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Favola a più mani: "Nonna Luisa e le storie delle cose non fatte" di Francesco De Gaetano, Milvia Di Michele, Lalla Tosi.

Nonna Luisa e Gemma disegno di Milvia Di Michele

NONNA LUISA E LE STORIE DELLE COSE NON FATTE
-Nonna Luisa?- le disse quasi sottovoce la piccola Gemma – Nonna Luisa?... a che pensi?-
Nonna Luisa guardava fuori della finestra, ma non vedeva il cielo, gli alberi e le colline, vedeva cose nascoste agli occhi altrui, che riaffioravano da un lontano passato : cose accadute e cose che sarebbero potute accadere...ma così non fu.
-Vieni!- Disse dolcemente alla nipotina- Vieni qui vicino a me, mettiti comoda, oggi ti racconterò cose rimaste nel sogno tanto tempo fa. Sono leggere, come fossero fatte d’aria, anzi ..meno. Sono cose fatte di fantasia. Ma esistono, sai! Certo che esistono! La fantasia ha la sua forza e il suo mondo. Ascolta.
Devi sapere che un tempo, avrei tanto voluto allevare grilli, sì, hai capito bene, grilli!... E sai perché? Mi aveva molto colpita la figura del saggio Grillo Parlante della fiaba di Pinocchio che mia mamma mi aveva letto.
Il Grillo Parlante, come sai anche tu, rappresenta la coscienza di Pinocchio. Io ero convinta, allora, che avrei potuto allevare migliaia e migliaia di grilli che, crescendo, avrebbero maturato la stessa coscienza di quello di Pinocchio e così io avrei potuto regalarli a tutti gli uomini perché avessero modo di comportarsi con giustizia e senza errori.-
-Nonna: ci sei riuscita?- chiese Gemma, che riviveva la fiaba di Pinocchio attraverso le parole della nonna.
-In un primo momento sì. Avevo organizzato, in un angolo dell’orto, una vera e propria città dei grilli, con piccole casette fatte di sughero, erba tenera per letto e cibo in quantità. Poi avevo iniziato a catturare grilli maschi e grilli femmine in giro per la campagna e ad introdurli nel piccolo recinto- -Che bello Nonna, e poi?-
-Passarono i giorni, le settimane e i grilli si erano ambientati benissimo nel mio orto. Sapessi quanto tenevano compagnia con il loro canto! Conciliavano il sonno e mettevano allegria. Dopo un mese iniziarono a riprodursi. . . -
-Nonna, però i grilli non sono mica tanto simpatici! Neanche a Pinocchio era tanto simpatico il Grillo Parlante: non fa magie, non è allegro!
Non fa che predicare!...Ma perché proprio una città dei grilli!-
-Hai ragione amore di nonna: i grilli fanno un po’ troppo i saputoni, si sentono “ saggi”. E chi è saggio è un po’ pesante ed annoia. Ma io, pur se giovane, sentivo che sulla terra c’era bisogno di saggezza e… seminare questa saggezza tra di noi, era diventato il mio sogno. Oh!..Avevo anche un altro sogno! Anzi, più di uno! Ma ci avevo rinunciato per inseguire questo. E poi, era un sogno che piaceva anche a Nicola mio, tuo nonno, che allora era giovane e pieno di entusiasmo e di ideali:voleva migliorare il mondo. E voleva farlo con me, perché mi amava. Non immaginava neanche quello che sarebbe accaduto dopo un po’, quando scoppiò la guerra.
Sì la guerra, mia piccola Gemma, proprio l'apoteosi dell'incoscienza. Per la stoltezza di pochi: morte, distruzione, lacrime e dolore vanno a colpire soprattutto gli innocenti. Già, sia io che tuo nonno, sapevamo degli orrori della Grande Guerra, quella del 15 – 18, che tanto ci avevano raccontato i nostri genitori. Ed è questo, penso, uno dei motivi principali che mi avevano spinto a cercare di allevare grilli per rendere coscienziosi tutti gli uomini.
Fatto sta che, piano piano, la città dei grilli cresceva ed io passavo ore stesa sul prato ad ammirarli. Sapessi Gemma quanto puoi imparare osservando gli animali: dai grilli alle mucche! Ogni animale, se sappiamo osservarlo, può insegnarti molte cose che ti possono servire nella vita: dal rispetto e la protezione per i figli, al rispetto verso i propri simili..... Anche la sincerità ti possono insegnare. Eh sì, Gemma: se solo gli uomini assomigliassero un pochino agli animali il mondo sarebbe certamente più bello!
Un giorno mi accorsi che i grilli si erano radunati in uno spiazzo, tra le casupole di sughero, e che un grillo più grande degli altri, da me chiamato Grillone , si era messo a frinire più forte degli altri. Sembrava quasi che stesse tenendo un comizio..... Certo era una riunione importantissima, erano arrivati nello spazio vicino alle loro casupole, al limite dell'orto, un gruppo di giovani uomini e giovani donne con zaini, armi e provviste. Gemma cara, erano partigiani e partigiane, giovani ma desiderosi di porre fine alle angherie dei tedeschi e di coloro che seguivano, pur italiani, le loro idee.
I grilli, avevano subito capito che dovevano aiutare quei giovani cercando di non rumoreggiare troppo durante il giorno per non farli scoprire. I grilli più giovani inoltre dovevano imparare a non temere eventuali spari….insomma GRILLONE stava chiedendo alla sua comunità di collaborare per una giusta causa.
Intanto i ragazzi e le ragazze si erano accovacciati a terra gli uni accanto agli altri e con una matita segnavano, sopra un largo foglio stropicciato, un percorso. I grilli pensavano :-Che cosa avranno intenzione di fare? Che ammirazione per il loro coraggio!!!!-
E poi capirono: i giovani partigiani volevano far saltare un ponte che permetteva ai tedeschi di raggiungere il paese appena più a valle, al di là del fiume Salto.
Il nome del fiume aveva origine dalle mille cascate e cascatelle che si formavano lungo il suo corso, specie nella parte più alta, là dove c'era il mio paesello tra i monti: Poggio del Sole.
Che bello il mio paese tra il verde, con la vista sul monte Dragone a nord e il mare, lontano-lontano, a sud!
La mia casa era fuori del paese, leggermente più in alto, in mezzo alle mie terre coltivate a castagneto. Lì era nata la città dei grilli, tra roveti pieni di more in estate e tappeti di prati puntellati di fiori. Fu così che Grillone ottenne la collaborazione di tutti i piccoli abitanti della città dei grilli, che iniziarono, da quel momento, a spargersi per la campagna e ad osservare i movimenti del nemico per riferirli poi a Grillone.
Era veramente difficile per loro non frinire, come era loro abitudine, ma dovevano muoversi con circospezione per non far scoprire ai tedeschi sia le loro mosse e sia, soprattutto, quelle del gruppo di giovani partigiani.
Grillone intanto, e questo Gemma ti insegni che quando si vuole davvero si riesce a fare quasi l'impossibile, era riuscito a farsi capire dal capo dei partigiani frinendo a mo' di alfabeto morse: cri stava per A, cri cri per B e così via. Ci volle tempo per intendersi ma alla fine l'intesa fu perfetta. E i grilli poterono informare i partigiani dei movimenti dei tedeschi!
Si davano da fare i giovani e, la sera del giorno successivo, si prepararono a scendere dove c'era il ponte. Nelle case del paese tutti dormivano,anche i grilli restarono zittissimi perché avevano capito la gravità del momento. Io invece ero sveglia, dietro la mia finestra, con il cuore che andava a mille.
I ragazzi si allontanarono, ecco non si vedevano più...poi più tardi UN'ESPLOSIONE fortissima..e mille bagliori. Anche Grillone sussultò e tenne i piccoli grilli vicinissimi perchè anche gli animali "sentono" l'orrore della guerra ....ed i piccolini poi......con i loro occhietti sbarrati parevano voler dire:-Perché?....Perché?-
Difficile far capire ai piccini perché gli uomini si odiano tanto, forse nemmeno loro lo sanno!
Dopo i bagliori un silenzio...assordante, tutti, uomini e grilli, sconvolti dall'esplosione stavamo con l'animo in sospeso. Tornarono i giovani che, in fretta, raccolsero borracce e zaini, salutarono con l’alfabeto morse i grilli che erano tanto dispiaciuti per la loro partenza improvvisa e, silenziosi come erano venuti, se ne andarono. Quell'operazione partigiana fece sì che i tedeschi non distrussero il paese e risparmiarono la popolazione dagli orrori della guerra.
I grilli, capitanati da Grillone, fecero un concerto quella notte per fare festa e fu davvero Festa Grande.
Io ero felice sia per il pericolo scampato, sia perché mi rendevo conto di aver in qualche modo partecipato, con la mia idea di dare vita alla città dei grilli, alla conquista della Pace.
Finalmente la guerra poco dopo finì e venne il momento di mettere in atto la mia idea di regalare i grilli a chi ne avesse bisogno per creare delle coscienze positive in ognuno ma quasi tutti …...risero!..Stolti!
Non era bastata la guerra a far capire che c'era bisogno di "coscienza positiva".
Erano tutti presi dalla felicità della Pace raggiunta. Pensavano a festeggiare, a costruire e a ricostruire. Si vollero dimenticare le ferite dei corpi e delle anime che la guerra aveva inferto un po' a tutti ..e non si pensò al futuro.
La Pace raggiunta andava difesa, protetta come un gioiello prezioso, come fosse una bimba come te, che pure ti chiami" Gemma"!
Ma questa cosa non è stata fatta e le coscienze hanno continuato a formarsi alla meglio, senza un sostegno, senza una guida.
Vedi Gemma, a questo pensavo: alle " cose non fatte" per difendere la pace, a tutte le idee che persone splendide hanno per rendere la nostra vita più giusta e più bella e che i potenti quasi mai ascoltano e mettono in pratica.
-Ma nonna Luisa..e i grilli? Che fine hanno fatto i grilli?-
I grilli rimasero esseri giusti che non conoscevano né l'odio né la vendetta. Vivevano in pace e paghi di quello che il buon Dio aveva dato loro per vivere: il sole, l'aria, l'erba e la possibilità di ricrearsi.
Dopo l'armistizio, in estate, andai per l'ultima volta nell'orto e mi stesi come al solito sull'erba vicino alla piazza principale della città dei grilli.
Grillone subito si fece avanti salutandomi con un sonoro "CRI-CRI". Con l'alfabeto grillesco che avevo imparato nel periodo buio della guerra dissi loro che la cosa che desideravo di più al mondo era che vivessero felici … ovunque volessero andare. Da parte mia promisi di non importunarli mai, anzi, avrei educato i miei figli ad amare e rispettare loro e tutti gli animali della terra.
Li salutai per l'ultima volta e, anche se i grilli non piangono, mi sembrò di vedere qualche lacrimuccia anche nei loro grandi occhi e molti di loro si sparsero ovunque per creare nuove famiglie. 
Ecco Gemma questa è mia storia è terminata ma, se vuoi, ne ho altre altrettanto belle di cose non fatte che ti racconterò.


POST-FINALE:
Gemma era commossa . Il racconto della nonna la faceva ragionare sia sulla stupidità degli uomini che sulla malinconia delle "cose non fatte" .
Quante cose voleva fare pure lei: diventare una grande ballerina, dipingere tanti quadri, scrivere racconti, andare missionaria in Africa, avere una bella famiglia con tanti bambini...
Quante! Era un elenco lungo..infinito!
Chissà quali cose avrebbe fatto e quali sarebbero rimasti solo sogni!
Uscì fuori a prendere un po' d'aria, voleva riflettere.
Sui gradini di pietra c'era la mamma, seduta per terra, come una bambina.
La guardò con un'espressione interrogativa:- Bé? Che c'è?- le domandò.
-Mamma , la nonna mi ha raccontato la storia della città dei grilli-
-AH!- esclamò mamma Bianca - ancora!-
-Perché?- chiese la bimba incuriosita
-Perché la nonna non ci sta più tanto con la testa, si inventa cose e poi ci crede...figurarsi! Un allevamento di grilli saggi! Ma come le può venire in mente!-
-Allora...è una cosa..NON FATTA!- si meravigliò Gemma.
-Eh! Sì..credo proprio si tratti di una cosa non fatta..non accaduta-
Gemma ripensò alle parole della nonna :"cose leggere, come fatte d'aria, cose di fantasia..ma che esistono, perché la fantasia ha una sua forza ed il suo mondo!"-
Cose di fantasia!...per lei cose viste attraverso le parole della nonna.
Si alzò e si mise a passeggiare, sovrappensiero.
Nascosto tra l'erba GRILLONE con i suoi CRI-CRI cercava di parlarle in alfabeto morse.
Chissà se riuscì a farsi capire!


Milvia Di Michele-Francesco De Gaetano-Lalla Tosi

1 commento:

  1. ".......perchè anche gli animali "sentono" l'orrore della guerra ....ed i piccolini poi......con i loro occhietti sbarrati parevano voler dire:-Perché?....Perché?-
    Difficile far capire ai piccini perché gli uomini si odiano tanto, forse nemmeno loro lo sanno!...."
    Bellissimo ! Complimenti a tutti

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