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FANTASIA
(Rossella Ceccarelli)
Prendiamo al volo la fantasia
gialla rossa blu o rosa che sia
su di un prato verde di chicchessia
partiamo dai.... in gran compagnia!!!!
FILASTROCCA DEL TRENO A MOTORE, DEL BINARIO E DEL VIAGGIATORE
(Rosaria Esposito)
(Rosaria Esposito)
Filastrocca del treno italiano ,
che sale il monte,
che scende il piano,
che va lontano
che va vicino,
che corre forte,
che corre pianino,
che a volte vola,
e a volte…s’invola…
C’era un treno che andava a Napoli,
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che credeva all’amore dei popoli,
ma un giorno vi salirono tre scapoli,
dicendo: ce n’è uno uguale a Forlimpopoli.
C’era un trenino piccino piccino,
e un passeggero era all’altro
vicino vicino,
tanto che ognun diceva :
più che un treno
pare un comodino.
C’era un treno che girava il Vesuvio,
ne aveva pure parlato Vitruvio,
correva pure
in mezzo al diluvio,
(lo aveva inventato Giove pluvio).
C’era un treno che dai campi flegrei
faceva dei giretti
bei bei bei,
e tutti s’affacciavano diletti
per veder che cosa,
non lo sa né lui né lei.
C’era un treno lungo come una colonna,
sul quale non saliva mai una donna,
di quella donna non se ne importava niente,
ché ce n’erano già tante,
tra la gente.
(Rosaria Esposito)
chiese un giorno un vecchio alla fortuna:
almen fammi saper, sei bionda o bruna?
tutta la vita invano t'invocai,
ma tu solo mi lasciasti in mezzo ai miei guai...
ed Ella apparsa a lui nel suo splendor rispose:
chiamar Fortuna e lamentarsi assai,
altro non porta che l'aumentar dei guai..
Fortuna vuole cuor contento
occhi pronti e mano lesta
al dì ch' Ella ate s'appresta,
Ella non dà se non a chi l'afferra...
e, detto questo, se ne tornò nella sua terra...
almen fammi saper, sei bionda o bruna?
tutta la vita invano t'invocai,
ma tu solo mi lasciasti in mezzo ai miei guai...
ed Ella apparsa a lui nel suo splendor rispose:
chiamar Fortuna e lamentarsi assai,
altro non porta che l'aumentar dei guai..
Fortuna vuole cuor contento
occhi pronti e mano lesta
al dì ch' Ella ate s'appresta,
Ella non dà se non a chi l'afferra...
e, detto questo, se ne tornò nella sua terra...
(Rosaria Esposito)
C’era un parrucchiere di Roma,
che aveva la moglie di nome Paloma,
pettinava di tutte la chioma,
poi saliva sui colli di Roma
e gridava ai quattro venti:
sono il più gran parrucchiere di Roma.
C’era un pasticciere di Milano
preciso e sicuro di mano,
talvolta si sedeva al piano,
quando gli mancava per la pastiera il grano.
C’era un berrettaio di Forlì
Che aveva la fissa del chepì,
chiedeva a tutti quanti:
sai cos’è il chepì?
per questo i suoi lavori mai finì.
C’era un carrozziere di Viterbo
che lavorava con perizia e nerbo
e anche se a volte cascava sul verbo,
tutti dicevano:
che bravo carrozziere
e qual perizia e nerbo.
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C’era un medico condotto,
abitava al numero otto
di un palazzo di piani otto,
ma al piano di sotto,
mangiava solo filetto di manzo ben cotto.
C’era un ferroviere
che il padre era stato tranviere,
lo zio pompiere,
il nonno filibustiere,
non si sa perché lui
facesse il ferroviere.
C’era un capitano di lungo corso,
di origine era corso,
aveva una casa al corso,
e ogni giorno correva lungo il corso,
aveva in casa pure un orso.
ALBEGGIA
(Rosaria Esposito)
Mannaggia..albeggia,
e il sogno svaneggia,il gallo galleggia,
il merlo merleggia,
la sveglia strilleggia,
il gatto fuseggia,
il cane abbaieggia,
il caffè borbotteggia,
il latte bolleggia,
il bimbo sonneggia,
la mamma chiameggia,
il papà bofonchieggia,
il sole sorgeggia,
la pioggia pioveggia,
il vento soffieggia,
la voglia mancheggia,
il mio cervello folleggia,
mentre il nonno
dal letto,
scorreggia…..
Mannaggia..albeggia,
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il merlo merleggia,
la sveglia strilleggia,
il gatto fuseggia,
il cane abbaieggia,
il caffè borbotteggia,
il latte bolleggia,
il bimbo sonneggia,
la mamma chiameggia,
il papà bofonchieggia,
il sole sorgeggia,
la pioggia pioveggia,
il vento soffieggia,
la voglia mancheggia,
il mio cervello folleggia,
mentre il nonno
dal letto,
scorreggia…..
FILASTROCCA COL NASINO ALL’INSU’
(Marinella Mancinelli)
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Tre bambini guardan la luna
Hanno detto che porta fortuna
Anche il cane guarda in su
E contento non abbaia più.
“Quella stella amica mia
Ogni notte lascia una scia”
Pensa il bambino nella sua cameretta
Mentre ogni notte la sua stella aspetta.
Alla finestra c’è una bambina
E nel cielo c’è una stellina,
Nel cielo la stella brilla brilla
e alla finestra la bimba è tranquilla!
IL FOLLETTO LADRO DI FIABE
(Marinella Mancinelli)
Un venerdì un cattivo folletto
Decise la sera di fare un dispetto,
ma non sapeva che cosa studiare
allora sul fungo si mise a pensare…
pensa e ripensa vide un bambino
piccolo piccolo nel pigiamino
stava sereno in braccio alla mamma
che gli cantava a ninna nanna
le belle fiabe per il piccino
mentre si succhia in bocca il ditino…
Allora subito pensò il folletto:
“Non ho nessuno che mi metta a letto
È tanto freddo sotto il funghetto…”
Allora birbante pensò di rubare
Tutte le storie che stava a ascoltare
Volò dal bimbo e sul più bello
Nascose le storie nel suo cappello!
E con un balzo da vero folletto
Si ritrovò dentro il suo letto
Ora era al caldo, ben bene abbracciato
Al sogno magico che aveva rubato
E il bimbo? Pianse e si agitò
Tutta la notte, e non s’addormentò…
Allora lo gnomo ci ripensò
Prese le favole, le rovesciò
Sopra alla mamma, che le raccontò
Ancora una volta al suo piccoletto
Ma questa volta insieme al folletto!
Un venerdì un cattivo folletto
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ma non sapeva che cosa studiare
allora sul fungo si mise a pensare…
pensa e ripensa vide un bambino
piccolo piccolo nel pigiamino
stava sereno in braccio alla mamma
che gli cantava a ninna nanna
le belle fiabe per il piccino
mentre si succhia in bocca il ditino…
Allora subito pensò il folletto:
“Non ho nessuno che mi metta a letto
È tanto freddo sotto il funghetto…”
Allora birbante pensò di rubare
Tutte le storie che stava a ascoltare
Volò dal bimbo e sul più bello
Nascose le storie nel suo cappello!
E con un balzo da vero folletto
Si ritrovò dentro il suo letto
Ora era al caldo, ben bene abbracciato
Al sogno magico che aveva rubato
E il bimbo? Pianse e si agitò
Tutta la notte, e non s’addormentò…
Allora lo gnomo ci ripensò
Prese le favole, le rovesciò
Sopra alla mamma, che le raccontò
Ancora una volta al suo piccoletto
Ma questa volta insieme al folletto!
(Milvia di Michele)
uno...sguardo birichino
due...bambini e un palloncino
tre...soldini per un bacio
quattro...topi mangian cacio
cinque...erano i vermicelli
sei...e non tutti eran fratelli
sette...scope per le streghe
otto...erano delle seghe
nove...e ora io non so volare
dieci...mi vò a sfracellare!
E mannaggia al numer,,, nove
che rima con piove e piove!
(Serenella Menichetti)
Un mostro di Bologna
aveva troppi denti
soffriva anche di rogna
tra mille patimenti.
I denti erano cento
diciotto sulla testa
qualcuno sopra il mento,
formavano una cresta.
Brutto da far spavento
stava sempre nascosto.
Correva come il vento
chi passava da quel posto.
E il mostro ci soffriva.
Solo perché diverso
doveva stare solo,
non c'era nessun verso.
Un giorno una bambina
a lui si avvicinò,
per tutta la mattina
curiosa lo scrutò.
E, vide la tristezza
stampata sopra il viso,
gli fece una carezza
e lui osò un sorriso.
Allora molta gente
di lui diventò amica
e, tutt'ora è presente
e non prova fatica,
perché in lui c'è la forza
d' una bellezza vera,
ch' è sotto la sua scorza
e sa di primavera.
Un mostro di Bologna
soffriva anche di rogna
tra mille patimenti.
I denti erano cento
diciotto sulla testa
qualcuno sopra il mento,
formavano una cresta.
Brutto da far spavento
stava sempre nascosto.
Correva come il vento
chi passava da quel posto.
E il mostro ci soffriva.
Solo perché diverso
doveva stare solo,
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non c'era nessun verso.
Un giorno una bambina
a lui si avvicinò,
per tutta la mattina
curiosa lo scrutò.
E, vide la tristezza
stampata sopra il viso,
gli fece una carezza
e lui osò un sorriso.
Allora molta gente
di lui diventò amica
e, tutt'ora è presente
e non prova fatica,
perché in lui c'è la forza
d' una bellezza vera,
ch' è sotto la sua scorza
e sa di primavera.
SUSSIOSSISSI
(Serenella Menichetti)
Sussurri, sospiri,
serpenti sui sassi.
Sussultano in aria,
si sentono smossi.
Un osso nascosto
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il cane s'è morso.
S'accosta vicino
veloce a lui, un tasso.
Il tasso che dorme,
dà un morso in un masso.
Si rompe tre denti
restando un po' scosso.
Allora si dice
E' meglio che" russo"
e triste si mette
a dormire sul sasso.
Sussurri, sospiri
serpenti sui sassi,
si sentono insieme
al tasso che russa.
Il cane cullato
da questi russigli,
si sdraia sui sassi
e sogna la Sissi.
Fantasia Fantasia
la cosa più bella che ci sia...
Anche in un paesello
puoi trovare il 'tuo' bello....
Bello è scorrazzare,
le viette a gironzolare
andare in bicicletta
come da ragazzetta....
Poi osservar un prato
o un fiore già sbocciato,
il sole birichino
che esce un pochettino..
L'erba nei campi è verde...
a vista d'occhio si perde
là verso il cimitero
un nuvolone nero...
Aspetta..torna il sereno
pedala a giro pieno..
Non hai più settantanni
dimentica gli affanni..
BUON SERENO 25 aprile
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Anche in un paesello
puoi trovare il 'tuo' bello....
Bello è scorrazzare,
le viette a gironzolare
andare in bicicletta
come da ragazzetta....
Poi osservar un prato
o un fiore già sbocciato,
il sole birichino
che esce un pochettino..
L'erba nei campi è verde...
a vista d'occhio si perde
là verso il cimitero
un nuvolone nero...
Aspetta..torna il sereno
pedala a giro pieno..
Non hai più settantanni
dimentica gli affanni..
BUON SERENO 25 aprile
FILASTROCCA DELL'IMMAGINATO
(Giovanni Tricozzi)
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Che gran pacco!
Tutto avvolto e ricoperto
d'una carta luccicante.
Or mi invita alla scoperta
senti senti come chiama:
"ehi, signore m'apra su
e non ci stia a pensare più".
Mi sollettica e m'esorta
e mi stuzzica e trasporta.
Beh, io l'apro e chissimporta
se non m'è indirizzato.
Quì non c'è destinatario
solo un pacco solitario
preda dell'anonimato.
Il mistero va svelato.
Or lo sgroppo e poi lo scarto
lo scoperchio e dentro c'è
tutto il mondo immaginato
dalle persone come me
LA MAMMA
(Manuela Magi)
La mia mamma sa di buono
di farina e marmellata,
di pulito e di bucato
di crostata al cioccolato.
Lei profuma di cannella
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quando impasta la ciambella,
al mattino, appena sveglia.
La mia mamma sa di luce
come l' alba in riva al mare
lei mi prende per la gola,
se c'è il vento oppure piove
mette in forno, caldo caldo,
le meringhe e il ciambellone.
La mia mamma mi vuol bene
fa la torta con le mele,
con vaniglia e un po' di miele.
anche quando splende il sole
La mia mamma a volte è stanca
e si siede sulla panca
chiude gli occhi sulla sera
mentre sogna la pastiera.
La mia mamma è un dolce biondo
il più buono in assoluto
e se mi bacia sulla fronte,
il mio sogno si fa grande.
REGALI SENZA ANIMA
(Umberto Flauto)
Un amico di Ravenna
mi regalò, un dì, una penna
che cominciò di colpo a saltare
per farmi scrivere e scarabocchiare.
Un altro amico di vicino Bari
mi regalò dei bei calendari
per insegnarmi i giorni e a contare
i miei doveri, i diritti ed il “fare”.
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Una mia amica di Bergamo sotto
mi regalò invece un cappotto
con l’obiettivo di volermi coprire
da ciò che il mondo aveva da dire.
Un amicone di Mazara del Vallo,
un grande amante delle piste da ballo
per farmi muovere dal grande torpore
mi regalò un ciclomotore.
Mentre un’amica di San Benedetto del Tronto
che non avevo messo nell’elenco e nel conto
mi ricordò che le avevo promesso
di accettare i suoi regali più spesso.
Due amichetti di Rimini mare
mi avevano dato, invece, due giare
una stracolma di acqua frizzante
l’altra ripiena di camomilla calmante.
Mentre oramai vivevo già in coma
arrivò inaspettato un amico di Roma,
che senza pensarci neanche un po’ su
mi regalò un orologio a cucù.
Ero un pò stanco di avere regali,
penne, cappotti e calendari,
volevo solo che l’animo umano
mi sorridesse e mi desse una mano.
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