IL BACIO DELL’ANGELO
Questa fiaba si è classificata 6° al primo concorso letterario nazionale a cui il gruppo ha partecipato
"Una fiaba per Basiano" con tema "Il volontariato"
Maria si sentiva smarrita,se ne stava a guardare fuori della finestra la primavera che era arrivata: il cielo azzurro solcato da uno stuolo di rondini appena tornato, la mimosa in festa in mezzo al giardino, il pesco , il mandorlo e l’amarena che ,in un angolo, sembravano vestite come spose . Sul prato dipinto di tenero verde spiccavano, raggruppate, miriadi di margheritine. Ma lei si sentiva smarrita. Ancora una volta aveva sognato suo figlio che,nel sogno, cercava di dirle qualcosa, e lei non riusciva a capire cosa. Il suo Giuseppe! Se n’era andato via portando con lui un po’ della sua mente. –Leucemia!- aveva detto il dottore - In forma aggressiva!- E il mese dopo già non c’era più! –Coraggio! Coraggio!- Tutti le avevano detto così: ma quale coraggio? Lei non l’aveva più. Ma ora c’erano questi sogni: così dolci, così consolatori! Sogni che la allontanavano dalle immagini dolorose che aveva visto in ospedale. (Quanti bimbi lottavano, come aveva fatto il suo, per non morire!) Elena era nella sua stanza:la guardava, anzi la carezzava con lo sguardo. Quella ragazza era un dono del cielo. Riusciva ad essere in sintonia con chiunque . Semplice e felice, di quella felicità che nasce dal distacco dalle miserie della vita. Leggera come fosse un soffio, un disegno ad acquerello, un bacio d’angelo….
Quest’anno giocava a far felici i picchiatelli.La bella Elena si avvicinò a Maria, l'abbracciò e poi, prendendo una sedia e accomodandosi tranquillamente vicino a lei le disse: - raccontami! Cosa ti succede?-
E Maria le raccontò… Quasi ogni notte il suo Giuseppe le veniva in sogno, poi la baciava e, mentre la baciava, cambiava volto o addirittura si trasformava in fiore, in arcobaleno, in gattino, in farfalla.
Al mattino,quando si svegliava, era serena. Certo, non felice come lo era quando ancora poteva sognare di Giuseppe diventato grande, dei nipoti che gli avrebbe dato...no, non felice..ma serena, sì.
Elena aveva finito l'ora di volontariato in quel manicomio, dove Maria era ricoverata , da quando era morto il figlio,ma non se ne andò. Restò con lei, a farle dipingere farfalle, micetti , bimbi e, infine, il volto del suo amato Giuseppe ….
Andò via più tardi, con lo sguardo rivolto verso Maria, felice di vederla sorridere mentre dipingeva.
Passò il tempo, tutto il tempo che occorreva perché la donna guarisse....
Ora Maria va spesso nel reparto di malati di " leucemia"e, ogni volta che guarisce uno di loro..è come se fosse guarito Giuseppe.
Maria una delle tante persone che Elena ha incontrato lungo la sua strada facendo la volontaria. Più che incontrata è stata cercata da lei.
Così come, non per caso, incontrò Chiara. Era come se Elena avesse un filo diretto con gli angeli. Forse le capitava di incontrarli,anche se gli altri non li vedevano. Forse riusciva ad ascoltarli raccontare la storia di chi,sulla terra , soffriva e aveva bisogno di una mano.
L’anno prima aveva organizzato ,dentro le carceri, uno spettacolo teatrale a cui parteciparono i giovani deviati ( quelli con piccole storie di furtarelli, droga, vendita di oggetti contraffatti) Alla realizzazione del progetto collaborò Chiara che, aiutandola, riuscì anche a vincere la sua tristezza, quella malinconia che non l'abbandonava mai. Insieme avevano creato una piccola compagnia teatrale che per una anno lavorò con i giovani carcerati . Chiara ritrovò il suo sorriso e la voglia di vivere quel giorno che…già il giorno dello spettacolo, quando misero in scena le…. note musicali! Ogni attore impersonava una nota o una musica. Una volta tanto si creò un’armonia e si rise e, ridendo per finta, Chiara riscoprì il piacere del gioco, e rise per davvero. Il giorno dopo si comprò una pallina rossa da mettere sul naso, e se ne andò a iscriversi al gruppo di" pagliacci" che facevano riso- terapia nel reparto pediatrico degli ospedali.
Accade sempre così: il bene crea altro bene, come fiori che, in un prato, seccando in inverno, lasciano cadere semi, e così, a primavera i fiori nuovi saranno ancora molti, anzi..di più.
Allora basta iniziare, ognuno di noi può fare un gesto d'amore.
Un semplice piccolo gesto, un seme...
E sarà sempre Primavera.....e ci saranno sempre fiori! Elena, questo, lo sapeva. Da quando l’ aveva baciata l'angelo.
Sì, lei era leggera:come un soffio, un disegno ad acquerello..come un bacio d'angelo.
Di quell'angelo che quando ti bacia, non può che cambiarti e trasformarti profondamente.
Così, come i fiori, anche gli angeli si moltiplicano e, con le ali o senza, vanno in giro per le strade del mondo, soffiando baci e alleggerendo i cuori.
E tu? Ti lascerai..baciare dall'angelo?
Francesco De Gaetano - Milvia Di Michele - Stefania Galleschi
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