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Favoletta per i più piccini: "La figurina fatata" di Wanda Moro e Giovanni Tricozzi

LA FIGURINA FATATA

In una casa in fondo alla città, in quel fondo che per arrivarci ci si mette molto tempo, abitavano una bambina di nome Tella, il suo fratellino Tino e il loro papà Giacomo, detto Mino.
Era una casa piccolina e aveva una certa età, età che nessuno conosceva, ma che tutti sapevano esserci.
La casa aveva subito i danni del tempo, molte tegole del tetto s'erano rotte oppure erano state spostate dal vento di città, che soffiando veloce aveva scompigliato molti coppi; una finestrella, che si apriva su un piccolo cortile interno, aveva un vetro rotto e quando veniva la sera, tutta la famiglia si raggruppava intorno alla luce delle candele, perché nella piccola casa non c'era l'energia elettrica.
Tella che era la maggiore dei figli, aveva molte responsabilità ma non se ne lamentava mai, si prendeva cura del fratellino, che era piccolo e non andava ancora a scuola. Anche se Tella era in età scolastica, neppure lei andava a scuola con tutte le cose che c'erano da fare, col fatto che c'era da aiutare papà Mino, impegnato sul lavoro tutto il giorno, dall'alba alla sera tardi.
Quella mattina, Tella uscì di casa, dopo aver preparato la colazione al fratellino, per accompagnarlo dalla nonna Caterina che abitava vicino.
Fecero un breve tragitto, poi la bambina fu attirata dal brillio di una luce che proveniva da un cespuglio, s'avvicinò incuriosita e dal prato raccolse una figurina, di quelle argentate che fanno brillare la luce del sole, la osservò attentamente, si riconosceva la figura di un piccolo gnomo dal faccino simpatico e dallo sguardo furbetto.
Sotto la figura stava scritto: " Messaggio per chiunque trovi questa figurina: quando dentro ti guardi e bene ti senti, allora puoi parlarmi e se pure io ti sento, esaudirò tre dei tuoi desideri"...
Tella non fece troppo caso a quello strano messaggio, mise la figurina nella tasca della giacchetta e continuò la strada che l'avrebbe condotta dalla nonna.
" Cara nipote, quanto sono felice nel vederti! Ogni mattina tu vieni e la mia vita è più bella, senza di te non saprei proprio come fare" le diceva la nonna.
Ed era proprio così, ovunque Tella andasse, le persone riconoscevano in lei una bontà fuori dal comune, era talmente responsabile e buona che tutti, ma proprio tutti, se ne accorgevano e nel quartiere la bambina godeva di una discreta fama.
La bambina e la nonna si abbracciarono, Tino era intento a giocare con un mazzo di chiavi e al tintinnio del metallo sorrideva, emettendo versi che sono l'alfabeto dei bambini piccolini.
La bimba uscì rivolgendo un sorriso alla nonna e al fratellino.
Restavano da fare ancora molte cose, come l'andare per prati a cercare cicoria, ortica e con un poco di fortuna, anche qualche cardo selvatico; col tempo aveva appreso alcune regole di cucina e suo era il compito di pensare alla cena della sera, poi si sarebbe diretta verso la casa dei signori Floriani per svolgere alcune commissioni, in cambio avrebbe ricavato quello che le era necessario per quel giorno.
Della figurina, che stava al buio della sua tasca, pareva essersi dimenticata...
Quando tornò a casa, nel togliersi la giacchetta, le cadde la figurina.....e si ricordò, la prese e lesse il messaggio.
Lei, nonostante tutte le faccende che sbrigava, si sentiva bene, serena, sapeva di fare la cosa giusta nell'aiutare la sua famiglia....così si disse che non c'era nulla di male nel provare a rispondere al messaggio...per lei, in quel momento, era un "gioco".
Si mise a parlare ad alta voce, come se avesse di fronte un'amica...e raccontò di lei, dei suoi fratelli, della sua casa un po' malridotta...insomma di tutto.
Alla fine, senza neanche rendersi conto, disse anche le cose che più le sarebbe piaciuto avere: una casa nuova per lei e la sua famiglia....frequentare la scuola, per imparare "cose" nuove.... e qualche soldo in più, per permettere al babbo di poter stare un po' a casa e occuparsi dei figli.
Una cosa strana accadde: la figurina cominciò ad illuminarsi di una luce intensa....e si udì una vocina chiamare la bimba per nome: “Tella” disse “sei una brava bambina, generosa e responsabile e meriti di essere premiata. Finisci di fare le tue faccende e poi vai a dormire... domani vedrai !!!!!”
Tella era eccitatissima, non sapeva se fosse solo il frutto della sua immaginazione o se fosse vero, ma fece tutto quello che che le era stato detto, non parlò con nessuno per non essere presa in giro e stanca andò a letto. L'indomani mattina sentì la voce meravigliata di suo padre che rideva incredulo, si alzò e ....meraviglia la sua casa si era trasformata: le finestre erano nuove, il tetto rimesso a nuovo, tutto era nuovo...tutto era diverso! C'era, sopra un mobile, anche una scatola con dentro delle monete d'oro!
Suo padre si domandava cosa fosse successo, così Tella raccontò tutto e...... come in tutte le favole che si rispettino, anche questa ebbe un lieto fine.
Tella andò a scuola, incontrò persone nuove, divenne molto brava, insegnò a leggere e scrivere anche ai suoi amici, poveri come lei, il babbo poté dedicarsi di più alla casa e ai suoi figli e a loro non mancò più niente, avevano tutto quello che potevano desiderare, perché non serve molto a chi sa accontentarsi.
Essere buoni, non pensare solo a se stessi, godere delle piccole cose, sono tutte qualità che ci fanno sentire e stare bene.....
BUONA NOTTE chissà che anche per noi domani qualche piccolo desiderio non si realizzi!

Wanda Moro
Giovanni Tricozzi

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