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LA BEFANA CAMBIA LOOK Autori: Daniela Bonifazi-Milvia Di Michele-Stefania Galleschi-Lalla Tosi-Maurizia Zucchetti Menichetti Serenella


  • LA BEFANA CAMBIA LOOK

      LA BEFANA CAMBIA LOOK
    - Che rabbia, quest'anno non ho niente da mettere ! Solo stracci! Possibile che ogni anno debba vestirmi come una stracciona! E' arrivato il momento di cambiare, nel 2011
    anche la Befana deve avere un aspetto dignitoso!
    I tempi sono cambiati, se devo assomigliare ad una nonna, che sia almeno una nonna attuale; ne ho vista una, con i suoi nipotini, che indossava addirittura una minigonna...cosa che piacerebbe anche a me. Ci pensate? Io, la Befana, in una graziosa minigonna. Sarebbe un bel cambiamento, ho sempre vestito solo gonne lunghe, senza linea, sformate! Beh, certo a cavallo della scopa, con una gonna corta e magari stretta potrebbe essere un po' scomodo, e forse qualcuno mi criticherebbe.
    Devo chiedere consiglio a... già...a chi?
    - Problema risolto! Eccomi qua! Son re CARNEVALE, e tu sai, cara la mia Befana, che ti seguo ogni anno sul Calendario, e poichè sono un tipo coloratissimo e assai strano, potrei consigliarti. Se vuoi ti potrei passare la bella cuffietta di Biancaneve al posto della tua logora sciarpetta ormai a brandelli......Potresti poi indossare il vestito appositamente creato per CENERENTOLA da Fata Smemorina per consentirle di partecipare alla festa del Principe Azzurro. Che ne dici, eh!
    - Ma no, come potrei salire a cavalcioni della mia scopa con un abito simile!
    - Beh, in effetti sarebbe scomodo. Uhm...avrei un bel costume da ballerinetta...
    La Befana riflettè sulla proposta..."Potrebbe andare...forse, ma...non ne sono così convinta. Sai cosa ti dico, amico mio...la cosa migliore da fare è una sola:
    chiederò consiglio, anzi chiederò il permesso alla mia trisavola Epifania Befanottini, che abita sulla Verruca, all'interno della buca della fata. E' una grotta molto profonda e
    per raggiungerla dovrò chiedere aiuto al vecchio Gisberto, che vive all'interno della Nonna di Uliveto. Mi hanno detto che Gisberto, non si vede da tempo.
    Domani andrò a trovarlo e,come feci anni fa, busserò al centro dell'alto masso, con un bastone di olivo giovane, mi sembra per tre volte, naturalmente dovrò recitare la formula magica e lui uscirà sicuramente".
    L'indomani Epifany, questo era il nome della Befana 2011, si recò, provvista di un bastone di olivo giovane, ai piedi della Nonna di Uliveto e...
    - GISBERTO, GISBERTO!- gridò a gran voce.
    Ma nessuno rispose. DOVE era finito?
    Gisberto, laggiù, tra le radici di Nonna Uliveto, nella sua casetta...dormiva! Dormiva di un sonno così profondo e...oltremodo rumoroso per il gran ronfare... che da tempo non era uscito di casa e solo questa volta, poiché il gran gridare di Epifany era più forte dei suoi versi...aprì gli occhi di colpo, balzò dal letto correndo a destra e sinistra senza capire chi e dove fosse!!
    Mentre il cuore gli batteva forte e cercava di abituare gli occhi alla luce della lampada, arrivò alle sue orecchie il richiamo dall'alto:" Gisberto, Gisberto...sono Epifany...Gisbertoooooo"
    Gisberto avviò la carrucola, che serviva da ascensore, e salì all'ingresso di Nonna Uliveto dove incontrò la povera Befana: lui trafelato per il brusco risveglio, lei affannata nel gridare il suo nome. Si salutarono con un abbraccio e discesero verso la casetta per ristorarsi con una buona tisana e parlare in tranquillità.
    Epifany chiese subito, dopo i primi convenevoli, di esser condotta al cospetto della cara trisavola, la grande e veneranda Epifania Befanottini, per chieder consiglio sull'adeguamento alle nuove mode...Gisberto disse che sarebbero dovuti salire fino alla VERRUCA e cioè i ruderi del vecchio castello sul cocuzzolo dei monti Pisani...parecchio al di sopra della vecchia TORRETTA d'avvistamento.
    -Ah povera me!- disse Epifany che era già stanchetta...ma si fece coraggio e i due iniziarono ad inerpicarsi.
    -"Oh, giusto cielo"! - farfugliò Epifany col fiatone - "Perchè mai avrò smesso di andare in palestra"!- "Se avessi proseguito con le lezioni e non avessi abusato dei dolcetti natalizi che mi ha lasciato Babbo Natale, ora sarei una scheggia"!
    Comunque con tutte le forze che ancora le rimanevano, proseguì nell'arrampicata selvaggia; del resto non aveva scelta...i consigli della trisavola le erano indispensabili.
    Finalmente, quando ormai sia Gisberto che Epifany erano sul punto di mollare, si intravide il vecchio castello...non era poi così distante, un'ultimo sforzo e i due sarebbero arrivati a destinazione.
    La vecchia Epifany stava bevendo una tisana di tiglio e melissa, come faceva ogni giorno quando voleva rilassarsi un po'. D'un tratto alle sue orecchie giunse un lontano richiamo:" Epifanyyyy!!! Siamo noi...non tirarci contro la tua vecchia scopa di saggina, ti prego...
    "Noi? Cosa significa...noi? Avete un nome sì o no"?
    "Certo che abbiamo un nome...siamo Gisberto ed Epifany"!
    "IO sono Epifany...chi usurpa il mio nome"?
    "Ma cosa dici, io sono la Befana che ti succederà, quella del 2011!
    " Oh, che sbadata, è vero! Nuovo Anno...nuova Befana o, per meglio dire...Epifany, è decisamente più chic...e la porta si aprì.
    Quale meraviglia..la trisavola era comodamente seduta davanti ad un computer con un abito nero,un filo di perle e uno scialle tempestato di pietruzze coloratissime.
    Epifany e Gisberto lanciarono un OHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH di stupore misto ad ammirazione.
    La nuova Epifany sorrise compiaciuta e pensò che l'idea di chiedere consiglio a colei che l'aveva preceduta nel delicato incarico di svolazzare con una scopa sui cieli del mondo a distribuir giocattoli e dolciumi, o carbone per i bricconcelli, era stata geniale.
    -Qual buon vento vi porta, ragazzi miei ? Ci sarà una valida ragione per aver fatto così tanta strada, accomodatevi pure sui puff a destra, mettetevi comodi e ditemi.
    Epifany rispose - Cara Epifania, rovistando nell'armadio delle Befane, non ho trovato nessun abito da indossare per la fatidica notte, o meglio, di abiti ce ne sono moltissimi ma, non c'è niente, proprio niente che vada bene per i tempi odierni...
    Però la giovane Epifany si aspettava di trovare una befana brutta e sciatta, non una AUDREY HEPBURN!Non era questo che si immaginava!
    Ma quanto era "sciccosa" la trisavola! E chi se lo aspettava!
    Si fece coraggio e con sfacciata curiosità chiese: ma come mai hai fama di essere brutta e cenciosa, mentre invece sei così elegante e raffinata?
    La trisavola rise di cuore e raccontò di una strana storia che, inaspettatamente, diventò poi leggenda. Prima di tutto però disse con enfasi: - Per favore, niente cenci!...Io.. mai messi! Qualche volta ho indossato gonne lunghe e colorate, scialli e zatteroni: ma solo perchè erano di moda.
    Tutto è nato perchè, mia cara e giovanissima erede, devi sapere che la prima Befana di cui si ha memoria, era una donna piena di verve, assolutamente charmante, amava la velocità in ogni cosa: velocemente parlava, velocemente camminava, velocemente cantava, velocemente volava con la sua scopa per portare regali a tutti i bimbi del mondo…
    Era talmente veloce che, la notte del 5 gennaio, completava il suo giro sempre in anticipo, una mezz’oretta almeno prima del sorgere del sole...e allora si divertiva, aspettando l’alba, a scendere in picchiata a terra e poi risalire in un lampo su nel cielo.
    Ogni tanto si stropicciava e si strappava le vesti in qualche siepe che sfiorava a volo radente e, certe volte, si graffiava un po’ anche gambe, braccia e viso.
    Una volta però esagerò: si tuffò dritta dritta in direzione di una magnifica quercia, l’oltrepassò, prima ridendo piena d’allegria e poi, purtroppo piangendo di dolore e per di più non accorgendosi che si era fatto ormai giorno. Vi chiederete cosa fosse accaduto per il repentino passaggio dal riso al pianto...Ebbene, ve lo dirò: la chioma e i rami della quercia la graffiarono tutta, procurandole diversi lividi, e sul suo grazioso nasino spuntò pure un bernoccolone, le vesti furono ridotte a brandelli; non v'era più traccia della bella Befana di solo pochi istanti prima e, sventurata lei, non si era accorta che ormai era sorto il sole e…fu proprio con quell'orribile aspetto che la videro i bimbi che, dopo essersi svegliati, erano corsi a cercare le loro calze piene di leccornie e poi, vispi vispi, erano usciti per rincorrersi e giocare ad acchiapparella proprio nei paraggi del...fattaccio!
    I bambini, alzando gli occhi, si spaventarono. Che brutta Befana! E così malridotta, poi! Sì, perché, che fosse la Befana, non c'era alcun dubbio... si vedeva: cavalcava una scopa!
    Da quel giorno si sparse la voce che la befana era una creatura brutta e cenciosa e, con un po' di fantasia, aggiunsero pure... vecchia! Peggio di così!
    -"Adesso però ti svelo un segreto: il baule che tu hai aperto, è quello degli scarti dei nostri vestiti, roba ormai inutilizzata. Seguimi e...guarda". Epifania aprì un armadio stracolmo di vestiti da sogno, accessori elegantissimi, monili di gran gusto...
    -"Ogni Befana che si rispetti ha un guardaroba così, riempito nel tempo, secondo il suo gusto. Suvvia, chiudi quella bocca e smetti di sgranare gli occhi, scegline uno, te lo regalerò"!
    La nuova Epifany non stava più nella pelle...era talmente eccitata all'idea di "tuffare" le mani in quell'armadio che in realtà somigliava più ad un atelier vanitas! Ma, dato che aveva carta bianca, cominciò a scorrere da un abito all'altro...prima di fare una scelta definitiva, voleva ammirarli tutti.
    - "Che meraviglia"! - esclamò - "Non posso credere ai miei occhi"!
    -"Beh...credici, mia cara...credici. Fai pure con comodo, e quando avrai fatto la tua scelta...il camerino è oltre quella porta...se vuoi scusarmi torno al mio boy friend che mi attende in chat, ed è coooosì impaziente, beata gioventù!!
    -" Hai capito la Befana"! - pensò ridacchiando Epifany - " Ha il ragazzo che l'aspetta in chat"!!- facendo un gesto snob con la mano.
    Bando agli indugi, anche perchè si stava facendo tardi, Epifany si affrettò e finalmente fece la sua scelta: un abito stile Valentino, rosso naturalmente, con un lungo boa bianco e argento, un delizioso cappellino di pelliccia, rigorosamente ecologica, che sembrava un elegante colbacco e le donava molto, mettendo in risalto il suo viso ovale ed i suoi occhi verdi. Restava solo un dettaglio: le calzature. Epifany fu subito colpita da un paio di stivaletti con tacco a spillo, color argento e con degli strass che brillavano come stelle.
    Ecco fatto...era pronta! Si mise di fronte al grande specchio che era proprio al centro del camerino e si guardò..."WOW"! - non potè trattenersi dal commentare ciò che vedeva riflesso...una top model, altro che Befana!
    Quando fece il suo ingresso trionfale nel soggiorno, pavoneggiandosi, Gisberto sgranò gli occhi che cominciarono a roteare, facendo venire le vertigini al poverino, che inebetito da tanta bellezza ed eleganza balbettò:-"E...E...Epi...fany...ma sei proprio tu"?
    La vecchia (si fa per dire) Epifany le gettò appena uno sguardo e, tornando a chattare col suo spasimante, disse:- "Bene...ce l'hai fatta finalmente. Prendi la scopa con gli strass ed il sacco argento dentro quel baule e...vai, mia cara, vai a compiere la tua missione...adieu mes chers amis!! E con un elegante gesto della mano li congedò, facendo intendere che voleva essere lasciata in pace.
    Ad Epifany non importava di essere stata praticamente messa alla porta, sia pur con nonchalance...aveva ciò che le serviva: un look da sogno! Inforcata la scopa, accompagnò il suo amico Gisberto fino a casa, o meglio... grotta e poi, guardando il cielo stellato e la meravigliosa mezzaluna che troneggiava lassù, fece un bel respiro e...partì! Quella notte, se qualcuno avesse guardato in alto, avrebbe visto Miss Epifany 2011, che dispensava doni scegliendoli accuratamente nel suo sacco all'ultima moda. Mai più la Befana sarebbe esistita nell'immaginario collettivo come una vecchia cenciosa, dal volto e con un naso adunco.
    -"Quasi quasi faccio un calendario" - pensò - "Ma sì...perchè no"!
    Con l'euforia che la rendeva piena di energie e di entusiasmo, Epifany si lanciò a velocità supersonica andando incontro alla Luna, che l'aspettava per il solito salutino, poi...VIA! a riempire milioni di calze, che i bambini avrebbero trovato il mattino dopo, appese al camino o sotto l'albero di Natale o accanto al presepe o...in un campo Rom, in uno sperduto villaggio in Africa, in una stanza d'ospedale, in ogni posto della Terra dove un bambino l'aspettava con tanta speranza. Era la giusta conclusione della sua missione e ciò la rendeva felice.

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