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DOLCE GLICINE

E LA GIOIA, MI RESTA

Ora che siamo due sconosciuti
Immagine tratta dal web

si è dissolto ogni ricordo
come sale nell’acqua.
Mi resta quel sapore strano di lacrime sulla pelle
e qualche parola scritta incancellata:

- Oggi ho ultimato il quadro per mio figlio.
L’ho intitolato “Felicità”.
C’è anche qualcosa di tuo.
Sono felice
perché credo di essermi innamorato di te. -

E la gioia, mi resta,
di saperti così
perché il tempo è un’invenzione
e la data non conta.


VECCHIO VINILE

(parodia di una vecchia canzone)



Laggiù nel sottoscala abbandonato,
tra libri, vecchie foto e il mio tutù, 
trovato ho in una scatola serbato 
un dolce amico dei miei anni blu.
Immagine tratta dal web
Qualche vecchio graffio 
dall’uso indelicato
tra i solchi suoi sembrava riportar. 
Era un disco nero d’ascoltar. 

Vecchio vinile
quanto tempo è passato 
quanti ricordi 
fai rivivere tu 
quante canzoni 
sul tuoi giri ho cantato 
che non scordo più 

Sopra il mio letto 
nelle sere infinite 
in quella stanza 
a risognare l’amor 
per quanto tempo 
insieme a te ho immaginato 
l’uomo del mio cuor. 

Con te tra le belle note 
con commozione ed emozioni in vol
provavo gioie segrete 
e sogni dolci vagheggiavo al suon. 

Vecchio vinile 
come un tempo lontano 
nel giradischi 
O nel mangiadischi d’or 
forse sapresti 
se guastato non fosse 
risuonare ancor.




SE CERCHI LA TUA SPOSA

Venere, Vesta e Pallade
sono tre Grazie vergini,
sono tre gioie candide
che suscitano amore.
Immagine tratta dal web

Sorta dal mare Venere
di fascino vestita,
custode del gran fuoco
dell’intelletto, Vesta
e Pallade virtuosa.

Stando tra cielo e terra,
la gentilezza agli animi
degli uomini selvaggi
infondono leggiadre
con mani di libellula.

Esplode Primavera
nel mondo d’armonia
e sono tre le donne
unite in un sol fiore
d’amore e di beltà.

(se cerchi la tua sposa
mi trovi in quella rosa)


SALIRE



Salire su una scala

- in testa un motivetto -
cantarlo sopra il tetto
con nenia di cicala.

Immagine tratta dal web
Salire su uno scoglio
- com’essere sirena -
scrivendo sopra un foglio
“il sole è una catena”.

Salire in cima a monte
di giorno - a cielo è terso -
trovando l’orizzonte
nell’infinito immerso.

Salire - ancor salire -
di un albero sul ramo
più alto per sentire
che in eco giunge un “t’amo”.

E dopo aver salito
le alture della vita
discendere stupito
di averla, alfin, capita.


TI AMO

Non sono poliglotta
Immagine tratta dal web




e non so amarti
in troppe lingue.


Ma sono un po’ poliedrica
con la mia lingua ruvida di gatto
e forse (forse) anch’io sono una gatta.

La mia noiosa lingua
che batte sempre
dove il pensiero duole
e ansiosa - pure - quando
non trova le parole.

Però io ti amo:
semplicemente
e in italiano.




IL POETA
(dopo aver letto Ennio Flaiano)

Il Poeta, sì, il Poeta
cerca il gatto e non lo trova
nella stanza buia e tetra.
Ma non cede e prova prova.

Ed infine, quel “testone”
(anche se parrebbe matto)
grazie all’immaginazione
dalla stanza sgama il gatto.





ESSA-O-ESSA
(Poesia monorima)
Non è che la vita non mi interessa
è che non credo basti una compressa
a placare quella ressa
che corpo, cuore ed anima mi pressa
perché se ora io sono depressa
non è essa (la vita) che non cessa
a distruggermi i giorni ed ogni messa
ma chi alla vita mia s’appressa
con arroganza, disonestà e promessa
subdola o mai concessa.

E allora urlo come un’ossessa:

- Mi aiuti un Dio, un Angelo, una sacerdotessa
mi liberi qualcuno, dottore o medichessa,
dall’immondizia umana che mi tiene circonflessa! –


 OTTAVA MALTUSIANATA DI UNA STREGA IMBRANATA
(Dolce Glicine)

Cambiato ho la mia foto su Feisbuk:
adesso sono strega d’Allowin.
Voi penserete forse: - E’ un nuovo luk
vuol far la figa ed essere più “in”.
Moda lucchese? Mah, ci pare ciuc,
dev’esser una che le garba il vin. –

E’ vero, il vino bevo e son di Lucca,
ma anche da strega resto mammalucca!



LA RAGAZZA SCARLATTA 
 (alias Cappuccetto rosso)
(sonetto elisabettiano, monovocalico con chiari riferimenti lessicali inglesi)

Andava la ragazza da malata
ava, ammantata da scarlatta lana,
appagata la mamma, ch’allarmata
stava, data la barbara (ah!) fama

(saga da strada?) d’affamata cagna.
Andava ratta, scaltra, ma abbastanza?
Stava la cagna a far snack d’ava. Lagna-
va la ragazza zanna vasta, sanza

captar ch’ava, calcava la cagnazza.
(mah… la malata… pappata, l’avrà???)
Alarm! Alarm! Ah! Baccanava, pazza.
Ma tal dall’arma carca: “Bam!” - Cadrà! -

L’ava ha salvata da barbara panza
And la ragazza! Ah! S’apra la danza!




RICHIESTA DI PRESTITO ALL’ARTISTA FACOLTOSO

Le tue parole prestami ,
ché sono quelle mie come le nuvole
dagli aspri venti sempre più straziate;
oziose tiritere
per cullare la noia
di ciglia sonnolenti,
gocce continue
di un rubinetto rotto,
fiori appassiti
dentro a un libro mai letto,
ennesimo regalo di un Natale
che mai c’è stato.

Le tue parole prestami,
ché sono caramelle prelibate,
per i ghiotti palati
impacchettate ad arte
in pomposi e lucenti cofanetti;
costose vesti,
sfavillanti di perle e di lustrini
buone per le vetrine
delle boutique del centro,
ciliegine glassate,
morbide e rosseggianti guarnizioni
per torte già spartite.

Per un giorno soltanto,
le tue parole prestami,
 
ché possa anch’io godere
 
ventiquattrore di celebrità!

Ma, se sono troppo alti gli interessi,
tengo le mie. Grazie tante e…

“la sua platea ad ognuno”!*

*J. Prevert



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