottimista e fiducioso nella legge dell’universo che tutto sottende.
Pensa: - In natura tutto è soggetto ai fenomeni di nascita vecchiaia malattia e morte. Possibile che dobbiamo morire tutti? La legge non lo permette. Anche se una galassia muore si trasforma in un'altra entità, ad esempio in un buco nero o in una nana bianca. E di solito assistiamo a tutta una serie di eventi che ci preparano a questo passaggio in modo graduale e dinamico. Non così rapido e distruttivo. Anche la morte e la trasformazione segue un suo ordine ed una sua armonia. Qua’ c’è qualcosa che ci sfugge. C’è come una disarmonia del cosmo. E’ come se l’universo stesse male ed avesse la febbre. Perché?
In quel momento vede Nino girare su se stesso non secondo la sua orbita eccentrica a cavallo, ma in senso antiorario e compiendo cerchi perfetti. Un movimento inusuale per il satellite. La lampadina della genialità si accende. – Ognuno di noi ha una sua orbita ed un suo ritmo di rotazione su se stesso ed attorno a Sole. Terra ad esempio ruota su se stessa 24ore terrestri e 365 giorni attorno a Sole. Cosa accadrebbe se ruotasse su se stessa in dodici ore ed in 182 intorno a Sole? Un gran caos! Si altererebbe un ritmo universale. Ognuno di noi ne risentirebbe perché tutti siamo interconnessi, legati da un filo sottile che permette a Sole di non scontrarsi con Terra o io con Nino. E da quando Nino compie i suoi esperimenti noto che si sta avvicinando sempre più a Net…..ora capisco!
Così il giorno dopo decide di esporre le sue riflessioni al gran consiglio. Chiede la parola ed esprime il suo pensiero in modo chiaro, preciso e sintetico. Conclude asserendo: - Con questo non incolpo Nino per il suo desiderio di modernizzarsi, evolversi e per l’impegno profuso in questa impresa. Dico solo che forse non ha ben valutato la portata del suo gesto sulla vita di ciascuno di noi, membro di questa comunità. Ognuno è sì libero di essere se stesso e manifestarlo ma non a discapito degli altri e senza perdere di vista il punto principale: ognuno ha delle caratteristiche specifiche e particolari che lo rendono unico. Questa unicità è utile all’armonia della galassia ed è funzionale allo sviluppo dinamico di ciascuno di noi. Per la vita di noi stessi e dell’intera galassia. Tutti ammutoliscono. Un lungo silenzio regna a lungo tra i presenti. Ore dopo Sole prende la parola e dice:- Siccome non abbiamo prova pratica di quanto dice Giò, chiedo a Nino di interrompere i suoi esperimenti per un mese, a partire da oggi. Così possiamo valutare il fenomeno ed i suoi effetti sulla galassia. Vediamo cosa accade e poi decidiamo il dà farsi. In fondo non abbiamo un’ alternativa valida. Nino cosa ne dici? Potresti fare questo tentativo per noi? Nino è paralizzato da quanto ha ascoltato in silenzio. Annuisce. Il solo pensiero che un suo gesto possa aver provocato fenomeni disastrosi per Terra ed i suoi amici lo spaventa. Ma ci deve provare per il bene della sua comunità. Trascorrono trenta giorni. Le nubi si diradano. Le tempeste magnetiche scompaiono e con esse le piogge di meteoriti. Il sereno riappare di nuovo nella galassia di Nino. Il piccolo satellite però ha compreso una lezione importante: un suo piccolo gesto apparentemente insignifante, quale modificare il ritmo dell’orbita su se stesso, ha effetti sulla vita di un intero sistema di pianeti. Pertanto, prima di compiere qualsiasi impresa occorre domandarsi:- sarà bello, utile e vantaggioso ciò che faccio? Bello per me, utile a me stesso ed a gli altri, vantaggioso per me per i miei amici? Questo pensiero alleggerisce il cuore del piccolo Nino ed allo stesso modo lo fa sentire bene. Si sente libero dentro come non mai e forte nel pensare che lui è INDISPENSABILE per la vita della sua galassia, così com’è, con il suo moto lento ed ordinato, la sua temperatura ed il suo colore: insomma con tutte le sue caratteristiche uniche e diverse da quelle di Sole, Luna, Mars, Diva,Terra, Giò e Sat. Sole li riscalda, luna li fa sognare, Mars dà allegria, Diva ha una bellezza unica che fa vibrare e Sat sa far riflettere, Terra è una grande amicona fedele e leale e lui è lo spirito innovatore del gruppo, da oggi però, più rispettoso della sua vita e di quella della sua comunità. Inoltre Nino ha capito tutto questo grazie all’esperienza fatta. E’ profondamente grato ad i suoi amici per non essersi arrabbiati con lui, tolto l’amicizia o averlo punit, perché grazie a questa serenità e fiducia in lui, è cresciuto come satellite, ha acquistato più maturità, saggezza e consapevolezza. Federico finisce così di raccontare la sua storia e si siede. Dal fondo della classe parte un applauso lungo e fragoroso. La maestra e la direttrice sorridono felici. E un bel dieci sulla pagella, scritto in rosso, corona il suo sogno di bambino-alunno di essere migliorato ancora un po’. Ma è felice perché la sua mamma ha tante storie da raccontare ed inventare.
Autore: Rita Maria Nocerino

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